Mutuo ristrutturazione sulla casa del convivente, si può fare?

Autore:
Verdiana Sasso
  • Giornalista

È possibile richiedere il mutuo ristrutturazione per la casa del convivente? Quando è possibile usufruire delle agevolazioni fiscali? Vediamo le ultime novità sui finanziamenti ipotecari.

Mutuo
Photo by Kotchapan VII – shutterstock

Il mutuo ristrutturazione è un tipo di finanziamento concesso dalla banca o da un altro istituto di credito per realizzare opere di manutenzione della casa.

Può coprire fino all’80% del costo di ristrutturazione e per ottenere il prestito sono necessari alcuni documenti castali e edilizi. Tutti gli immobili nel corso del tempo necessitano di interventi di ristrutturazione che non sempre risultano economici.

Questi strumenti come il mutuo sono nati proprio per venire incontro alle esigenze delle famiglie in difficoltà. Ma è possibile richiedere il finanziamento quando la casa appartiene al convivente? Vediamo cosa dice la legge.

Casa del convivente e mutuo ristrutturazione

Mutuo ristrutturazione
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Il mutuo di ristrutturazione della prima o seconda casa sarà erogato in un’unica soluzione per gli interventi minori oppure “a stato avanzamento lavori” (SAL) erogati in caso di importanti interventi di rifacimento degli immobili.

Nel secondo caso (il SAL), la banca svincola mano a mano le somme necessarie a pagare i lavori fino a quel momento svolti. Solo a lavori terminati e con la presentazione del certificato di fine lavori, viene erogata l’ultima tranche.

Il mutuo viene naturalmente richiesto da chi è già proprietario dell’immobile, ma anche i conviventi (coloro che non hanno la casa intestata) possono richiederlo.

L’aspetto negativo è che se a richiedere il mutuo non è un proprietario o un usufruttuario esso non potrà beneficiare delle detrazioni fiscali previste.

Infatti, l’agevolazione fiscale sugli interventi di ristrutturazione edilizia spetta a:

  • il proprietario o il nudo proprietario
  • il titolare di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie)
  • l’inquilino o il comodatario dell’immobile
  • i soci di cooperative a proprietà divisa (in qualità di possessori), assegnatari di alloggi e, previo consenso scritto della cooperativa che possiede l’immobile, soci di cooperative a proprietà indivisa (in qualità di detentori)
  • gli imprenditori individuali, solo per gli immobili che non rientrano fra quelli strumentali o merce
  • i soci delle società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari (alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali).

L’agevolazione non è assolutamente riconosciuta a coniugi, parenti o chi possiede il comodato d’uso. Le detrazioni in questione corrispondono alla detrazione Irpef del 19% sul costo degli interessi passivi e degli oneri accessori a carico del contribuente. Il tetto di spesa su cui calcolare la detrazione è di 2.582,25 euro.

Come funziona il mutuo ristrutturazione

Come anticipato, il mutuo per la ristrutturazione è un finanziamento che può coprire fino all’80% del costo di ristrutturazione. Di solito il mutuo viene concesso per gli interventi edilizi che si suddividono in 3 tipi: manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, grandi opere di ristrutturazione.

Ovviamente, come tutti i mutui bancari, il mutuo per la ristrutturazione dovrà essere restituito all’istituto di credito con gli interessi che vengono calcolati in base al tasso fisso e al tasso variabile. Per quanto riguarda la durata, il mutuo può essere restituito in un periodo che va tra i 5 e i 30 anni.