Fascino metà Novecento ed echi contemporanei per un’abitazione a Roma
Brutalismo gentile in dialogo con un hitech discreto: due suggestioni moderne si fondono in armonia con le testimonianze originarie di un appartamento ristrutturato da Maria Adele Savioli.

Immaginari opposti che si ricompongono in perfetto equilibrio. Nella Casa Viale della Tecnica a Roma, ridefinita dallo studio di Maria Adele Savioli, convergono ispirazioni diverse a partire dalla struttura originaria dell’appartamento: le pavimentazioni in veneziana, che rimandano a un’estetica del secondo Novecento, e i setti in cemento armato, di suggestione brutalista, sono gli elementi attorno ai quali è stato sviluppato il nuovo impianto per un’abitazione luminosissima, ariosa e garbatamente moderna.

L’appartamento si trova nel cuore dell’EUR, storico quartiere razionalista situato nella parte sud-occidentale di Roma, e ha un’estensione di 160 mq. Gli architetti hanno seguito una ristrutturazione che ha trasformato l’abitazione in una residenza contemporanea dove le preesistenze materiche e architettoniche sono state valorizzate grazie a una ragionata continuità tra interno ed esterno, alla costruzione di nuove aperture e a un layout fluido dove la zona giorno si espande con naturalezza verso il terrazzo.
In questo progetto lo studio conferma la vocazione che lo contraddistingue: fondato nel 2012 da Maria Adele Savioli, si caratterizza per un approccio che parte dal rispetto della struttura originaria per trasformarla in qualcosa di nuovo grazie a un linguaggio contemporaneo in cui gli arredi di sua produzione a marchio MAS Design si inseriscono in modo armonioso.
Volumi contemporanei e tracce di memoria

La pianta dell’appartamento si divide in due zone ben distinte: l’area giorno, un grande open space dove si fondono fluidi cucina, sala da pranzo, living e uno dei due terrazzi, quello più grande, attrezzato anche con tavolini per godersi l’aria aperta. L’altro terrazzo è invece collegato all’area notte, ricavata nella parte opposta della casa e composta da due camere da letto, uno studiolo e tre bagni (uno è per gli ospiti).

Uno degli elementi più caratteristici del progetto è il volume architettonico multifunzione pensato per articolare, organizzare e mettere in relazione i diversi ambienti dell’abitazione. Dislocato proprio nel cuore della casa e realizzato in legno okumè, integra armadiature, una libreria, lo studio e annuncia l’accesso alla zona notte. Attraversandolo, si viene accolti da un corridoio avvolto in una delicata tonalità blu polvere, che accompagna verso le zone più private della casa.
Luce e spazi fluidi nella zona giorno

Nella zona giorno le travature del solaio sono state lasciate volutamente esposte per suggerire perimetri invisibili sul pavimento. A organizzare visivamente lo spazio è anche il sistema di pareti vetrate che separa la cucina dalla zona d’ingresso situata proprio di fronte, senza interporre ostacoli alla visibilità tra i volumi e garantendo alla luce naturale di filtrare libera da sbarramenti. Qui, materiali naturali e finiture ricercate dialogano in armonia: gli arredi fissi e le porte sono tutti disegnati su misura e realizzati artigianalmente.
Come una bolla sospesa

La cucina, che affaccia sul living, è un blocco in acciaio e alluminio satinato, finitura che viene ripresa anche dagli sgabelli Déjà-vu di Magis, disegnati da Naoto Fukasawa. Un angolo hi tech illuminato dalla sospensione Magia di Davide Groppi, minimal ed eterea. I toni metallici appartengono anche alla zona pranzo, dove le sedie della stessa linea Déjà-vu di Magis e la scenografica lampada Arco (un classico di Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Flos, progettata nel 1962) si dispongono intorno al tavolo Saarinen di Knoll disegnato da Eero Saarinen nel 1957. Bianco, marmo e metallo, insieme, disegnano uno spazio etereo e solido al tempo stesso.
Il calore del colore

L’ambiente si riscalda nella zona living, dove un’inaspettata nota senape vellutata introdotta dal divano Le Mura di Mario Bellini per Tacchini riempie lo spazio con una presenza imponente. Di fronte, il tavolino basso della collezione Salto firmata da MAS Design. Realizzato in una miscela di sabbia, cemento e acqua, con dettagli in alluminio satinato, è stato scelto in una tonalità blu polvere pacata, che risuona con i tavolini in acciaio inox Burger OCT di Giorgio Bena e la ben nota lampada da tavolo Atollo, un cult disegnato nel 1977 da Vico Magistretti per Oluce.
Atmosfere composte per la zona notte

Una fluidità razionalista e minimale ricorre in tutti gli spazi della zona notte. La camera padronale riprende il blu polvere in alcuni dettagli, come il tessuto del copriletto o la poetica sospensione String Lights di Michael Anastassiades per Flos, che scende esile dal soffitto. Anche il calore del legno torna nelle finiture della porta e del parquet, proseguendo all’interno del bagno en suite, arricchito da pavimenti in marmo. La nota tech protagonista nella zona giorno è conservata qui grazie alla presenza delle applique Ortona Twin di Astro Lighting, ispirate al minimalismo anni Ottanta.
Dettagli raffinati per i servizi

L’estetica soft ed essenziale è condivisa da tutti i tre bagni, che si differenziano per colore. In quello degli ospiti emerge un’eleganza discreta dettata dalla tonalità cannella intensa e dalle forme arrotondate che segnano i profili di lavello, specchio, finestra e applique, la Roc di Marset, disegnata da Joan Gaspar nel 2019.