Dichiarazione di successione: quando la comunione dei beni è un problema

Autore:
Giacomo Mazzarella
  • Consulente Centro di Assistenza Fiscale
Tempo di lettura: 4 minuti

Quando è il momento di presentare la dichiarazione di successione, l’errore è dietro l’angolo. Ecco quello più comune in cui si imbattono i contribuenti e perché è meglio prestare attenzione. 

Dichiarazione di successione case e immobili intestate al defunto, attenti alla comunione dei beni
Photo by forium – Pixabay

Quando ci si imbatte in questioni ereditarie a seguito del decesso di un familiare, i cosiddetti superstiti sono chiamati a tutta una serie di adempimenti. Sicuramente il più importante è la dichiarazione di successione. Quando un defunto lascia beni immobili o ha una dote di rilievo, la dichiarazione di successione è obbligatoria.

Come si legge sul sito dell’Agenzia delle Entrate infatti, l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione non c’è nel momento in cui il lascito del defunto finisce al coniuge e ai parenti in linea retta dello stesso defunto a condizione che il cosiddetto attivo ereditario abbia un valore non superiore a 100.000 euro e non ci siano beni immobili o diritti reali immobiliari nel lascito.

In tutti gli altri casi la successione è obbligatoria. Spesso però in sede di presentazione della dichiarazione, i superstiti commettono un errore comune a molti. Un errore di cui si rendono conto solo successivamente e che di fatto li obbliga a produrre non una ma due dichiarazioni di successione. Pagando di fatto due volte le imposte catastali ed ipotecarie se non addirittura l’imposta di successione se questa è dovuta.

Dichiarazione di successione: quando è obbligatoria

Entro 12 mesi dal decesso del parente, i superstiti devono necessariamente presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate. Ormai la procedura è telematica e anche i pagamenti vanno effettuati direttamente con il conto corrente. Sono finiti i tempi degli appuntamenti agli sportelli dell’Agenzia delle Entrate e delle code agli uffici pubblici.

Tutto può essere fatto da casa e da soli, accedendo all’area riservata dell’Agenzia delle Entrate. Utilizzando le credenziali SPID o CIE per esempio. Se la dichiarazione di successione è presentata dopo il termine dei 12 mesi dalla data di apertura della successione, che coincide con la data del decesso, l’Agenzia delle Entrate sanziona i ritardatari.

Sanzioni che scompaiono se la dichiarazione di successione è presentata oltre i 5 anni dopo l’apertura. Fatta questa premessa, la dichiarazione di successione in presenza di immobili nell’attivo ereditario deve sempre essere effettuata. Perché il defunto deve sparire dalle visure catastali e devono comparire gli eredi che subentrano nel diritto di proprietà di quel determinato immobile.

Comunione dei beni, nelle successioni dei coniugi anche le case di uno solo vanno inserite

Dichiarazione di successione case e immobili intestate al defunto, attenti alla comunione dei beni
Photo by jackmac34 – Pixabay

Al decesso di un familiare la prima cosa che fanno gli eredi è recuperare tutti i dati dei beni immobili del defunto. In modo tale da inserirli tutti nella dichiarazione di successione. La ricerca oggi è favorita dalla digitalizzazione dei servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate.

Basta inserire il codice fiscale del defunto e la provincia dove sono situati gli immobili e si possono scaricare tutte le visure. Tra l’altro la procedura telematica della dichiarazione di successione in automatico dovrebbe trovare tutti gli immobili intestati al defunto e che vanno in successione alla data di apertura.

Se il defunto è sposato però, c’è da fare un distinguo. Perché è evidente che con il codice fiscale inserito, usciranno solo i beni immobili intestati al defunto e non quelli per esempio, intestati al coniuge. Però nel caso di comunione dei beni tra coniugi, se un immobile è intestato solo al coniuge superstite e acquistato dopo il matrimonio e la comunione dei beni, anche il 50% dell’immobile non intestato al defunto e quindi non presente nelle banche dati, va inserito nella successione.

Altrimenti quando sarà il momento di vendere l’immobile, o di nuova successione per il decesso del secondo coniuge, occorrerà ripresentare la successione del primo defunto per inserire il 50% della casa mono intestata ma in comunione dei beni. Questo è l’errore comune a tanti contribuenti e di cui spesso ci si rende conto in ritardo, producendo, di fatto, una doppia spesa per le doppie imposte minime che si pagano sempre a prescindere dall’entità del valore di questi beni immobiliari.

Successione: immagini e foto