Bonus impianto allarme 2023: come funziona, come pagare, documenti

Autore:
Davide Bernasconi
  • Giornalista

Come godere della detrazione per l’acquisto di un antifurto e l’installazione di un impianto allarme nella propria abitazione nel 2023. Quali spese possono essere detratte. Beneficiari. Aliquota. Modalità di pagamento.

Bonus impianto allarme 2023: come funziona, come pagare, documenti
proteggere la casa

Proteggere la propria abitazione, villetta od appartamento che sia, con un impianto di sicurezza non è un’inutile spesa di questi tempi.

Anzi, progettare un sistema oltre a migliorare la protezione e le condizioni di sicurezza dei propri famigliari, può essere ammortizzata, in termini economici, sfruttando al meglio l’agevolazione fiscale che consiste in una detrazione al momento della dichiarazione dei redditi.

Vediamo come funziona.

Bonus impianto allarme 2023: spese incluse

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Anche per il 2023 il Governo Italiano ha prorogato il bonus fiscale per le ristrutturazioni edilizie.

La conferma al momento è sicura anche per il 2024 mentre per il 2025 è previsto il ritorno all’aliquota del 36% come avveniva nei primi anni di introduzione del beneficio fiscale.

Le spese di installazione per il miglioramento del grado di sicurezza delle abitazioni sono inserite a pieno diritto, consentendo al cittadino di portare in detrazione il 50% delle spese sostenute riguardanti:

  • impianti di videosorveglianza
  • impianti di antifurto
  • vetri antisfondamento
  • porte blindate
  • tapparelle motorizzate e meccaniche
  • installazione o sostituzione di catenacci, serrature e spioncini
  • installazione o sostituzione di cancelli, cancellate e protezioni murarie.

Il criterio base è che si tratta di spese relative ad “interventi relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio di compimento di atti illeciti da parte di terzi”.

Sono pertanto inclusi i costi sostenuti per:

  • acquisto degli impianti
  • progettazione e installazione di un antifurto in casa o ufficio, spese professionali
  • sopralluoghi e perizie da parte di esperti nel settore sicurezza.

Bonus impianto allarme 2023: beneficiari

Bonus impianto allarme 2023: come funziona, come pagare, documenti
Autore: TheDigitalWay / Pixabay

Ad aver diritto all’agevolazione fiscale sono le seguenti categorie:

  • proprietario dell’immobile;
  • titolare del diritto di godimento;
  • familiare convivente: il coniuge, il componente dell’unione civile, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado.
  • coniuge separato qualora assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge;
  • convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato.

Anche colui che esegue in proprio i lavori per l’installazione di un impianto di sorveglianza ha diritto al bonus fiscale.

In tale caso potrà indicare unicamente i costi sostenuti per l’acquisto dei materiali.

Bonus impianto allarme 2023: aliquota e periodo

impianto-allarme
impianto di allarme

L’agevolazione fiscale consiste in una detrazione IRPEF del 50% del costo sostenuto fino ad un massimo di €96.000 di importo totale, comprendendo tutte le spese sostenute nell’ambito del progetto di ristrutturazione di una casa, villa od appartamento.

In pratica si può detrarre in dichiarazione fino ad un massimo di €48.000 (50% di 96.000).

La detrazione viene effettuata in 10 rate annuali di pari importo.

Ad esempio, se la spesa per l’acquisto ed installazione di un impianto è pari a €5.000 nel 2023, il massimo della detrazione ammessa sarà il 50% della spesa, dunque €2.500.

Pertanto la quota detraibile in dichiarazione dei redditi sarà fissata in rate di €250 per 10 anni consecutivi, a partire dalla dichiarazione dei redditi che verrà compilata nel 2024.

Periodo

La detrazione è relativa ad interventi effettuati nell’anno solare 2023, dunque dal 1° gennaio fino al 31 dicembre compresi.

Bonus impianto allarme 2023: modalità di pagamento

Requisito importante è che i pagamenti vengano effettuati in modo che rimangano tracciati, ovvero mediante un bonifico parlante, postale o bancario, sul quale risultano:

  • causale del versamento, con riferimento alla norma (articolo 16-bis del Dpr 917/1986)
  • numero, data ed importo delle fatture
  • codice fiscale del beneficiario della detrazione
  • codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento.