Fondazione Vico Magistretti Milano: intervista a Margherita Pellino
Fondazione Vico Magistretti Milano: il lavoro di Vico Magistretti e il suo legame con la città, nell’atmosfera originale del suo studio milanese, raccontati da Margherita Pellino, Responsabile dell’archivio storico della Fondazione Vico Magistretti.
Quando è nata la Fondazione e di cosa si occupa? Cosa vuole trasmettere e raccontare al pubblico la Fondazione studio museo Vico Magistretti?
“La Fondazione studio museo Vico Magistretti (www.vicomagistretti.it/it/il-museo/), è nata nel 2010 ed è dedicata all’architetto e designer milanese che ha contribuito a creare e a diffondere nel mondo, tra gli anni Sessanta e Novanta del secolo scorso, l’Italian Design. Si tratta di una fondazione promossa e voluta dalla famiglia Magistretti, a cui aderiscono, in qualità di fondatore istituzionale, Triennale Milano e, con la carica di fondatori, Artemide, Cassina, De Padova, Flou, Oluce.
La FVM vuole tutelare e valorizzare l’archivio e con esso il lavoro di Vico Magistretti mostrando al pubblico non solo i progetti realizzati dall’architetto e designer ma anche l’iter progettuale a essi relativo, grazie ai documenti d’archivio. Infine la FVM si propone di promuovere, a livello nazionale e internazionale, l’architettura e il design italiani, per questo dal 2012 propone mostre itineranti sul design e sull’architettura di Vico Magistretti che sono state ospitate in moltissimi Istituti Italiani di Cultura del mondo, da New York a Jakarta. La Fondazione studio museo Vico Magistretti ospita nella propria sede mostre di design e architettura e propone visite guidate, conversazioni e incontri sugli stessi temi nonché laboratori e attività educative per gli studenti.”
Può parlarci della curatela dell’allestimento permanente dello studio museo? Ovvero quali sono stati i criteri scelti nell’evidenziare sia gli elementi originali dello studio e sia quelli dei progetti selezionati per l’esposizione?
“Quando, nel 2010, la FVM ha aperto al pubblico la grande stanza di ingresso dove il geometra Franco Montella, storico e straordinario assistente di Vico Magistretti per oltre 50 anni, lavorava circondato da tecnigrafi, armadi, cassettiere, tavoli, sedie, prototipi è diventata lo spazio delle mostre temporanee. Svuotata di tutto, ogni anno ha accolto un nuovo allestimento per nuovi approfondimenti e racconti su VM attraverso i documenti dell’archivio storico, oggi accessibile a tutti all’indirizzo archivio.vicomagistretti.it.
La sala per le riunioni invece, che oggi accoglie anche le visite guidate di gruppo e che funziona anche come sala di consultazione dell’archivio, ha ancora lo stesso tavolo che aveva messo lì Pier Giulio e la lampada Sonora, scelta – e disegnata – da Vico Magistretti. Infine la stanza di Vico, il suo studio vero e proprio, è stata conservata praticamente come era – basta immaginarla senza i due computer, la stampante e lo scanner, strumenti di chi oggi lavora in FVM – con i due tavoli da lavoro, il divano di pelle nera e i pannelli di legno pieni di disegni, foto, cartoline, lettere e biglietti appuntati. L’idea è stata quindi quella di mantenere lo studio come VM l’aveva vissuto, ma al contempo avere uno spazio più libero per realizzare esposizioni temporanee che mostrino la ricchezza e la varietà dell’archivio.”
La cosa più notevole di Magistretti è la ricchezza e la varietà della sua produzione… ce ne vuole parlare?
“Vico Magistretti comincia la sua attività nel 1945, subito dopo la laurea in Architettura al Politecnico di Milano. Come dice in un’intervista: “Mi sono laureato nel 1945 in architettura, praticamente è stata una specie di preparazione a quello che poi è stato un lavoro abbastanza importante nella mia vita: il design. L’ho fatto per forza all’inizio del mio lavoro perché all’inizio, a 25 anni, è difficile avere la coda di clienti che vengono a farti fare grattacieli, molto difficile… Tra l’altro era un periodo molto bello dell’Italia perché era il periodo subito dopo la guerra in un paese povero, anzi poverissimo e distrutto dalla guerra… tutti correvano, a Milano in particolare tutti correvano. Era una città di speranze, era una città viva…”.
Potrebbe interessarti 10 idee creative per abbellire l’angolo studioE fino al 2006 Vico Magistretti ha lavorato incessantemente, tra architettura – a Milano e fuori Milano, in Liguria, in Argentina, a Tokyo – e design con aziende italiane e non – Artemide, Cassina, Oluce, Flou, Kartell, Campeggi, Fontana Arte, Fritz Hansen, IXC Cassina Japan, Asko Finland.”
Ci racconta il rapporto di Magistretti con Milano? La città in cui è nato, cresciuto e da cui è stato fortemente influenzato…
“Forse la risposta più adatta a questa domanda ce la può dare direttamente Vico Magistretti, lui la raccontava così: “Allora sono nato in un ambiente molto milanese perché siamo milanesi da molte generazioni. Il mio bis bisnonno, però di discendenza femminile, era l’architetto Gaetano Besia che ha fatto quel bellissimo Collegio Reale delle Fanciulle qua di fianco all’angolo, Palazzo Archinto. Poi ha fatto l’Arco, mi pare, di Porta Nuova, poi ha fatto quel palazzo all’angolo di via San Pietro all’Orto con corso Vittorio Emanuele. Insomma diversi edifici. Ma questo (n.d.r. palazzo Archinto) secondo me forse è il più bello. Infatti mi diverte molto quando vengono qui degli stranieri fargli vedere che questa casa l’ha fatta mio padre, perché mio padre lavorava proprio qua, che quella casa di fianco l’ho fatta io e che quella casa là l’ha fatta il mio bis bisnonno.””
Nel valorizzare il lavoro di Magistretti, c’è un oggetto o un progetto che trova particolarmente emblematico?
“Forse il progetto più emblematico, o meglio che Vico Magistretti stesso raccontava più spesso, è la sedia Carimate che ha rappresentato il suo ingresso nel mondo dell’industrial design. In un’intervista la racconta così: “Mi è capitato di disegnare per un club sportivo che ho fatto vicino a Milano, a Carimate, anche il ristorante. Per il ristorante allora ho disegnato le sedie. Sedia che poi ho chiamato Carimate. Era stata fatta in maniera totalmente artigianale per quel lavoro, ma poi è stata prodotta prima in Inghilterra da Terence Conran, personaggio importante che ha aperto Habitat a suo tempo e che ha creato un pochino l’immagine e il gusto della Swinging London, infatti questa sedia è stata un po’ la sedia della Swinging London. (…) Ed è venuto qui, proprio dove stiamo parlando, Cesare Cassina, una persona di grande qualità, a chiedermi se potevano produrla loro e da lì è cominciata la mia collaborazione con Cassina che è andata avanti molto tempo… Abbiamo fatto diversi oggetti, diverse cose””.
Lo studio museo ospita mostre di design e architettura, ci racconta le novità che avete in programma?
“Fino a dicembre 2022 la FVM ospita la mostra Magistretti Revisited, che rivisita e rievoca lo studio dove Vico ha lavorato per oltre sessant’anni con il geometra Franco Montella, suo storico e straordinario assistente. Con Magistretti Revisited la Fondazione torna alle origini: le cassettiere – alcune appartenute a Pier Giulio Magistretti, padre di Vico e primo proprietario dello studio – il tecnigrafo, i pannelli alle pareti tappezzati di appunti, cartoline, disegni e fotografie, i modelli sparsi qua e là, gli occhiali appoggiati distrattamente sul bancone, il pacchetto di sigarette del geometra riportano in scena la location e rievocano l’atmosfera del luogo dove Vico e Franco hanno trascorso molte delle loro giornate.
Gli schizzi, le relazioni, le stampe fotografiche, i ritagli di riviste e quotidiani esposti negli arredi originali dello studio insieme alle parole di Magistretti – tratte dalle molte interviste rilasciate nel corso degli anni e trascritte con la sua calligrafia, diventata per l’occasione un font – tracciano un percorso che accompagna i visitatori alla scoperta del senso più profondo del lavoro di Vico, tra architettura e disegno industriale.
Nei giorni del Salone del Mobile 2022, dal 7 al 12 giugno, la FVM sarà aperta tutti i giorni dalle 11 alle 20, ingresso gratuito senza prenotazione. E in questa occasione la FVM inviterà tutti i visitatori a partecipare al contest di disegno Magisketch Revisited.
Come Vico Magistretti – che diceva: “Io faccio pochissimi disegni, oppure faccio schizzi sul retro delle buste” – i visitatori saranno invitati a trovare lo scorcio o il dettaglio preferito dello studio museo e della sua mostra, e a ridisegnarlo – proprio come Vico, appunto – su una busta, un invito, una cartolina, un biglietto del tram, un foglio di giornale o qualsiasi altro supporto insolito. I disegni sui supporti più improbabili e bizzarri, quelli più originali e divertenti saranno esposti in studio museo fino al termine della mostra e il migliore di tutti, a insindacabile giudizio del Comitato Scientifico della Fondazione, sarà invece premiato con 3 poster dalla collezione di Vico Magistretti.”