Anidride Design: design e sostenibilità, l’intervista a Nicola De Pellegrini
Anidride Design: abbiamo incontrato ed intervistato Nicola De Pellegrini, Ceo della società, con cui abbiamo parlato di sostenibilità, architettura e design.
Qual è la vostra storia e come è nato lo studio?
“Nel 2011, Nicola De Pellegrini, dopo anni di esperienza come architetto, fonda Anidride Design SRL (www.anidridedesign.com), di cui è amministratore e direttore artistico. Anidride Design è una realtà con una visione globale del design, finalizzata a coordinare ogni azione particolare dove, dietro ogni lavoro, deve esserci una strategia. Considera il design il punto di riferimento del proprio modo di progettare. Una concezione che permette di intervenire su qualsiasi brand con azioni che non siano semplicemente belle, ma siano soprattutto coerenti: per costruire un’identità unica, conosciuta e davvero riconosciuta.”
Il vostro background è definito da esperienze nel mondo dell’Interior e dell’ospitalità di lusso. Potete raccontarci come si è evoluto il vostro lavoro nel tempo?
“Anidride Design fin dai suoi esordi ha cercato di occuparsi del design a 360°, sviluppando progetti di retail design, corporate identity, packaging, web design, editorial, advertising, con originalità, entusiasmo e competenze, nella convinzione che ogni lavoro debba trasmettere un’emozione, ma avere sempre una funzione. L’approccio multidisciplinare ed olistico, la ricerca di un design puro integrato da un approccio circolare alla sostenibilità, ha permesso ad Anidride di evolversi e di spaziare in più campi.
Ogni progetto viene visto come un sistema complesso, e il nostro obiettivo è quello di semplificare queste complessità, ricercando sempre la purezza del design in ogni sua forma. Ricerchiamo un estetica pura ed elegante che duri nel tempo e che sia caratterizzata da un codice stilistico chiaro e riconoscibile. La nostra filosofia progettuale include anche un approccio circolare al progetto, che tenga in considerazione gli aspetti di benessere e sostenibilità. Questi concetti non riguardano solamente i progetti architettonici ma anche quelli di design di prodotto e comunicazione. I prodotti che disegniamo rispettano i principi del design circolare (ad esempio nella scelta dei materiali e nella durabilità estetica e funzionale).
Nel 2015 Nicola De Pellegrini è cofondatore e amministratore della società Anidride Design Architettura srl stp insieme all’architetto Giovanni Bez, per fornire servizi di progettazione architettonica integrati alla strategia marketing di aziende e marchi. È una realtà fortemente vocata alla progettazione integrata per la realizzazione di complessi edilizi di scala medio-grande e alla gestione e coordinamento delle problematiche tecniche ed economiche durante tutto l’iter progettuale e costruttivo dell’opera.”
Ci raccontate alcuni progetti recenti su cui avete lavorato?
“Un progetto recente che fa riferimento proprio all’ospitalità del lusso è il progetto Platinum che include l’esclusivo hotel omonimo a New Orleans e l’ Headquarters a Nashville.
Platinum Hotel
Il concept per il nuovo hotel 4 stelle Platinum a New Orleans interpreta la volontà di realizzare spazi confortevoli ed eleganti per soggiorni di piacere ma soprattutto di lavoro. Le camere sono caratterizzate da un design puro e minimale che prevede l’utilizzo di materiali e tessuti dalle colorazioni calde, per uno spazio funzionale e allo stesso tempo accogliente. Tutti gli arredi interni sono stati disegnati su misura analizzando con attenzione le esigenze degli ospiti e selezionando con cura i materiali da utilizzare, con un occhio di riguardo verso i principi di sostenibilità e design circolare. I pannelli di melaminico utilizzati per gli arredi, ad esempio, rispettano gli standard necessari per ottenere le principali certificazioni internazionali accettate dalle normative sui programmi di edilizia sostenibile in tutto il mondo (LEED, Greenguard, FSC). Le linee semplici e pure degli arredi e la scelta dei materiali sono in grado di assicurare un carattere elegante e deciso, per un ambiente dallo stile raffinato che duri nel tempo. Per separare la zona bagno dalla camera viene utilizzata la parete vetrata della doccia, realizzata in vetro fumè per garantire la luminosità tra i due ambienti pur evitando la totale trasparenza per garantire la privacy.
Platinum Headquarter
Il progetto per la sede direzionale di Platinum propone un mood industriale che si colloca perfettamente all’interno dell’edificio che la ospita. L’intera struttura architettonica rimane a vista e la scelta dell’arredamento, negli spazi comuni, richiama uno stile vintage industriale ma allo stesso tempo moderno e funzionale. La sede è incorniciata in una struttura di acciaio e cemento. Uno spazio in cui finiture essenziali, materiche e ruvide incontrano pelli e tessuti lussuosi ed eleganti. Lo spazio propone diversi spazi aggregativi per i lavoratori, nel pieno rispetto delle prescrizioni per il well-being all’interno degli spazi lavorativi. Il layout è flessibile e aperto e gli arredi si modificano per rispondere alle differenti esigenze funzionali. La vera maestria, nell’architettura, si raggiunge soltanto quando l’edificio progettato è in grado di generare benessere tangibile per le persone che lo occupano, immergendole in un’atmosfera silenziosa e rasserenante, sempre gradevole. Se l’edificio è poi capace di integrarsi alla perfezione con l’ambiente circostante, fondendosi impercettibilmente con gli elementi naturali che lo circondano, la maestria assume forme ben visibili, lasciando tracce indelebili in ogni osservatore.
Blackfin Head Quarter
Un altro progetto di cui andiamo molto fieri è il Blackfin Headquarter, nel bellunese. Il progetto nasce da una vecchia cartiera incastonata nelle Dolomiti agordine, trasformata negli anni Sessanta in una fabbrica per la produzione di montature, prevalentemente in metallo. Nel 2018 si fa concreta l’idea di ampliare lo stabilimento sia nella parte di produzione e logistica, che nella parte direzionale. L’idea progettuale era quella di sfruttare al meglio il limitato spazio a disposizione, condizione frequente nelle valli alpine. Le facciate sono state rivestite di lamiera di alluminio completamente riciclabile, dove il ritmo delle forature è stato disegnato in relazione alla funzione dello spazio interno ed all’orientamento. Anidride Design ha modellato l’edificio sui principi della sostenibilità,dando vita a un headquarter capace di comunicare la filosofia del brand, legata al rispetto dell’ambiente e armonizzando le strutture artificiali con la bellezza naturale del panorama montano che le circonda. Il richiamo alle montagne è distinguibile nella conformazione della copertura, con le falde disposte in vari livelli di inclinazione, ma anche dell’imponente verticalità della struttura e nel profilo segmentato della sommità, che rimanda immediatamente all’immagine delle Dolomiti.”
A che punto siamo con la sostenibilità nel mondo dell’architettura e del design?
“Negli Stati Uniti o nel Nord Europa la sensibilità ai temi della sostenibilità è maggiore rispetto all’Italia, complice la cultura e complici anche gli incentivi fiscali. L’Italia ha una grande opportunità di sviluppo e potrà imporsi proponendo arredi e prodotti da portare nel mondo, che intreccino il gusto italiano con i valori della sostenibilità.
La sfida per il design è sempre più dare forma a progetti molto complessi, che intrecciano questioni tecniche, commerciali, produttive, funzionali ed etiche. Per quanto riguarda il tema della sostenibilità, non è pensabile che un architetto od un designer riesca a controllare da solo un progetto efficace, ma che debba collaborare con competenze diverse, approcci anche culturali diversi. Quello che Anidride cerca di fare è costruire un team di lavoro multidisciplinare che ci consenta di mantenere una corretta tensione su progetti ampi e dalla visione olistica. Quando riusciamo a mantenere un filo conduttore coerente su un progetto che va dagli interni, alla comunicazione, all’architettura stessa per noi rappresenta con soddisfazione il nostro modo di lavorare. Il compito dell’architettura è di proporre una visione globale più ampia, che porti alla progettazione di costruzioni che consumino meno e che generino un minor impatto ambientale. La chiave per un mondo sostenibile è un design che crea soluzioni eleganti, efficaci e creative in linea con i principi dell’economia circolare. Per rigenerare un mondo che si sta consumando è necessario fornire soluzioni che non solo producano benefici per persone e ambiente, ma siano anche competitive nel mercato. Il futuro è nella democratizzazione dei processi.”
Con i cambiamenti in corso in ambito climatico, così come le innovazioni nella tecnologia e nell’edilizia, come pensate che possano cambiare i modi di praticare la vostra professione?
“Il vero talento nel design sta nella capacità di progettare al fine di creare benessere tangibile per le persone. Con i cambiamenti climatici in corso sicuramente dovrà porsi al primo posto l’attenzione ai materiali e all’efficienza energetica degli edifici. Stiamo attraversando un periodo cruciale di transizione, nel quale è fondamentale assumere consapevolezza dei grandi problemi globali e locali, come il cambiamento climatico, l’inquinamento ambientale e la disuguaglianza sociale. Progettare in modo sostenibile, significa contribuire passo passo al superamento di queste problematiche e noi, in quanto designer e architetti, sentiamo la responsabilità e la necessità di fare la nostra parte. Trascurare questi aspetti a vantaggio di un mero linguaggio architettonico, sarebbe oggi un errore irrimediabile.”
Quali sono le aziende di design che vi ispirano maggiormente nel vostro lavoro?
“Non ci piace parlare di design puro e fine a se stesso, ma cerchiamo sempre di parlare di design funzionale e sicuramente sostenibile. Questo è ciò che più ci interessa quando parliamo di design. Che si tratti di aziende nel settore dell’arredamento, dell’illuminazione o di aziende di abbigliamento o tecnologiche, noi cerchiamo sempre un approccio innovativo e circolare. Quando selezioniamo degli elementi per i nostri progetti e per i nostri clienti, prestiamo molta attenzione ai materiali, alla fase produttiva e alla longevità dei prodotti, oltre che all’aspetto estetico e funzionale ovviamente. Questi sono gli aspetti che legati insieme caratterizzano il vero design.”
In che modo i luoghi influiscono sul vostro lavoro?
“Prima di iniziare un nuovo progetto cerchiamo sempre di porci delle domande su come verrà usato quello che stiamo disegnando, le esigenze delle persone che useranno quella cosa o quello spazio. Lo stile è una questione fondamentale, ma se non cogliamo l’obiettivo di soddisfare gli utenti del nostro lavoro avremmo fatto qualcosa di inutile. Oltre a questo è fondamentale che le nostre architetture stiamo sempre in stretta relazione con il contesto in cui si trovano, rispettando l’ambiente circostante. Attraverso un design contemporaneo e tecnologicamente avanzato vogliamo arricchire il paesaggio rispettandone l’essenza e la sua storia.”
I cambiamenti dovuti al COVID-19 sono stati rapidi. In che modo pensate che la pandemia plasmerà e cambierà il mondo del design e dell’architettura?
“L’esplosione del Covid-19 ha messo il turbo a processi e cambiamenti già in atto prima che scoppiasse la pandemia. L’epidemia da coronavirus ha però posto l’accento anche su nuovi elementi, come la pulizia e l’igiene, che nel design e in architettura si declineranno soprattutto nelle scelte dei materiali, ma anche nelle forme. Ad esempio, nel settore alberghiero, dove Anidride lavora molto, si ricercano sempre più materiali con prestazioni ottimali per pulizia ed igiene e si tende sempre più a progettare arredi eleganti ma dalle forme minimali, facili da pulire.
Sempre parlando dell’hotellerie, i clienti più giovani sono meno attratti da dettagli di arredamento di lusso, mentre sono più esigenti sulla funzionalità degli spazi; spazi che proprio l’epidemia Covid ha fatto ripensare. I nuovi hotel dovranno essere pianificati su nuovi format. Ad esempio le camere saranno pensate non solamente per il pernottamento, ma saranno multifunzionali, adatte cioè per una riunione di lavoro, per lo smart working, per essere prese anche per poche ore al giorno e per qualsiasi esigenza. L’hotel, inoltre, dovrà proporre soluzioni sia al turista che viene da lontano, sia al cliente locale con esigenze diverse dal viaggiatore. La parola d’ordine diventerà comfort, che soprattutto nelle grandi catene alberghiere scalzerà i concetti di lusso e di bello, che andavano per la maggiore negli anni passati. Le stanze saranno probabilmente più grandi, meno rumorose, con una buona qualità della luce e dell’aria.
Saranno possibilmente dotate anche di attrezzi per fare ginnastica, preferibili rispetto alle palestre in aree comuni. Dovrà essere più facile richiedere servizi e pasti in camera, magari con comandi touchless. In primo piano sarà posto anche l’aspetto dell’igiene, quindi le moquettes tradizionali non andranno più bene e saranno sostituite o da moquettes battericide e sostenibili, o da altri materiali più facili da igienizzare. Anche i mobili saranno probabilmente realizzati con materiali antibatterici. L’igiene stessa dovrà trovare forma nel design.
Andrà ripensato il marketing e la comunicazione, in modo che il cliente abbia la sensazione di essere in un luogo pulito e piacevole. Andrà studiata una comunicazione elegante, raffinata e positiva. Sul fronte delle aree comuni, la richiesta è che gli spazi siano più ampi e luminosi possibile, possibilmente collegati con aree esterne, in modo da poter vivere anche all’aperto. La pandemia ha imposto il distanziamento sociale che probabilmente rimarrà e che potrà essere affrontato con l’utilizzo di pannelli e librerie.
Un ruolo chiave sarà svolto anche dalla digitalizzazione, che per altro consentirà un ripensamento degli spazi: negli alberghi probabilmente scompariranno o saranno ridotte le aree dedicate al check-in e check-out. Il verde sarà preponderante sia negli interni, qualora ci sia la possibilità, sia negli spazi esterni, in quanto le piante purificano l’aria e soprattutto danno un messaggio positivo. Gli hotel del futuro, inoltre, non potranno esimersi dall’avere una colonnina per ricaricare le auto elettriche, che forse, nel giro di qualche anno, scalzeranno quelle a benzina o diesel.”
Volgendo uno sguardo al futuro, ci sono idee che pensate debbano essere al centro delle menti di architetti e designer?
“La sostenibilità è il presente e sicuramente anche il nostro futuro. Chiunque deve e dovrà ragionare ed agire per integrare l’approccio sostenibile nel proprio modo di vivere e di lavorare. La bellezza sta in un futuro dove possiamo lavorare a progetti completamente nuovi, dove conta un approccio sempre più multidisciplinare. Comunità di persone che uniscono le loro competenze, in ambito tecnico, ambientale, digitale e organizzativo che mediante il design costruiscono nuove architetture e nuovi prodotti.
Non è solo questione di moda o di certificazioni, aspetti fondamentali ma parziali. C’è una grande spazio inesplorato, che attraversa tutto il mondo dove competenze e creatività costituiscono la possibilità di fare le cose bene. Cose fatte bene che possano sostituire modelli obsoleti e che già oggi rappresentano il passato.”