Bonifico parlante sbagliato: cosa fare per perdere il Bonus
Bonifico parlante sbagliato: come rimediare in caso di errore nella compilazione del documento per pagare le spese sostenute per Ecobonus, Bonus Ristrutturazioni, Bonus mobili ed elettrodomestici, Sismabonus. Le modalità per correggere e non perdere il diritto alla detrazione.
Il Bonus Ristrutturazione, Ecobonus, Bonus mobili ed elettrodomestici, Sismabonus sono agevolazioni che danno diritto, a chi sceglie di effettuare lavori nell’abitazione, di godere di vantaggiose detrazioni fiscali.
In questo modo, la spesa sostenuta è alleggerita, recuperando nel corso degli anni il 50% 65% o addirittura il 110% dell’importo speso, ed al contempo avendo la possibilità di rinnovare impianti fondamentali per la sicurezza, il comfort e migliorare il risparmio energetico.
Per aver diritto alla detrazione, è necessario però rispettare la normativa in vigore che chiarisce le modalità di pagamento utilizzabili: il bonifico parlante è lo strumento obbligatorio per adempiere a questo obbligo.
Può però accadere che, per dimenticanze o per il fatto di aver usato un documento diverso rispetto a quelli indicati nelle normative specifiche, si compia un errore nella compilazione del bonifico parlante: cosa fare per non perdere il diritto alla detrazione.
Di seguito illustreremo le modalità per correggere l’errore ed aver diritto alla detrazione fiscale in fase di dichiarazione dei redditi.
Bonifico parlante: cos’è
Il bonifico parlante, bancario o postale, è la modalità con cui deve essere pagata obbligatoriamente la spesa sostenuta per interventi di ristrutturazione edilizia. Precisamente, consiste in un bonifico che riporta i seguenti dati:
- causale del versamento
- codice fiscale del beneficiario della detrazione
- codice fiscale o partita IVA del beneficiario del pagamento
Bonifico parlante: perchè obbligatorio
Il bonifico parlante è la modalità obbligatoria per i contribuenti non titolari di reddito d’impresa che intendono aver diritto alle detrazioni fiscali per lavori di ristrutturazione, riqualificazione energetica e Sismabonus.
E’ invece una modalità facoltativa per richiedere il bonus mobili ed elettrodomestici, dato che è possibile pagare anche con carta di credito e bancomat.
Il motivo dell’obbligo del bonifico parlante è il fatto di permettere a banche e Poste Italiane di applicare la ritenuta obbligatoria dell’8% come titolo d’acconto per le imposte dovute dall’impresa o dal professionista che ha effettuato gli interventi.
Pertanto, trattandosi di una modalità di pagamento che si utilizza solo in determinate occasioni, può capitare che il contribuente commetta un errore nell’effettuare il pagamento.
Bonifico parlante sbagliato: cosa fare
Nel caso in cui il cittadino abbia commesso un errore a compilare il bonifico parlante, omettendo delle informazioni obbligatorie, esistono due possibilità per rimediare:
- ripetere il bonifico
- farsi rilasciare un’auto dichiarazione dall’impresa
Ripetere il bonifico
Nel caso in cui si intenda procedere nell’effettuare nuovamente il pagamento, mediante corretta compilazione del bonifico parlante, sarà prima necessario chiedere il consenso all’impresa che ha effettuato i lavori.
Il titolare dovrà infatti effettuare:
- restituzione totale dell’importo pagato al contribuente
- attendere il regolare pagamento da parte del contribuente il quale stavolta, dovrà essere più attento nel riportare correttamente le informazioni.
Sarà necessario che vengano indicati, qualora non abbia provveduto prima, a riportare la corretta causale:
- Per Ecobonus: Lavori volti al risparmio energetico ai sensi art. 1, co. 344-347, L. 27/12/2006, n. 296
- Per Bonus Ristrutturazioni: Bonifico relativi a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr 917/1986
Autodichiarazione
La seconda possibilità per non perdere il diritto alla detrazione fiscale, consiste nel farsi rilasciare un’autodichiarazione (dichiarazione sostitutiva di atto notorio), dall’impresa, da presentare poi al CAF o professionista abilitato, al momento della dichiarazione dei redditi.
Come stabilito dalla circolare 43/E, pubblicata dall’Agenzia delle Entrate in data 18 novembre 2016 e più volte confermata in momenti successivi, l’autodichiarazione che l’impresa dovrà rilasciare riporterà quanto segue:
i corrispettivi accreditati a suo favore sono stati inclusi nella contabilità dell’impresa ai fini della loro concorrenza alla corretta determinazione del reddito
In questo modo, il contribuente, al momento di presentare i documenti per la dichiarazione dei redditi, dovrà allegare anche tale autocertificazione, in modo da poter essere tranquillo di vedersi riconosciuto il Bonus.
Un errore che invece non deve preoccupare, è se sul bonifico parlante per opere relative ad Ecobonus, sono stati indicati i riferimenti normativi relativi ad opere rientranti nella categoria del Bonus Ristrutturazioni.
In questo caso, si tratta di un errore materiale ma che non comporta alcunché: il contribuente non dovrà procedere a nessun altro adempimento o correzione.