Sismabonus, le soluzioni per salvare la detrazione

Autore:
Verdiana Sasso
  • Giornalista

Sismabonus, le soluzioni per salvare la detrazione che incentiva la sistemazione e la messa in sicurezza degli edifici, per migliorarne la struttura contro il rischio sismico. Scopriamo le ultime novità.

Ristrutturazione
Stefano Ferrario: Pixabay

Come sappiamo, il Sismabonus è un’agevolazione fiscale che interessa i lavori riguardanti misure antisismiche, realizzati sia sugli immobili di tipo abitativo che su quelli utilizzati per attività produttive. Secondo l’Ance, lo sconto in fattura e la cessione del credito hanno consentito la realizzazione di numerosi interventi agevolati con il sismabonus acquisto e lo stop, disposto dal DL 11/2023, potrebbe mettere a rischio professionisti e imprese e il processo di rigenerazione urbana.

Con il blocco dettato dal Decreto Cessioni, infatti, sono a rischio i benefici che si ottengono con l’acquisto di case antisismiche visto l’effetto retroattivo del decreto legge che ha preso piede dal 17 febbraio. Inoltre, anche le compravendite avviate mediante contratti preliminari firmati nei giorni precedenti al decreto e non registrati sono a rischio. Ma quali sono le soluzioni che i costruttori e gli acquirenti hanno a disposizione? Vediamole insieme.

Sismabonus, come salvare la detrazione?

Impalcatura
Hans: Pixabay

Tra le poche soluzioni, c’è la possibilità da parte dell’impresa di rinunciare a concedere il il sisma-acquisti ai clienti, ma di sfruttare sola la detrazione al fine di ridurre l’importo totale delle spese da pagare. Così facendo, l’impresa potrebbe cedere il credito del Sismabonus a un istituto finanziario poiché fa fede solo la  data di avvio delle procedure autorizzative.

Altra opzione sarebbe ricercare clienti in possesso della capienza fiscale sufficiente per assorbire i crediti derivanti dal bonus e anche liquidità per far fronte ai costi. Ed è risaputo che no è facile trovarli.

L’acquisto in comproprietà o in usufrutto

Per sopperire al problema della capienza fiscale c’è un possibile scenario: l’acquisto di un immobile in comproprietà o in usufrutto. Infatti, se due soggetti acquistassero un appartamento in comproprietà avrebbero diritto a dividere anche la detrazione e quindi sarebbe sufficiente una capienza inferiore e molto più accessibile.

Con la confessione del bene in usufrutto, invece, l’acquirente diventerebbe il nudo proprietario del bene e così non perderebbe il diritto all’agevolazione fiscale. L’usufruttuario (un soggetto di fiducia) interverrebbe nell’atto con una quota in denaro determinata in base alla propria età. Queste quote vengono calcolate utilizzando appositi coefficienti introdotti dal DPR 131/86.

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