Affitti brevi 2023, mercato in crescita dopo il Covid
Affitti brevi, dopo il Covid torna a rifiorire il mercato dell’affitto degli immobili per brevi periodi e si spera in una duratura ricrescita del settore. Ma quali sono le tasse che pagano coloro che posseggono immobili e li cedono in locazione? E cosa dicono le regole di condominio? Cerchiamo di capire qualcosa in più riguardo il contratto di locazione breve.

Dopo la pausa Covid, è in forte crescita la formula degli affitti brevi che dal 2021 al 2022 è aumentata di oltre il 30%. I numeri fanno ben sperare nel business del ramo delle case sfitte e delle seconde case, che nel nostro Paese superano i sei milioni secondo i dati Istat.
Sicuramente l’aumento delle richieste di case in affitto per un breve periodo implica una nuova concezione che deve soddisfare le richieste dei clienti. Ma vediamo nel dettaglio cosa si intende per affitto breve.
Affitto breve, cos’è?

Per contratto di locazione breve si intende un contratto di locazione di immobile a uso abitativo, di durata non superiore a 30 giorni, stipulato da persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa.
A esso sono equiparati i contratti di sublocazione e quelli di concessione in godimento a terzi a titolo oneroso da parte del comodatario.
I dati relativi alle locazioni brevi devono essere trasmessi entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di conclusione del contratto. L’adempimento riguarda:
- coloro che esercitano attività di intermediazione immobiliare;
- coloro che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da affittare.
Ritenute e versamenti
Gli intermediari che intervengono nel pagamento o incassano i canoni/corrispettivi relativi ai contratti di locazione breve devono effettuare, su quelle somme, una ritenuta del 21%, da versare tramite modello F24, con il codice tributo “1919” (risoluzione n. 88/2017 – pdf).
Se il beneficiario non opta in sede di dichiarazione dei redditi per l’applicazione del regime della cedolare secca, la ritenuta si considera operata a titolo di acconto.
Le tasse
I proprietari di immobili che cedono un’abitazione in locazione possono scegliere tra due modalità di tassazione: quella ordinaria e la cedolare secca.
Il regime di tassazione ordinario prevede che gli immobili concessi in locazione incidano nella formazione del reddito nell’ammontare dei canoni percepiti, ridotti forfettariamente del 5% al fine di tenere conto delle spese di gestione.
La tassazione ordinaria consiste nell’assoggettamento a Irpef dei canoni percepiti, forfettariamente ridotti o, in alcuni casi, nell’assoggettamento a Irpef della rendita.
La cedolare secca, invece, consiste in un regime facoltativo che si sostanzia nel pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali pari al 21%.
Regole di condominio
Prima di dare il proprio immobile in locazione per un breve periodo, bisogna dare un’occhiata al regolamento condominiale.
Nel caso non ci fossero divieti chiaramente espressi riguardo gli affitti brevi, non sarà necessario chiedere l’autorizzazione all’assemblea. Tuttavia, una delibera dell’assemblea potrebbe inserire nel regolamento condominiale una nuova e apposita clausola per vietare gli affitti brevi nell’edificio.
Questa delibera sarà valida solo se approvata all’unanimità dei condomini.