Pagamento quote condominiali in contanti: legale o illecito? Scopri la verità!

Autore:
Elisabetta Coni
Tempo di lettura: 4 minuti

Il pagamento delle quote condominiali è un aspetto cruciale nella gestione di un condominio, ma sorgono dubbi sulla modalità di pagamento, in particolare l’utilizzo del contante. È importante comprendere se il pagamento in contanti sia legale alla luce delle leggi e delle sentenze pertinenti, e se sia obbligatorio un conto corrente condominiale da parte dell’amministratore.

Pagamento quote condominiali in contanti: legale o illecito? Scopri la verità!
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Prima della Riforma del Condominio, la mancanza di un conto corrente condominiale poteva essere considerata un fondato sospetto di gravi irregolarità nei giudizi di revoca dell’amministratore. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7162 del 10 maggio 2012, ha affermato che l’amministratore di condominio è tenuto a far affluire i versamenti delle quote condominiali su un conto corrente separato intestato al condominio, anche in assenza di specifiche norme che lo impongano.

Successivamente, la legge n. 220/2012 ha introdotto l’obbligo esplicito per l’amministratore di aprire un conto corrente condominiale e di far transitare tutte le somme attraverso tale conto. L’articolo 1129, comma 7 del Codice Civile stabilisce che l’amministratore è tenuto a far transitare le somme ricevute dai condomini o da terzi su uno specifico conto corrente intestato al condominio. Inoltre, ogni condomino ha il diritto di richiedere la rendicontazione periodica del conto corrente a proprie spese.

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Una recente sentenza del Tribunale di Napoli, la n. 1232 del 3 febbraio 2023, si è occupata della questione del pagamento delle quote condominiali in contanti. Secondo questa decisione, non vi è divieto di raccogliere le quote in contanti per poi trasferirle sul conto corrente condominiale. Pertanto, l’amministratore non può rifiutare il pagamento delle rate condominiali in contanti, poiché ciò costituirebbe una irregolarità nell’esercizio del mandato.

Tuttavia, è importante notare che l’amministratore potrebbe rifiutare il contante se, con un’apposita delibera condominiale, si fosse stabilito di utilizzare la moneta elettronica per la raccolta delle rate mensili. In questo caso, il rifiuto dell’amministratore di accettare contanti sarebbe legittimo, e un’eventuale azione di revoca giudiziaria da parte di un condomino sarebbe inammissibile o infondata, come confermato dalla sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere del 28 maggio 2015.

È importante tenere presente che l’art. 1, comma 384 della Legge di Bilancio 2023 ha modificato l’art. 49 del Decreto Legislativo 21 novembre 2007, n. 231, alzando da € 2000 a € 5000 il limite per le operazioni di trasferimento di denaro contante. Di conseguenza, è vietato trasferire in contanti un importo pari o superiore a € 5000. Questo divieto non si applica se il trasferimento avviene tramite istituti di credito, Poste Italiane, istituti di moneta elettronica o istituti di pagamento, che offrono mezzi di pagamento tracciabili.

Pagamenti in contanti, quando l’amministratore rischia la revoca dell’incarico

La possibilità di revocare il mandato dell’amministratore condominiale per il semplice motivo che accetta pagamenti in contanti dipende dalle circostanze specifiche e dalle decisioni dell’assemblea condominiale. In base alla sentenza del Tribunale di Napoli sembra di no. Tuttavia, la revoca dell’amministratore richiede motivazioni valide e un procedimento formale. Secondo l’articolo 1129 del Codice Civile italiano, l’assemblea dei condomini può revocare l’amministratore solo per giusta causa.

La mera accettazione di pagamenti in contanti, senza alcun’altra irregolarità o violazione delle sue responsabilità, potrebbe non costituire una giusta causa sufficiente per la revoca del mandato. Si consiglia comunque di consultare un esperto legale per ottenere informazioni e chiarimenti specifici sin merito ed adempiere agli obblighi legali e garantire una corretta gestione finanziaria del condominio.

Se l’amministratore condominiale commette un’azione di appropriazione indebita trasferendo i contanti ricevuti per le quote condominiali su un altro conto corrente personale o diverso da quello del condominio, si tratta di un comportamento irregolare e potenzialmente illegale. Tale azione costituisce una violazione delle responsabilità dell’amministratore e un uso improprio dei fondi condominiali.

In questo caso, i condomini hanno il diritto di agire per vie legali e  proteggere i loro interessi. Soprattutto, controllando i movimenti del conto corrente del condominio e raccogliendo altre prove per confutare questa tesi.