Il mutuo può superare il valore della casa? Ma dal Fisco arrivano i controlli

Autore:
Giacomo Mazzarella
  • Consulente Centro di Assistenza Fiscale
Tempo di lettura: 4 minuti

Mutuo per un valore superiore a quelli della casa acquistata, ecco come fare e perché anche la Suprema Corte di Cassazione ha sancito come pienamente legittimi i controlli e le contestazioni dell’Agenzia delle Entrate. 

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Comprare casa nove volte su dieci è fatto passando dall’accensione di un mutuo. Pochi sono coloro che hanno i soldi a disposizione per comprare casa senza “indebitarsi”. C’è chi accende un mutuo per arrotondare ciò che ha disponibile ed arrivare al prezzo di acquisto della casa. Ma c’è anche chi accende dei mutui che superano il valore della casa.

In questo caos però c’è qualcosa da chiarire. Perché il Fisco, nel caso in cui il valore del mutuo supera quello della casa, può legittimamente avviare dei controlli. Fermo restando il fatto che tutte le agevolazioni sui mutui, se il loro valore supera quello della casa, non danno diritto alle agevolazioni.

Il mutuo può superare il valore della casa ma addio detrazioni

Anche la Suprema Corte di Cassazione ha giudicato perfettamente leciti i controlli e gli accertamenti del Fisco in materia di acquisto di immobili con un prezzo inferiore al valore del mutuo stipulato dall’acquirente. I controlli dell’Agenzia delle Entrate infatti sono legittimi nel momento in cui c’è discordanza tra valore della casa acquistata e valore del mutuo. ma naturalmente, nel solo caso in cui il valore del mutuo è superiore a quello della casa.

La sentenza degli ermellini della Suprema Corte di Cassazione è la numero 18866 del 10 luglio 2024. Ed è fondamentale nel comprendere come l’Agenzia delle Entrate può oltre che avviare legittimi controlli, anche contestare i corrispettivi dichiarati per godere delle relative agevolazioni sui mutui.

Ecco il caso approfondito dalla Suprema Corte di Cassazione

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Nel mirino dei Giudici della Cassazione finisce quindi l’erogazione di mutui per un importo complessivo superiore al prezzo della casa come riportato naturalmente nell’atto notarile di compravendita.

Il caso da cui deriva la sentenza riguarda il cosiddetto accertamento induttivo del reddito d’impresa e le disposizioni sul limite massimo di finanziabilità stabilito dal CICR (Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio). Secondo questo dettame normativo, il mutuo non può eccedere, come ammontare massimo l’80% del valore dell’immobile.

In Cassazione è finito un ricorso dell’Agenzia delle Entrate dopo che la CTR (Commissione tributaria regionale) aveva ritenuto illegittimo il controllo da parte del Fisco su una compravendita immobiliare che metteva in luce un mutuo superiore al valore della casa. Nell’accertamento quindi, ritenuto perfettamente lecito, ecco finire i maggiori ricavi derivanti dalla cessione di immobili.

Detrazioni addio, ecco perché non serve indicare un mutuo superiore al valore della casa

Quando si parla di mutui di valore superiore al costo di acquisto della casa, ecco quindi che bisogna considerare pure il fatto che il contribuente privato che decide di accendere un mutuo, non potrà indicare nella sua dichiarazione dei redditi, il valore intero degli interessi sui mutui pagati.

Perché bisognerà rapportare il valore del mutuo al valore della casa acquistata. Per esempio comprare una casa da 80.000 euro e accendere un mutuo da 100.000 euro, non significa che tutti gli interessi saranno scaricabili nel modello 730. Perché solo gli interessi relativi agli 80.000 euro saranno detraibili.

Mutui: immagini e foto