Superbonus 110% stop cessione credito: cosa succede ora

Autore:
Davide Bernasconi
  • Giornalista

Superbonus 110%: prime reazioni allo stop alla cessione del credito ed allo sconto in fattura. Le preoccupazioni per il comparto edile.

Autore: chx69 / Pixabay

Erano mesi che doveva esplodere ed il Superbonus 110% sembra definitivamente andare in soffitta con la riforma firmata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ovvero il “Decreto-legge recante misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all’articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, N. 77” già pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

In questo modo il Governo Meloni procede immediatamente con il blocco dello sconto in fattura e della cessione del credito e, come ha sottolineato ieri in conferenza stampa il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, l’incentivo si stava rivelando un suicidio per le casse dello Stato, con un costo pro-capite di circa 2000 euro annui.

Ma ora cosa succede, in soldoni, con lo stop, che riguarda non solo il Superbonus ma anche tutte le altre agevolazioni per la casa?

Innanzitutto il Decreto consiste in soli due articoli, un modo deciso per bloccare ogni tentativo di interpretazione.

Il primo articolo è di fatto la certificazione allo stop totale alle due modalità alternative alla detrazione in dichiarazione dei redditi, ovvero lo sconto in fattura e cessione del credito. Quindi il cittadino non potrà far altro che effettuare la detrazione d’imposta per le opere che hanno come intento la riqualificazione dell’immobile.

In secondo luogo, arriva lo stop per le pubbliche amministrazioni di acquistare crediti derivanti dai bonus edilizi. Tale decisione è motivata, come evidenziato da Eurostat, che

avrebbero impatto diretto sul debito pubblico

come lo stesso Giorgetti ha ricordato.

Per quanto riguarda il nodo della responsabilità dei cessionari, il circuito si limita ad avere come protagonisti:

  • L’azienda concedente lo sconto in fattura
  • la banca acquirente del credito
  • il correntista a cui dopo il decreto Aiuti quater l’istituto può cederlo

i quali saranno responsabili in solido con il proprietario dell’immobile dove sono stati effettuate le opere, ma solo in caso di dolo. Viene quindi cancellata la responsabilità per “colpa grave“,  che era invece prevista nell’ultima circolare dell’Agenzia delle Entrate.

Non sono tardate le proteste del settore edile: per l’associazione nazionale di categoria, l’Ance, il governo di fatto taglia le gambe a famiglie e imprese. Secondo il presidente dei  costruttori Federica Brancaccio, quando il Consiglio dei Ministri era ancora in corso, esprimeva già profonda preoccupazione:

Se, come sembra in queste ore, il Governo bloccherà per sempre la cessione di nuovi crediti senza aver individuato prima una soluzione per sbloccare quelli in corso vorrà dire che si è deciso di affossare famiglie e imprese.

Per Confedilizia, mostratasi subito perplessa, rimane però uno spiraglio aperto:

ma buttare il bambino con l’acqua sporca non sarebbe la scelta più saggia.

Le prime stime parlano di circa 25mila aziende a rischio fallimento, con circa 130 mila lavoratori che potrebbero perdere il lavoro da un giorno all’altro.

Stop cessione del credito: quali bonus si bloccano

Come detto, lo stop alla cessione del credito ed allo sconto in fattura non si limita al Superbonus 110% (da quest’anno già ridotto al 90%), ma è relativo ad ogni tipo di agevolazione per la casa al momento esistente, ovvero:

  • Bonus Ristrutturazione
  • Ecobonus 50%
  • Ecobonus 65%.