Un Safari in salotto

Autore:
Ali Filippini
  • Giornalista

Torna a graffiare il sistema di sedute Safari rieditato dopo mezzo secolo da Poltronova, indiscussa icona del design italiano anni Sessanta.

Un Safari in salotto
Archizoom Associati, Safari, sofa, Centro Studi Poltronova, photo Serena Eller

Un grande calco che riproduce la zampa di un felino: è l’impattante Safari, un divano scultura che sembra uscito da un night club anni Settanta mentre si tratta di un’icona indiscussa della felice, per quanto breve, avanguardia del Pop Design italiano.

Safari è parte della collezione permanente di prestigiose istituzioni museali tra cui il Centre Pompidou e il Museo di Belle Arti di Montreal e insieme ad altri pezzi della collezione Poltronova, l’azienda toscana al centro del rinnovamento impresso al design di quella stagione progettuale, torna a epatér le bourgeois  con la sua carica e forza comunicativa.

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Archizoom Associati, Safari, sofa, Centro Studi Poltronova, photo Serena Eller

Esotismi anni sessanta

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Archizoom Associati, Safari, sofa, Centro Studi Poltronova, photo Serena Eller

Quando Safari viene messo in produzione per la prima volta, nel 1968, per la sua struttura è utilizzata la tecnica sperimentale del fiberglass all’epoca innovativa per l’arredo. Per il rivestimento di seduta e schienale i progettisti scelgono un tessuto animalier stampato con decorazione leopardo utilizzato anche per il tappeto in poliuretano espanso collocato in mezzo alle sedute.

Più che un divano Safari è una seduta multipla con il profilo dello schienale configurato in una serie di onde, nel vuoto centrale, cui si accede mediante un varco.

In questo modo si invitava a non usare semplicemente il divano ma a raccogliersi internamente in esso come in una sorta di rito tribale. Componibile, l’insieme è costituito da 4 pezzi per due tipologie di seduta: due moduli poltrona e due moduli divanetto.

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Archizoom Associati, Safari, sofa, Centro Studi Poltronova, photo Serena Eller

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Pop Design

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Archizoom Associati, Safari, sofa, Centro Studi Poltronova, photo Serena Eller

La coraggiosa scelta dell’animalier leopardo aveva un richiamo colto nell’opera Bedroom ensemble (1963) di Claes Oldenburg, maestro della Pop Art e della sua successiva Leopard chair. Allo stesso modo esprimeva un gusto volutamente Kitsch adottato dai designer più giovani in quegli anni per andare controcorrente rispetto ai dettami del design più conformista ed elegante.

Da questo punto di vista il pezzo è un manifesto del design irriverente, ironico e volutamente provocatorio che contraddistingue, insieme ad altri fenomeni, il sessantotto.

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Il gruppo Archizoom

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1968-Archizoom-divano-Safari-Ph.-Dario-Bartolini

Il gruppo, fondato a Firenze nel 1966 e sciolto nel 1974, era composto da giovani neolaureati della facoltà di architettura: Andrea Branzi, Gilberto Corretti, Paolo Deganello e Massimo Morozzi, ai quali si aggiunsero Dario e Lucia Bartolini. Rappresentava insieme a Superstudio una delle voci più autorevoli del movimento dell’architettura radicale. Tra il 1966 e il 1973 Superstudio realizzò per Poltronova, oltre a Safari, alcuni mobili altrettanto provocatori come il divano Superonda, la lampada Sanremo e la poltrona Mies. Safari è un manifesto di quella stagione, ben sintetizzato dal testo, irriverente, che compariva nella sua pubblicità e scritto dai designer: “Un pezzo imperiale nello squallore delle vostre pareti domestiche. Un pezzo più bello di voi. Un pezzo bellissimo che non meritereste. Sgombrate il vostro salotto! Sgombrate anche la vostra vita!”

Un’azienda sui generis

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Archizoom Associati, Safari, sofa, Centro Studi Poltronova, photo Serena Eller

La manifattura di arredamento italiana Poltronova viene fondata ad Agliana, in provincia di Pistoia, nel 1957 da Sergio Cammili, un imprenditore dal background artistico che coinvolge Ettore Sottsass come direttore creativo per produrre oltre a pezzi di arredamento modernista ed elegante, spesso realizzati in legno, anche qualcosa di più sperimentale.

Negli anni Sessanta, in una regione come la Toscana che di design non produceva niente, lavorava con i migliori designer italiani come Gae Aulenti, Paolo Portoghesi, Giovanni Michelucci, Angelo Mangiarotti, De Pas–D’Urbino–Lomazzi. Rimane per questo una pietra miliare nella storia del design del nostro paese.

Ripartire dall’archivio

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Ultrafragola-Monografia (Cnetro Studi Poltronova)

Il Centro Studi Poltronova, creato nel 2005, porta avanti la ricerca d’archivio degli importanti documenti relativi allo storico marchio e parallelamente continua ad editare i suoi prodotti più famosi, come Safari, presentato al pubblico nella “nuova versione” dopo oltre 50 anni nel contesto della mostra Afro-Tyrolean Kitsch durante la Design Week 2022.

Il Centro Studi Poltronova, ospitato da alcuni anni in un’ex-pertinenza dell’Antico Setificio Fiorentino nel cuore del quartiere di San Frediano nell’Oltrarno, rimane un’”azienda atipica” che svolge attività di studio e divulgazione sul design radicale, anche attraverso la pubblicazione di una serie di monografie dedicate ai prodotti più noti.

Oltre a questo manteniene la dimensione produttiva realizzando pezzi su richiesta per il mercato internazionale affidati alle mani dei suoi storici artigiani.

Riedizioni

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Superonda, Laura Bethan Wood, ph. Serena Heller

Il rapporto continuo e privilegiato con i designer dei progetti storici, con cui vengono discusse riedizioni e varianti, lascia spazio alla collaborazione con progettisti più giovani. Ad esempio l’inglese Laura Bethan Wood è l’autrice del rivestimento ispirato alla pavimentazione “a terrazzo” dei palazzi veneziani usato in una delle due nuove versioni del divano Superonda presentato sempre lo scorso anno.

La nostra missione è quella di rendere alcuni dei più caratteristici mobili e pezzi d’illuminazione di Poltronova disponibili sul mercato

dichiara Roberta Meloni che all’inizio degli anni Duemila ha recuperato il marchio storico dando il via a un nuovo corso basato sulla documentazione storica e sulle riedizioni di pezzi storici.

Un Safari in salotto: immagini e foto