Il razionalismo toscano rinasce nel cuore di Firenze

Autore:
Monica Zani
  • Giornalista
Tempo di lettura: 5 minuti

Dopo vent’anni di silenzio e abbandono, nel cuore di Firenze torna a vivere uno dei più significativi esempi di architettura razionalista degli anni Cinquanta: Palazzo Ottaviani. Una nuova idea di residenza urbana, dove eleganza e autenticità si fondono in un’esperienza d’ospitalità senza tempo. Ph. by Stefan Giftthaler

Il razionalismo toscano rinasce nel cuore di Firenze
La terrazza della Penthouse panoramica

L’edificio, che si affaccia a pochi passi dall’Arno e dalle vie dello shopping, è stato oggetto di un accurato intervento di recupero firmato dallo studio Luigi Fragola Architects e voluto dalla famiglia San Giuliano, in collaborazione con Lungarno Collection, realtà dell’ospitalità di alta gamma legata alla famiglia Ferragamo.
È nato così un progetto che unisce rigore architettonico e sofisticata contemporaneità, creando dieci residenze esclusive — dai 50 ai 200 metri quadrati — pensate come un raffinato equilibrio tra l’intimità di una casa e l’eleganza di un hotel di lusso. Un nuovo format abitativo, capace di fondere la libertà di una dimora privata con i servizi personalizzati di un boutique hotel: concierge dedicato, housekeeping su richiesta, assistenza su misura e un servizio di accoglienza che parla la lingua della discrezione.

Il razionalismo toscano rinasce nel cuore di Firenze
La hall con alcune opere d’arte

Un razionalismo che guarda al futuro

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Zona relax
Il razionalismo toscano rinasce nel cuore di Firenze
Zona living

L’intervento parte da un gesto di rispetto. Il palazzo, con le sue linee pulite e la volumetria essenziale, appartiene a quella stagione del razionalismo toscano che, negli anni Cinquanta, seppe coniugare eleganza e funzionalità.

Abbiamo voluto restituire dignità e visibilità a una stagione architettonica spesso dimenticata, senza idealizzarla né snaturarla

racconta l’architetto Luigi Fragola.
Così il nuovo Palazzo Ottaviani dialoga idealmente con la vicina Stazione di Santa Maria Novella di Giovanni Michelucci, capolavoro fiorentino del 1935. Da quell’ispirazione sono nati infatti i codici compositivi che definiscono l’intervento: proporzioni rigorose, geometrie pure e materiali autentici. Ma qui quel razionalismo si fa ‘morbido’, reinterpretato in chiave sensoriale attraverso velluti, legni pregiati e luci calde che stemperano l’austerità originaria dell’edificio.

Il razionalismo toscano rinasce nel cuore di Firenze
La scala vista dall’alto

Ogni scelta è guidata da tre parole chiave: materia, proporzione e atmosfera. Pavimenti in travertino e portali in marmo scuro convivono con dettagli in ottone satinato e tonalità blu oltremare; boiserie in palissandro e tessuti Rubelli aggiungono una nota soft che trasforma gli spazi in luoghi di accoglienza raffinata.

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Una camera
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Una camera
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Una camera

L’interno di Palazzo Ottaviani è una dichiarazione di intenti, il design è inteso come narrazione culturale. Ogni ambiente è studiato con precisione sartoriale, che combina alta artigianalità e mood contemporaneo. Le lampade in vetro soffiato, i tappeti dai motivi geometrici disegnati ad hoc, i divani su misura e le boiserie in palissandro dialogano con le cucine a isola, concepite come attualissime scenografie domestiche.

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Il bancone della cucina
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Zona pranzo

Gli arredi, disegnati su misura, convivono con opere d’arte e oggetti selezionati in collaborazione con le gallerie d’arte locali in un approccio curatoriale che ancora una volta fonde due linguaggi: quello dell’interior design con quello dell’arte contemporanea, trasformando ogni residenza in una galleria privata.

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Un bagno in marmo
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Particolare del lavabo

L’arte come parte integrante del progetto

Il razionalismo toscano rinasce nel cuore di Firenze
La hall con alcune opere d’arte

Come dicevamo, a Palazzo Ottaviani l’arte non è un accessorio, ma una parte integrante del racconto architettonico. Lo studio Fragola ha coinvolto quattro importanti artisti fiorentini — Fiona Corsini, Andrea Benedetto, Caterina Bacci e Caterina Enni Misson — invitandoli a realizzare opere site-specific capaci di dialogare con la luce e i volumi del palazzo.
Il percorso culmina con l’intervento dell’artista messicano Esteban Fuentes de María, autore di un’imponente opera per la Rooftop Penthouse: un pavone dipinto su lastra di marmo, simbolo di rinascita e bellezza. È un segno potente, che diventa manifesto visivo del progetto e metafora del destino stesso dell’edificio: rinato dalle proprie ceneri con nuova consapevolezza.

La Penthouse: lusso silenzioso sopra i tetti di Firenze

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La terrazza della Penthouse panoramica

Cuore del progetto è la Penthouse panoramica, un appartamento di 185 metri quadrati interni e 130 di terrazza con vista sui tetti e sulle cupole della città. Qui la luce naturale entra da ampie vetrate, definendo un paesaggio di chiaroscuri che cambia con le ore del giorno. Il design punta su materiali nobili e sulla purezza delle forme: marmi, legni scuri, tessuti pregiati e opere di Ettore Sottsass per la storica argenteria Pampaloni 1902. Nessuna ostentazione, solo equilibrio e discrezione. Il lusso, in questa visione, non è mai rumoroso: è tempo, spazio e silenzio.

Il razionalismo toscano rinasce nel cuore di Firenze: foto e immagini