Bonus ristrutturazione 2023: parte lo sconto in fattura nel caso di diversi fornitori
Bonus ristrutturazione 2023, parte lo sconto in fattura nel caso di diversi fornitori. Inoltre, è possibile scegliere la detrazione e la cessione del credito. Scopriamo tutte le ultime novità, come funziona il Bonus ristrutturazione, cosa comprende e a chi spetta.

Sarà possibile usufruire del bonus ristrutturazione anche nel 2023 e sarà possibile scegliere la detrazione, la cessione del credito e lo sconto in fattura nel caso in cui i fornitori siano diversi. Ad annunciare le ultime novità è l’Agenzia delle Entrate durante il Telefisco 2023, evento de Il Sole 24 Ore del 26 gennaio 2023.
Durante il programma, è stato precisato che il contribuente può quindi beneficiare della detrazione nella dichiarazione dei redditi per le spese sostenute per alcuni dei fornitori.
Per altri, può scegliere la strada dello sconto in fattura o della cessione del credito. Ad ogni modo, deve essere rispettato il massimale di spesa agevolabile, relativo all’intervento effettuato.
Bonus ristrutturazione, cosa comprende

Il bonus ristrutturazione consiste nell’agevolazione fiscale sugli interventi di ristrutturazione edilizia e nella detrazione dall’Irpef del 36% delle spese sostenute, fino a un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 48.000 € per unità immobiliare.
Tuttavia, per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024 la detrazione è elevata al 50% e il limite massimo di spesa è di 96.000 €. La detrazione deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo.
Il bonus ristrutturazione ha subito diverse modifiche e proroghe nel tempo. Nel dettaglio, il Decreto Rilancio ha introdotto la possibilità di fruire del bonus tramite cessione del credito o sconto in fattura.
La Legge di Bilancio 2021, invece, ha fissato l’attuale percentuale di detrazione a 50% e innalzato il limite di spesa a 96.000 €. Infine, la Legge di Bilancio 2022 ne ha esteso l’operatività fino al 31 dicembre 2024.
A chi spetta
A chi spetta il bonus ristrutturazione? L’agevolazione edilizia può essere richiesta da tutti i contribuenti soggetti al pagamento delle imposte sui redditi, che siano residenti o no in Italia. Hanno diritto alla detrazione del 50% sulle spese per i lavori:
- i proprietari o i nudi proprietari
- i titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie)
- i locatari e comodatari
- i soci di cooperative
- gli imprenditori individuali (per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce)
- coloro che producono redditi in forma associata (anche in questo caso per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce)
Anche i futuri proprietari di un’abitazione oggetto della riqualificazione possono richiedere il bonus, purché siano in possesso dell’immobile, eseguano i lavori a proprio carico e abbiano registrato il compromesso.
Quali lavori sono ammessi
Bonus ristrutturazione, quali lavori sono ammessi? Per accedere all’agevolazione bisogna eseguire:
- lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati su parti comuni di edifici residenziali, cioè su condomini: gli interventi sono indicati alle lettere a), b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001;
- lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia effettuati su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e pertinenze: gli interventi sono elencati alle lettere b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001.