Roma: bonus 110% non parte per colpa della burocrazia
Fermi a Roma i lavori per il superbonus 110% a causa dei ritardi degli uffici comunali per sanare gli abusi edilizi. L’ultimo condono risale a 40 anni ma sono 180mila le pratiche ancora inevase. La preoccupazione di Diego Buono, presidente della Cassa geometri.
Il Bonus 110%, uno degli interventi normativi da parte del Governo Italiano he maggiormente sta impattando positivamente sulla ripresa economica, è però spesso limitato e bloccato dai ritardi della burocrazia italiana che ci mette, mal volentieri, lo zampino, nel fermare o peggio ancora nel ritardare l’avvio dei lavori.
Per avviare i lavori di ristrutturazione e di riqualificazione energetica, meglio noti come Superbonus 110%, occorre infatti essere certi che l’abitazione oggetto delle opere non presenti difformità rispetto alle planimetrie risultanti al Catasto.
Il compito pertanto del tecnico incaricato dal committente è di recarsi preventivamente presso l’ufficio del Comune in cui è sito l’immobile, per verificare e controllare che sia tutto in ordine.
Qualora dovesse esistere una difformità contenuta, ovvero nel limite di tolleranza del 2%, è sufficiente redigere una dichiarazione sostitutiva di atto notorio con cui si certifica che la difformità dell’abuso rientra nella normativa prevista per accedere al Superbonus.
Altrimenti occorre fare la sanatoria edilizia. Occorre presentare una domanda al Comune che comminerà una sanzione pecuniaria, proporzionale all’ammontare dell’abuso. Avvenuto il pagamento, l’immobile sarà regolarizzato e si potrà dunque dare avvio ai lavori senza temere di perdere l’agevolazione del 110%.
C’è un però: se gli uffici comunali dove va presentata la richiesta di sanatoria è oberata di lavoro, i ritardi possono essere un problema serio, impedendo l’inizio dei lavori e rischiando di non consentire di poter richiedere l’agevolazione fiscale.
Il caso eclatante è Roma, la Capitale d’Italia, con addirittura 180mila pratiche di condono edilizio inevase. A lanciare il grido d’allarme è stato Diego Buono, da poco rieletto presidente della Cassa geometri che in un’intervista al Corriere della Sera ha espresso tutto il suo disappunto per i ritardi che rischiano di far saltare numerosi cantieri e dunque rallentare fortemente la ripresa economica.
Il condono edilizio, che a Roma risale a ben 40 anni fa ma che non è ancora arrivato a conclusione, determina ritardi per i cittadini che vorrebbero beneficiare oggi degli incentivi. Solo per citare alcuni dati, i superbonus richiesti per le ristrutturazioni del 110%, a Roma sono 98 in tutto secondo i dati in possesso della cassa geometri. Buono, nell’intervista, ci tiene a specificare:
Certo, molto dipende anche dal tipo di incentivo al quale si vuole accedere, vi sono dei “bonus” ordinari dei quali si può beneficiare, seppure con difficoltà. Perché la realtà è che tutto il patrimonio immobiliare di Roma non è stato ancora digitalizzato, e quindi per avere autorizzazioni e permessi, per i quali è necessaria la storia dell’immobile, è sempre molto complicato
E sottolinea che le pratiche inevase del condono edilizio sono il problema:
per cui i cittadini che pure le hanno regolarmente presentate a suo tempo, non solo sono ancora in attesa, ma non possono accedere a molti incentivi, compreso il “bonus sisma” , che potrebbe essere molto utilizzato perché permette di rafforzare la struttura del proprio edificio adeguandolo alle norme sismiche.
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Ed il presidente stesso, a nome della categoria, è pronto a dare una mano per velocizzare le pratiche edilizie:
A questo punto visto che l’amministrazione non riesce in tempi brevi a dare riscontro alle richieste di accesso agli atti delle licenze edilizie, si potrebbe creare una sinergia con gli ordini professionali per poter smaltire quanto prima le richieste. Compresa la definizione delle pratiche del condono.