Ricarica auto elettrica in condominio

Autore:
Davide Bernasconi
  • Giornalista

Come affrontare e risolvere il problema dell’installazione delle colonnine per la ricarica delle auto elettriche in condominio. La normativa in vigore. La maggioranza necessaria per l’approvazione. Cosa fare se i condomini bocciano la proposta. I costi per l’installazione, il calcolo dei consumi.

Three converted Prius Plug-In Hybrids charging at San Francisco City Hall

Le auto elettriche sono destinate ad essere il futuro del trasporto urbano, un mezzo pulito, ecologico e decisamente economico, almeno nei consumi, che ridurrà senza dubbio l’inquinamento atmosferico.

In questo momento, i prezzi delle auto sono ancora decisamente elevati, ma con il passare del tempo, tutte le più importanti case automobilistiche stanno dedicando risorse nel progettare e realizzare modelli alla portata di tutte le tasche, per conquistare fette di mercato sempre più consistenti.

E la semplicità con cui le auto elettriche possono essere ricaricate, come si trattasse di uno smartphone od altro devices tecnologico, ovvero mediante una colonnina che può essere installata in uno spazio ridotto, rende indipendenti gli automobilisti, potendo “fare il pieno” anche nel garage di casa.

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Se per i box privati i problemi non sorgono in quanto trattasi di proprietà privata, potrebbe sorgere qualche problema quando uno o più condomini propongono l’installazione di una colonnina per ricaricare  le auto negli spazi comuni del condominio.

Colonnina ricarica auto elettrica: normativa

Un primo intervento legislativo è avvenuto con la legge 134 del 2012, nella quale vennero stabilite novità in materia di mobilità elettrica, ancora non troppo diffusa, ma in previsione di un notevole sviluppo del mercato. L’obbiettivo era consentire ai proprietari di autovetture elettriche di poter ricaricare la batteria senza troppi problemi.

Con tale legge, venne aggiunta la norma che prevedeva la predisposizione all’installazione di colonnine di ricarica come uno dei requisiti fondamentali per ottenere la certificazione di abitabilità.

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Il successivo decreto legislativo 257/2016 ha reso più chiara la materia. E’ stato introdotto il principio secondo il quale gli edifici di nuova costruzione, aventi più di 10 unità abitative devono prevedere la possibilità di allaccio per l’installazione delle colonnine per la ricarica delle vetture elettriche in misura pari ad almeno il 20% dei posti disponibili per parcheggiare l’auto.

Gli edifici non residenziali con superficie utile pari ad almeno 500 metri quadri, devono prevedere l’installazione di almeno una colonnina per ciascun posto auto.

Inoltre, sul territorio comunale, gli impianti di ricarica vengono considerate opere di urbanizzazione primaria realizzabili in regime di esenzione dal contributo di costruzione.

Installazione in condominio

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Affrontiamo il problema per quanto riguarda i condomini già esistenti, e dunque non soggetti, al momento, alla normativa in materia di nuova edificazione.

La volontà di uno o più condomini all’installazione di colonnine all’interno delle aree condominiali comuni, è concessa secondo l’articolo 110 del codice civile e deve sottostare all’approvazione dell’assemblea di condominio, in prima o in seconda convocazione, secondo le maggioranze previste dall’articolo 1136, secondo comma, del codice civile.

Quindi è necessaria la maggioranza semplice dei condomini purché titolari di più della metà dei millesimi di proprietà, sia in prima che in seconda convocazione. Dunque un’opportunità interessante e che semplifica l’approvazione dei lavori.

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La delibera di approvazione prevede implicitamente che anche i condomini  che abbiano espresso parere negativo, possano in un secondo momento aderire al progetto, utilizzando le colonnine e contribuendo al costo di installazione e manutenzione.

Se l’assemblea non approva

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Qualora l’assemblea non approvi, rimane la libertà per uno o più condomini di provvedere all’installazione delle apposite colonnine.

In questo caso, entro tre mesi dalla richiesta fatta per iscritto, il singolo condomino può installare, a proprie spese, i dispositivi adatti.

Unico vincolo da rispettare, è che l’installazione non provochi od arrechi danni alle parti comuni, oltre a non risultare d’intralcio per il regolare diritto di passaggio.

Nessun vincolo invece, se l’installazione avviene tramite un wall box, ovvero una postazione all’interno del proprio garage, che può avvenire in qualunque momento senza particolari richieste o permessi.

Ripartizione delle spese

Il criterio di ripartizione delle spese derivanti dall’utilizzo delle colonnine per la ricarica è molto semplice ed immediato: si tratta di un servizio misurabile mediante i consumi realizzati, come da contatore dell’energia elettrica installato per il dispositivo.

Quanto costa installare una colonnina per ricarica elettrica

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Passando ad analizzare i costi da sostenere per l’installazione di una colonnina adibita alla ricarica dell’auto elettrica, un modello wall box, ovvero collocabile all’interno del proprio garage ed dunque ad uso strettamente personale, il costo medio può variare fra €1000 e €2000.

Per una postazione condominiale, esterna e condivisibile da chiunque ne abbia fatto richiesta contribuendo alle spese, cosiddetta intelligente in quanto riconosce appunto chi ha diritto all’utilizzo, il costo oscilla intorno a €3000 circa.

Detrazione fiscale: come fare

L’installazione di una colonnina per la ricarica dell’auto elettrica, sia che avvenga in condominio che in una casa privata, è agevolata dall’Ecobonus che permette di effettuare la detrazione, al momento della dichiarazione dei redditi, di una parte delle somme spese per i lavori.

Più precisamente, il contribuente può portare in detrazione il 50% dell’importo speso per la sua installazione, costi di progettazione e consulenze varie comprese, in 10 rate annuali di pari importo.

Pertanto, per esemplificare, se la somma spesa è di €1000, il contribuente potrà detrarre €500 euro in anni, diviso in 10 rate di €50 ciascuno a partire dall’anno successivo alla sua installazione.

Ecobonus 110%: come risparmiare

Una grossa novità in materia fiscale è arrivata con l’estate 2020; in seguito all’emergenza Coronavirus il Governo Italiano ha deciso di attuare una serie di provvedimenti in materia fiscale per rilanciare l’economia del Paese.

Fra questi, si inserisce anche la modifica dell’Ecobonus, ridenominato in termini giornalistici come Superbonus e che consente al contribuente italiano di detrarre addirittura il 110% delle spese sostenute per migliorare l’efficienza energetica dell’abitazione, detraibile in 5 anni (non più 10 quindi) per le opere effettuate nel periodo 1° luglio 2020/31 dicembre 2021.

Oppure, in alternativa, si può cedere la detrazione alla ditta che esegue il lavoro: in questo modo l’intervento diventa interamente a costo zero.

Ma c’è un però, dato che l’installazione della colonnina per la ricarica deve avvenire contestualmente ad altre opere che migliorano l’efficienza energetica, più precisamente:

  • interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo, entro un limite di €60000 moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio.
  • sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A, a pompa di calore, ibridi o geotermici con abbinamento eventuale ai sistemi fotovoltaici (limite di spesa fissato a €30000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari) simili interventi sugli edifici unifamiliari (terzo tipo) con limite a €30000.

La richiesta dell’ecobonus con aliquota 110% deve essere fatta esclusivamente da:

  • un contribuente per la sua prima casa
  • un condominio
  • Istituti autonomi case popolari
  • cooperative sociali di abitazione.

La superdetrazione è ammessa anche per lavori di installazione effettuati nella seconda casa, mentre rimangono esclusi unicamente gli immobili appartenenti alle seguenti classi catastali: A1, A8 e A9.

Quanto costa ricaricare l’auto elettrica

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Il costo da sostenere per la ricarica completa della propria auto elettrica dipende da:

  • veicolo
  • grandezza della batteria.

In linea generale, le auto elettriche attualmente sul mercato sono dotate di una batteria compresa tra 16 kWh e 24 kWh, in grado di garantire un’autonomia tra da 110 e 160 km con “un pieno elettrico”.

Il consumo di un’auto elettrica è dal rapporto km/kWh (chilometri per chilowattora). In genere i valori sono compresi tra 6 e 8 km/kWh. Ad abbassare i valori è lo stile di guida.

Per avere un’idea generale, un kWh ha un costo in bolletta, tutto compreso, pari a circa €0,25: con un euro ci possono dunque percorrere circa 32 km. Condizioni ancora più favorevoli per chi ha un impianto fotovoltaico nell’abitazione, con notevoli risparmi per il bilancio famigliare.