Case green: l’elenco degli edifici esenti dall’obbligo di riqualificazione
Direttiva case green, ecco l’elenco degli edifici esenti dall’obbligo di riqualificazione. Dopo il via libera da parte dell’Europarlamento su tutto il territorio europeo, scopriamo quali sono gli immobili esenti. Le ultime novità.

La direttiva sulle case green approvata dall’Eurocamera ha suscitato non poche discussioni dal momento che a partire dal 2028, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero mentre per gli edifici gestiti, occupati oppure di proprietà delle autorità pubbliche, il termine è entro il 2026.
In molti si chiedono cosa accadrà se la direttiva dovesse entrare in vigore e soprattutto le nuove regole che impongono la classe E entro il 2030 e la D entro il 2033 nell’edilizia residenziale privata andranno a ledere le tasche dei proprietari di casa. Nel frattempo diamo un’occhiata a quali sono gli edifici esenti dall’obbligo di riqualificazione e quindi esclusi dalla direttiva sulle case green.
Case green, gli edifici esclusi dalla direttiva

Quali sono gli edifici esenti dall’obbligo di riqualificazione? Di seguito l’elenco degli immobili esclusi dalla direttiva case green:
- edifici protetti per il loro particolare valore architettonico o storico
- edifici tecnici
- chiese e luoghi di culto
- edifici di proprietà delle Forze armate o del Governo centrale e destinati a scopi di difesa nazionale.
Nell’elenco degli immobili esenti potrebbero rientrare anche le seconde case o meglio gli immobili residenziali usati per brevi periodi o che generino un consumo energetico previsto inferiore al 25% del consumo che risulterebbe dall’utilizzo durante tutto l’anno.
È importante precisare che non sono ancora chiari i parametri che verranno utilizzati per individuale gli edifici che non verranno sottoposti alla riqualificazione energetica; inoltre non è scontato che la direttiva entrerà in vigore, quindi bisognerà attendere il testo definitivo.
Cosa dice la direttiva case green
Dopo il via libera alla direttiva case green, a partire dal 2028, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero mentre gli edifici gestiti, occupati oppure di proprietà delle autorità pubbliche, la data di scadenza è fissata per l’anno 2026.
Sempre entro il 2028, i nuovi edifici dovranno dotarsi di tecnologie solari (lì dove sarà possibile economicamente). Per tutte le costruzioni che sono sottoposte a importanti ristrutturazioni, la data di scadenza è stata prorogata fino al 2032. Infine, l’obiettivo degli edifici residenziali è quello di raggiungere la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033.
Il testo della norma europea prevede quindi che gli Stati membri presentino piani nazionali per la riqualificazione, costruendo una mappa degli edifici più energivori, individuando il 15% degli immobili prioritari che, secondo le stime, in Italia sono circa 1,8 milioni di case.