Case green, countdown per i negoziati sulla direttiva: cosa cambia

Autore:
Verdiana Sasso
  • Giornalista

Case green, manca poco per l’inizio dei negoziati sulla direttiva. Martedì, 18 aprile, si terrà l’incontro tra consiglio europeo, parlamento europeo e commissione per stabilire il testo definitivo della direttiva. Vediamo le ultime novità.

Classi energetiche
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Continua la battaglia europea per la direttiva sulle case green. Dopo l’ok dell’Eurocamera riunito in Plenaria a Strasburgo, il successivo appuntamento da non dimenticare è fissato per oggi, martedì 18 aprile. Ora il testo sarà oggetto del negoziato finale tra Consiglio Ue e esecutivo europeo per arrivare a un compromesso definitivo prima di fare ritorno in Plenaria.

Sono due i punti di scontro principali del negoziato: il limite temporale per poter effettuare gli  interventi di efficientamento e le possibile deroghe per alcune tipologie di immobili. La controversia più accesa verte sulle costruzioni già esistenti; si tratta di tutte quelle case dei cittadini europei che dovranno per forza migliorare l’efficienza energetica. Ricordiamo che ad oggi, il 40% del consumo energetico e il 36% delle emissioni di gas a effetto serra deriva proprio dagli edifici ubicati in territorio europeo.

Direttiva case green, negoziazione del testo

Case green
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Come anticipato, si avvicina la data della negoziazione del testo della direttiva case green. L’entrata in vigore non è scontata, così come dimostra il precedente dello stop alle auto a benzina e diesel dal 2035. Ma cosa prevede ad oggi la direttiva case green?

L’obiettivo principale sarà quello di aumentare l’efficienza energetica degli edifici e la direttiva è parte di un progetto più ampio di transizione ecologica dell’Unione Europea. Come sappiamo, a partire dal 2028, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero. Gli edifici gestiti, occupati oppure di proprietà delle autorità pubbliche, invece, dovranno adeguarsi alle nuove linee guida entro il 2026. Sempre entro il 2028, i nuovi edifici dovranno dotarsi di tecnologie solari e per tutte le costruzioni sottoposte a importanti ristrutturazioni, la data di scadenza è stata prorogata fino al 2032.

In sintesi, gli obiettivi principali sono i seguenti:

  • raggiungimento della classe di prestazione energetica “E” entro il 2030
  • raggiungimento della classe “D” entro il 2033
  • raggiungimento stesse classi per gli edifici non residenziali e pubblici entro il 2027 e il 2030
  • edifici a emissioni zero dal 2028
  • nuovi edifici dotati di impianti solari entro il 2028

Gli edifici esenti dagli obblighi sono:

  • luoghi di culto
  • edifici protetti di interesse architettonico o storico
  • fabbricati con superficie entro i 50 metri quadri
  • seconde case di villeggiatura
  • edifici dell’edilizia sociale pubblica in cui le ristrutturazioni comporterebbero aumenti degli affitti non compensati da maggiori risparmi sulle bollette energetiche

Case green, Italia contro la direttiva?

La direttiva per l’efficientamento energetico degli edifici ha scatenato un’ondata di polemiche in Italia e se dovesse passare in via ufficiale, produrrebbe effetti negativi sul mercato immobiliare italiano. In circa 6 anni quasi il 60% del patrimonio abitativo italiano si dovrebbe adeguare dal punto di vista energetico e gli edifici con classi energetiche più basse finirebbero nel mirino del deprezzamento. Essendoci un arco temporale troppo ristretto, le tappe stabilite dalla direttiva case green in Italia rischiano di diventare un’utopia. Senza contare che i cittadini italiani dovrebbero farsi carico di spese ingenti per adeguarsi agli obblighi della direttiva.