Le mani del design. Le alchimie di Incalmi

Autore:
Ali Filippini
  • Giornalista
Tempo di lettura: 6 minuti

Non solo vetro, ma anche metallo, fibre naturali e tessile. Il brand veneziano Incalmi fa della ricerca e degli stimoli che vengono dalla collaborazione con designer e artisti il focus del suo lavoro. E con l’apporto dei migliori artigiani, perché tutto è rigorosamente realizzato manualmente..  

Le mani del design.  Le alchimie di Incalmi

Ridare lustro, letteralmente, alle arti decorative è ciò che fa Incalmi, azienda che affonda le sue radici nell’arte della vetreria e ha permesso recentemente di far conoscere e apprezzare lo smalto a fuoco su rame sottraendo questa tecnica all’oblio.

Per poi abbracciare lavorazioni sempre nuove, anno dopo anno dal 2015 della sua fondazione, legando tra loro materiali differenti – metalli, pietre naturali, tessuti, ceramica, smalti, fibre naturali e legno – selezionando per ogni progetto gli artigiani e i fornitori più qualificati.

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Il dialogo con i designer

Le mani del design.  Le alchimie di Incalmi

L’obiettivo per Incalmi è sempre stato quello di riscoprire le tecniche artigianali tradizionali sperimentando in modo nuovo le potenzialità dei materiali e delle lavorazioni. Se all’inizio i pezzi nascono a firma dell’azienda stessa da un certo punto iniziano dei sodalizi che portano a nuovi prodotti.

Le collaborazioni con progettisti e artisti nascono dalla curiosità e dal desiderio di sperimentare che caratterizzano da sempre il dna di Incalmi – afferma Patrizia Mian, CEO del brand – Ogni anno, chiediamo a un designer di proporci un progetto, una sfida, che richieda uno sforzo creativo e produttivo da parte nostra, portandoci a scoprire lavorazioni, forme, tecniche e materiali sempre nuove. Il nostro obiettivo è quello di divulgare un’attenta sensibilità verso il saper fare italiano e la manifattura, coinvolgendo le eccellenze italiane nel campo dell’artigianato attraverso il design.

Il processo innescato mette in dialogo i clienti con artigiani e fornitori e l’azienda segue gradualmente tutte le fasi: dall’idea alla prototipazione fino al prodotto finito. E le collaborazioni incontrano giovani ma già affermati talenti come i designer Federica Biasi, Debonademeo, Zanellato/Bortotto. Tutti autori di una serie di capsule collection, presentate in occasione di fiere e manifestazioni dedicate al mondo del design e dell’arte, oltre che presenti, per la vendita, nelle piattaforme di collectible design.

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ph_Serena Eller

Riscoprire lo smalto su vetro

Le mani del design.  Le alchimie di Incalmi

Trait d’union con la cultura del vetro veneziana e i lampadari in vetro artistico con la struttura a vista, il metallo è uno dei materiali d’affezione di Incalmi che ha esplorato in particolare la duttilità del rame, sia “al naturale” che smaltato a fuoco. È proprio questa tecnica antica, già in uso all’azienda, ad essere ripresa e ulteriormente potenziata nella collezione sviluppata con Zanellato/Bortotto. Con Icalmi la coppia di designer ha iniziato a sperimentare la complessità del processo di lavorazione con un percorso che ha portato alla lampada Specola quindi allo sviluppo di piatti, maniglie, appendiabiti, tutti caratterizzati da una peculiare ricerca cromatica.

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Incalmi_Enamel Laboratory_ph Giacomo Bianco
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Incalmi_Enamel Laboratory_ph Giacomo Bianco

Lo smalto di vetro, unito al vetro e al rame, dona preziosità, e riflessi unici anche alla collezione Ossimori dello studio Debonademeo. Declinata in una libreria, un tavolino e una consolle, la collezione si distingue perché sia il vetro sia lo smalto sono materiali vivi che una volta in forno possono cambiare completamente la loro cromia in base alla temperatura – come raccontano i designer – cosicché il rosa tenue della colorazione non è scelto a tavolino ma frutto di prove di laboratorio per ottenere il perfetto bilanciamento cromatico.

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Sempre Debonademeo, con Alchimie proseguono il loro percorso di ricerca con l’intento di trasformare la polvere di vetro in altro, evocando così le texture di marmi e pietre dure. La collezione si compone di vasi, vassoi e lampade che rileggono il vetro di Murano e del metallo con oggetti dai volumi geometrici e modulari, con gli elementi tenuti insieme da un anello esagonale in metallo, da sovrapporre per creare forme differenti.

Le tecniche sono ispirate alla storia e al territorio: la lavorazione tradizionale del vetro di Murano sposa la smaltatura del rame, che in questo caso si evolve con una finitura galvanica.

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Incalmi_Alchimie_by Studio Debonamedeo_ph Serena Eller
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Incalmi_Alchimie_by Studio Debonamedeo_ph Serena Eller
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Incalmi_Alchimie_by Studio Debonamedeo_ph Serena Eller
Le mani del design.  Le alchimie di Incalmi
Incalmi_Alchimie_by Studio Debonamedeo_ph Serena Eller

Oltre il vetro: fibre e tessuti

Le mani del design.  Le alchimie di Incalmi
Incalmi_Koya_FedericaBiasi_Research_ Ph. Serena Eller Vainicher

I nuovi progetti indagano materiali lontani dal mondo della fornace e in qualche modo delle origini veneziane del brand.

La designer Federica Biasi dopo un viaggio in Giappone sul Monte Koya, dove gli artigiani lavorano preziosi oggetti in rattan, ha sviluppato il progetto omonimo frutto di una ricerca, soprattutto tecnica, portata avanti da alcuni anni in parallelo con l’azienda. La designer ha indagato i diversi intrecci e le fibre naturali nel mondo: dalle più comuni della tradizione italiana, come castagno, nocciolo, salice e vimini, fino all’esotico bambù quindi il rattan. Quest’ultimo è usato, insieme al vetro, in un coffee table, caratterizzato dall’unione di differenti tecniche di intreccio, da quelle asiatiche e a quelle locali, ereditate dalla scuola veneta di Barbisano.

La colorazione delle fibre è realizzata attraverso pigmentazioni naturali e tecniche di verniciatura capaci di sfruttare al meglio le caratteristiche intrinseche del materiale.

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Incalmi_Koya_FedericaBiasi_Research_ Ph. Serena Eller Vainicher

Ma Incalmi è sempre alla scoperta di lavorazioni e accostamenti inediti, per questo oltre alle collaborazioni con i designer allarga al dialogo con gli artisti che, uniti agli artigiani e fornitori, dimostrano altrettanta propensione a sperimentare. Come ha fatto recentemente l’artista Caterina Roppo con la sua opera Galateo Ancestrale sintesi di una ricerca sul tessile ispirata al tema del respiro. Sarà presentata nella Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio a Napoli, all’interno del programma 2024 di EDIT CULT, il prossimo ottobre (anche Koya sarà ad Edit, dove il brand espone regolarmente ma all’interno dell’Archivio di Stato).

L’artista ha sviluppato, grazie alle competenze di Incalmi, un’indagine tridimensionale in cui la dinamica e il movimento del respiro sono fermati nelle trame del tessuto di metallo galvanizzato e solidificato in forme che sembrano continuare a muoversi nello spazio.

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Incalmi_GalateoAncestrale_CaterinaRoppo_Research_ Ph. Serena Eller Vainicher
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Incalmi_GalateoAncestrale_CaterinaRoppo_Research_ Ph. Serena Eller Vainicher
Le mani del design.  Le alchimie di Incalmi
Incalmi_GalateoAncestrale_CaterinaRoppo_Research_ Ph. Serena Eller Vainicher

Le alchimie di Incalmi: foto e immagini

Ali Filippini
Ali Filippini, laureato in design al Politecnico di Milano, dottore di ricerca in Design, affianca all'attività didattica quella professionale in ambito editoriale collaborando come giornalista pubblicista per riviste di settore (Abitare, Auto&Design) e a progetti dedicati alla cultura del design. Per Pianeta Design i suoi contributi vertono maggiormente sui temi della tecnologia e dell’innovazione.