Il vetro nel segno del colore e della tradizione

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Abbiamo incontrato la giovane designer veneziana Lucia Massari che ha fatto del vetro il proprio linguaggio espressivo con l’intento di preservare antiche tradizioni reinterpretate con uno sguardo contemporaneo, fresco e talvolta irriverente.

Il vetro nel segno del colore e della tradizione

Lucia Massari, designer veneziana con un approccio multidisciplinare, ci racconta come nasce la sua passione per il design.

Ho sempre avuto un profondo interesse per il design, anche se all’epoca non sapevo che si chiamasse così. Quello che mi affascinava di più era la capacità degli oggetti di influenzare in modo significativo l’aspetto e la sensazione di uno spazio. La mia passione è cresciuta nel tempo, ma ho sempre avuto una visione molto aperta e flessibile di cosa significhi il design.

Per Lucia Massari il design non è infatti un concetto univoco, ma piuttosto dinamico, capace di trasmettere un messaggio e agire come mezzo di comunicazione. Una visione costantemente trasformativa ed evolutiva, che l’ha indotta a seguire negli anni modalità sempre nuove.

Il vetro nel segno del colore e della tradizione
Lucia Massari, Teste Composte

Prima Londra e poi Venezia

Lo studio è nato a Londra dopo la laurea e un master in design al Royal College of Art, studi essenziali per affermare la mia idea di design. Ma ho poi deciso di tornare a Venezia dove ho capito che per il mio modo di approcciare il progetto era fondamentale lavorare con gli artigiani. Venezia mi ha veramente aperto nuovi scenari sul mondo del vetro, ribaltando l’idea che ne avevo, maturando l’interesse per lo sviluppo di alcuni temi, in particolare per il colore.

Il processo creativo

Il vetro nel segno del colore e della tradizione
Strata, design Lucia Massari

La giovane progettista è sempre rimasta affascinata dalla qualità democratica del design e dalla sua capacità di stabilire un dialogo diretto con chiunque lo incontri.

Gli oggetti di design sono come canali di comunicazione aperti, che non richiedono interpretazioni criptiche o complicate. La loro essenza è chiara, immediata e accessibile a tutti, e questo è ciò che per me lo rende interessante. Considero fondamentale utilizzare questa piattaforma per esprimere la personalità di un materiale e, a volte, per veicolare un messaggio intrinseco attraverso l’ oggetto stesso. Ogni materiale ha la sua storia, la sua natura e le sue potenzialità, e il design consente di trasmettere queste caratteristiche in modo tangibile.

La connessione naturale con Venezia

Il vetro nel segno del colore e della tradizione

Non ho scelto il vetro come materia, ma è sembrato emergere in modo naturale nella mia pratica. Vivo a soli 10 minuti da Murano, ho un legame ereditato dai miei famigliari con la fornace, e Venezia stessa è immersa in una cultura che celebra il vetro in tutte le sue forme. Questi fattori hanno decisamente guidato la mia inclinazione nel mio approccio al design. Sono convinta che ogni designer abbia una materia con cui ha un’intima connessione, una sorta di affinità naturale. E il vetro mi permette di coglierne appieno la natura, di esplorarne le profondità e di trarne costante ispirazione. Con il tempo, è diventato il mezzo migliore attraverso il quale posso esprimere la mia visione. L’ispirazione è il prodotto della curiosità, il risultato di un impegno costante nella ricerca, nello studio di un materiale o di un tema. Ma spesso nel lavoro con il vetro, ci si concentra su un obiettivo specifico: demistificare e renderne più accessibile la lavorazione muranese, campi spesso avvolti da un’aura intoccabile di sacralità e tradizione. E io cerco appunto di rompere questi stereotipi.

La centralità del colore

Per Lucia Massari il colore non è un mero elemento estetico, ma ha un significato più profondo:

Lo concepisco come un linguaggio a sé stante, che connette e interagisce in modo del tutto personale con chi lo guarda. Ciascun colore porta con sé un significato intrinseco, divenendo un ulteriore strato di comunicazione. E il vetro è essenzialmente colore: per sua natura, infatti, cattura la luce, che è l’essenza stessa dei colori.

Il vetro nel segno del colore e della tradizione
Teste Composte

La responsabilità del designer nella difesa del territorio

Teste Composte rappresenta uno dei miei lavori più iconici, in quanto racchiude molti aspetti della mia pratica artistica. La mia avventura nell’universo del vetro di Murano ha avuto inizio con una delle poche aziende ancora attive nella produzione di specchi veneziani sull’isola. Gli specchi veneziani hanno guadagnato fama a livello mondiale per la loro sontuosità e per l’estetica barocca che li contraddistingue. Il mio intento è stato quello di decostruire e sdoganare il vetro e la sua tradizionale lavorazione, ampliando il mio linguaggio artistico con una risposta ironica. Ho cercato di imitare lo stile barocco con un diverso messaggio espressivo e simbolico. Teste composte sono una serie di specchi e luci ispirati ai dipinti di Arcimboldo, composti da volute, rosette, fiori e foglie – alcuni degli elementi più tipici della lavorazione artigianale degli specchi veneziani – al posto di barba, occhi, nasi e capelli. Questo pezzo ha per me un significato profondo, legato alla mia responsabilità di designer che opera a Venezia, testimone della graduale estinzione di una tradizione secolare di lavorazione sull’isola di Murano. Gli specchi sono realizzati a più mani: c’è una piccola fornace (l’ultima rimasta capace di questa lavorazione) che produce le decorazioni che caratterizzano i visi, una falegnameria che realizza la base, una fabbrica che produce le lastre di vetro, che poi tagliano e specchiano a mano, i falegnami e gli che realizzano le casse di spedizione. L’intera produzione è un insieme di forze del microcosmo muranese, che vorrei continuasse così a essere, rendendo l’isola totalmente autosufficiente dal punto di vista della produzione. Per me questo è estremamente importante mantenere la specificità dell’isola e il fragilissimo ecosistema vivo.

Il vetro nel segno del colore e della tradizione
Lucia Massari, Bukolisch for Vetralia

Il bestiario immaginario

Invitata dalla curatrice Federica Sala, Lucia Massari ha recentemente realizzato genD per Dolce & Gabbana Casa. Animalier è una serie di 10 vasi in vetro soffiato, “nata come espressione liberatoria da un sovraccarico visivo”. Mentre in passato i Maestri vetrai utilizzavano tecniche di esecuzione raffinate per produrre figure di animali lasciando una traccia particolarmente evidente del proprio stile personale, con il tempo si è persa ogni connessione artistica e tali oggetti sono diventati meri souvenir turistici, spesso non all’altezza della tradizione veneziana, né di buona fattura.

Il vetro nel segno del colore e della tradizione
Ritratto Lucia Massari

La tecnica usata per realizzare Animalier è la stessa utilizzata per la creazione dei vasi di murrina. Gli animali delle vetrine vengono realizzati da un lumista, un maestro del lume, che li realizza a mano uno ad uno, vengono poi scaldati in un forno elettrico in modo che si appiattiscono e possano essere inglobati nel vetro più facilmente, altrimenti, non solo si spezzerebbero per la loro forma, ma anche per la differenza di calore nel contatto tra i due vetri. Una volta posizionati nel piatto riscaldato vengono “tirati su”, inglobati nella massa di vetro incandescente che li raccoglie e li fonde assieme. È poi la lavorazione stessa del vetro, la soffiatura la forma del vaso che determinano la deformazione, è il vetro che crea il suo rivestimento.

I nuovi progetti

Sto lavorando ad una serie di luci rivestite di fiori di vetro, ma non posso rivelare molto. Inoltre, sto continuamente sviluppando la famiglia delle teste composte, e la famiglia delle luci Toppings per Nilufar Gallery. E poi altri progetti assolutamente top secret, dove il vetro è, ovviamente sempre protagonista.

Il vetro nel segno del colore e della tradizione: foto e immagini