Case green: scatta l’obbligo dei pannelli solari, ma per quali edifici?
Sono tante le novità in arrivo dopo il via libera definitivo alla direttiva Case Green che indirizza l’Europa sulla strada per raggiungere un parco immobiliare completamente decarbonizzato entro il 2050. Nella revisione della direttiva è presente l’obbligo dei pannelli solari, ma per quali edifici? Scopriamolo insieme.
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Come risaputo, nei giorni scorsi il consiglio Ecofin ha dato l’ok definitivo alla direttiva europea sulle case green, con approvazione a maggioranza qualificata degli Stati membri che avranno due anni di tempo dal momento della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Ue per presentare i loro piani di ristrutturazione del parco edilizio residenziale. Gli obiettivi principali riguardano le ristrutturazioni, in particolare per gli edifici con le peggiori prestazioni, anche se ci sarà una differenza sostanziale tra i residenziali e non.
Tra le novità, scatta anche l’obbligo di installare i pannelli solari sui nuovi edifici pubblici e non residenziali, che sarà progressivo dal 2026 al 2030. Inoltre, la direttiva rivista introduce un requisito specifico per tutti i nuovi edifici che devono essere “solar ready”. Vediamo, nel dettaglio, di cosa si tratta.
Direttiva case green, obbligo dei pannelli solari per alcuni edifici

Come anticipato, nella direttiva case green è previsto l’obbligo di installazione dei pannelli solari sui nuovi edifici pubblici e non residenziali, anche se i target variano in base alle dimensioni dell’edificio. Nel dettaglio, i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie coperta utile superiore a 250 metri quadri, la data di scadenza da fissare sul calendario è il 31 dicembre 2026. Inoltre, le nuove costruzioni dovranno essere solar ready, ovvero dovranno essere idonee a ospitare in un secondo momento impianti fotovoltaici o solari termici sul tetto.
Gli Stati membri dovrebbero garantire la realizzazione di impianti solari adeguati sui grandi edifici pubblici esistenti e sugli edifici non residenziali esistenti sottoposti a ristrutturazioni importanti o per i quali è richiesta un’autorizzazione, nonché sui nuovi parcheggi coperti.
Cosa prevede la direttiva case green?
La revisione della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD) ha lo scopo di raggiungere un parco immobiliare completamente decarbonizzato entro il 2050. Nel dettaglio, per quanto riguarda gli edifici residenziali, ciascuno Stato membro adotterà un proprio percorso nazionale per ridurre il consumo medio di energia primaria del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
Ricordiamo che le misure nazionali dovranno garantire che almeno il 55% della diminuzione il consumo medio di energia primaria viene raggiunto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni, ma gli Stati membri sono liberi di scegliere a quali edifici rivolgersi e quali misure adottare. Spostando l’attenzione sugli edifici non residenziali, è prevista l’introduzione graduale di standard minimi di prestazione energetica per ristrutturare il 16% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2033.
Tutti i nuovi edifici residenziali e non residenziali dovranno avere zero emissioni in loco di combustibili fossili, a partire dal 1° gennaio 2028 per gli edifici di proprietà pubblica e dal 1° gennaio 2030 per tutti gli altri nuovi edifici, con possibilità di specifiche esenzioni.