Rifugi detox immersi nella natura

Autore:
Daniela Giambrone
  • Giornalista

Riaccendono la connessione con la natura circostante questi due progetti tutti italiani che raccontano il buon design e il rispetto per il territorio.

Rifugi detox immersi nella natura
Foto André Barailler

Lontano da tutto, a respirare. Con intorno tanta natura, per affrancarsi dalla tecnologia e ricordare da dove veniamo. Vogliamo raccontare qui due casi in cui architettura e design sono intervenuti per realizzare delle oasi, parentesi che offrono un rifugio dal sapore quasi mistico. Uno pubblico, il bivacco Camardella, e uno privato, la residenza chiamata Ninin. In comune hanno il rispetto per il territorio, l’amore per la natura e il desiderio di entrarci in punta di piedi, con strutture piccole, sostenibili, il più possibile integrate.

Sul ghiacciaio del Ruitor

Rifugi detox immersi nella natura
Foto André Barailler

Il bivacco Camardella si trova oltre i 3000 m, sul ghiacciaio del Ruitor in Valle d’Aosta ed è dedicato a Edoardo Camardella, il giovane alpinista e maestro di sci travolto da una slavina sul Monte Bianco nel 2019. Massimo Roj, amico di famiglia nonché AD e fondatore dello studio Progetto CMR, ne ha firmato la realizzazione.

La storia di questo rifugio inizia nel 2021, quando Roj avvia una cordata di solidarietà donando il progetto e unendo partner e aziende disposte a mettere a disposizione i componenti per la realizzazione. Nel dicembre del 2021 il bivacco completato viene installato nel Piazzale delle Funivie di La Thuile per promuovere la raccolta fondi per la posa sul ghiacciaio. Ad agosto 2023 finalmente viene posizionato in vetta, diventando il primo bivacco del comune di La Thuile in alta quota. Accoglie fino a sei persone contemporaneamente, offrendo una vista mozzafiato sul Monte Bianco.

Rifugi detox immersi nella natura
Foto André Barailler

Un riparo le cui piccole dimensioni celano grande impegno e attenzione, all’ambiente circostante in primo luogo. Il progetto è stato realizzato in stabilimento, poi accoppiato e installato in quota. Per consentire questa modalità Progetto CMR ha curato in particolare le soluzioni costruttive, per ridurre il più possibile i lavori da svolgere in quota, e i materiali, tutti ad alte prestazioni di isolamento e pensati per garantire confort a chi si rifugia qui.

Rifugi detox immersi nella natura
Foto André Barailler

Composto da due blocchi, occupa una superficie di 9 metri quadrati ed è alto poco più di 4 metri, poggiato su una struttura in acciaio che lo isola e lo protegge. In copertura e su una delle due facciate è stata applicata la membrana che contiene i pannelli solari flessibili dai quali arriva l’energia per alimentare riscaldamento e illuminazione. La facciata che guarda verso il Monte Bianco ha un serramento a misura dotato di uno speciale triplo vetro che garantisce una temperatura sufficientemente calda all’interno, mentre la porta è un modello solitamente utilizzato per imbarcazioni che resiste a carichi di vento forti. Inoltre, ospita una stazione meteo, a oggi una delle più alte d’Europa, che supporta la raccolta di una serie di dati utili al monitoraggio di parametri sensibili, tra cui l’innalzamento medio della temperatura, che influiscono sul cambiamento climatico. Queste le parole di Massimo Roj sul bivacco:

Si tratta di un progetto che mi sta veramente molto a cuore, che ha creato un luogo indimenticabile, promuovendo partecipazione e solidarietà.

In mezzo a un bosco in Alta Langa

Rifugi detox immersi nella natura
Foto Fabio Oggero

Lo Studio Ellisse di Giaveno, in provincia di Torino, ha chiamato questo progetto Ninin, “piccolino”. Gli architetti Nadia Battaglio e Lorenzo Serra sono intervenuti con un ampliamento in legno su un ciabot piemontese, ovvero una piccola costruzione in pietra funzionale alle attività agricole diffusa in tutta l’Alta Langa. Situato a Gorzegno, in provincia di Cuneo, il Ninin è stato recuperato come residenza temporanea, immersa nel bosco e lontana dai clamori cittadini.

Rifugi detox immersi nella natura
Foto Fabio Oggero

I lavori sono stati realizzati seguendo il principio del minor spreco possibile. Si è quindi scelto di utilizzare materiali locali, come la pietra arenaria e il legno di castagno, e a basso impatto ambientale – come calce idraulica di provenienza italiana, pannelli di canapa o di fibra di legno per l’isolamento – in modo da garantire un minimo consumo di energia sia in fase di costruzione sia di utilizzo.

Per quanto riguarda la distribuzione deli spazi, gli architetti hanno cercato di rispettare il più possibile l’esistente, collocando nella parte nuova cucina e servizi igienici, locali che richiedono un forte adeguamento tecnologico non compatibile con la preesistenza.

L’ampliamento ravviva la tradizione locale di allungare la manica da una delle facciate “corte” del fabbricato originario. L’intelaiatura in legno ha consentito di trasportare e maneggiare più agilmente travi e montanti in un sito dall’accesso piuttosto difficile, oltre che favorire velocità e facilità di montaggio.

Rifugi detox immersi nella natura
Foto Fabio Oggero

Per le tavole del rivestimento esterno è stata utilizzata la tecnica giapponese del shou sugi ban – che consiste nel carbonizzare con una fiamma la superficie del legno, per renderlo più resistente agli agenti atmosferici, all’attacco dei parassiti, all’acqua e al fuoco – ottenendo da un lato un effetto estetico più interessante, dall’altro una maggiore protezione senza impiegare vernici o impregnanti industriali chimici.

Rifugi detox immersi nella natura
Foto Fabio Oggero

L’interior design è stato curato dallo Studio Ellisse, che ha realizzato su misura gli arredi della cucina e del bagno, mentre i serramenti in ferro e i corrimano delle scale sono stati costruiti da Sergio Battaglio su disegno dello Studio. A complementi di brand italiani – come il divano Tattomi di De Padova o il candelabro Ildhane di Nedre – sono stati affiancati pezzi di design scandinavo, come la lampada Five Floor disegnata da Gaspard Graulich per New Works, insieme ad altri di Ikea, Marimekko ed Eva Solo. Racconta Lorenzo Serra:

Abbiamo cercato di privilegiare e rispettare i materiali e le finiture originali del ciabot – racconta Lorenzo Serra – arricchendo la fruibilità e le atmosfere con interventi in legno massello e ferro. Nel fabbricato al piano terra è presente anche una sauna finlandese.

Rifugi detox immersi nella natura
Foto Fabio Oggero

Rifugi detox immersi nella natura: foto e immagini