Giovani designer promettenti visti alla Design Week di Milano
Dalla Turchia alla Polonia al Belgio, passando per Milano, Roma e Ragusa, ecco 7 emergenti studi di design internazionali da non perdere d’occhio tra i tanti giovani talenti che abbiamo visto alla Design Week milanese.

La creatività dei giovani designer è in costante evoluzione e al Salone Satellite e al FuoriSalone abbiamo avuto l’occasione di scoprire progetti innovativi firmati dai talenti della scena nazionale e internazionale. Collezioni che esplorano nuove prospettive, interrogandosi sugli scenari dell’abitare contemporaneo e coniugando visione ed estro creativo. Ecco alcuni dei nomi più interessanti che abbiamo selezionato.
- Ruya Akyol, Istanbul, Turchia
- Esther Van Schuylenberg, Bruges, Belgio
- Jan Ankiersztajn, Poznan, Polonia
- Marta Marino, Milano
- Giuseppe Arezzi, Ragusa
- Chiara Pellicano ed Edoardo Giammarioli/Millim Studio, Roma
- Homo Faber, Today’s Masters Meet Tomorrow’s Talents
- Anteprima Milano Design Week 2025, giovani designer promettenti: foto e immagini.
Ruya Akyol, Istanbul, Turchia

Classe 1991, Ruya Akyol è nata a Istanbul e ha studiato alla Istanbul Technical University, per poi proseguire la sua formazione al Politecnico e alla Domus Academy di Milano. Qui ha iniziato a lavorare nello studio di Claudio Bellini, trasferendosi successivamente a Parigi presso lo studio del celebre Philippe Starck. Nel 2021 ha fondato il suo omonimo studio, operando tra Milano e Istanbul. Quest’anno ha debuttato per la prima volta al SaloneSatellite a Rho Fiera Milano con una collezione di arredi nati dalla riflessione sulla necessità di creare elementi multifunzionali, ma anche iconici, in grado di rispondere alle nuove esigenze degli habitat contemporanei. Tra i prodotti spicca il divano Baia, caratterizzato da un design ibrido e versatile, integrando alle sedute una superficie lignea utilizzabile come scrivania per l’home office, tavolino o ripiano espositivo. Le gambe e il piano sono in rovere, gli angoli arrotondati sono realizzati a mano, gli snodi complessi. Un progetto che ben esprime la sua visione progettuale influenzata anche dalla cultura turca.

Esther Van Schuylenberg, Bruges, Belgio

Parte dell’iniziativa Belgium is Design dedicata al design belga, che si è spostato quest’anno ad Alcova a Varedo, a Villa Bagatti Valsecchi, era di scena Woven Whispers, con 17 giovani designer che rendevano omaggio alla storia tessile del Belgio con pezzi artigianali e oggetti prodotti industrialmente. Tra i tanti e tutti bravi, segnaliamo Esther Van Schuylenberg che si concentra sullo sviluppo di tessuti per l’artigianato e l’industria high-tech dando vita a superfici tattili pensate per l’interior. Le sue sperimentazioni creative riflettono la passione per i sistemi matematici e le costruzioni architettoniche, mantenendo sempre un’estetica pura e senza tempo. Alla Milano Design Week, presentava Shifting Colors, una serie di pannelli di grandi dimensioni tessuti a mano con trame a rilievo le cui impercettibili variazioni di colore e di struttura creano transizioni fluide tra le tonalità. Grazie all’integrazione di strumenti digitali nel processo di progettazione, Van Schuylenberg supera i limiti ripetitivi tipici della tessitura, offrendo infinite variazioni di colore e di pattern.

Jan Ankiersztajn, Poznan, Polonia

Classe 1990, Jan Ankiersztajn si è laureato alla Design Academy Eindhoven nel 2016. Ha fondato il suo studio omonimo a Poznan, in Polonia, dove crea mobili e oggetti scultorei che spaziano da sedute a tavoli a brocche e ciotole, tutti caratterizzati da un’estetica primordiale. Attua la verifica delle proprie idee attraverso la costruzione di prototipi che considera come veri e propri schizzi tridimensionali. Realizza i suoi progetti in modo indipendente e ha sviluppato una tecnica proprietaria per la costruzione di oggetti in alluminio, che comporta un processo complesso e sperimentale. Alla Design Week, nell’ambito della mostra Romantic Brutalism. Un viaggio in Polonia attraverso arte e artigianato – curata da Federica Sala e allestita in un magnifico palazzo in viale di Porta Vercellina 11 – ha presentato Aluminum Streamlined Desk, realizzato per la galleria Objeckt. Allontanandosi dal design digitale e abbracciando invece un approccio più manuale, questo elemento presenta un corpo in alluminio senza giunture, meticolosamente assemblato da pannelli sagomati a mano, utilizzando le tradizionali tecniche di carrozzeria in cui ogni linea di saldatura è accuratamente limata e lucidata, creando una superficie liscia e ininterrotta che cattura l’essenza del movimento.

Marta Marino, Milano

Al NYX Hotel Milano, in Piazza IV Novembre 3, Orografie – il brand ideato da Giorgia Bartolini con la direzione artistica di Vincenzo Castellana – ha messo in scena otto prodotti nella nuova capsule collection total white. Tra i progetti più interessanti spiccavano le creazioni di Marta Marino, classe 2001, nata a Milano da padre milanese e madre parigina. Appassionata di fotografia, continua a coltivare questa passione: ha vinto diversi premi e i suoi scatti sono stati pubblicati in più occasioni sulla rivista indipendente Perimetro. Parallelamente, ha proseguito i suoi studi presso il corso triennale di Design del Prodotto Industriale del Politecnico di Milano, laureandosi nel 2023. Alla Milano Design Week ha portato il progetto Non sedia, un servomuto che richiama la silhouette archetipica della sedia, ma su cui non ci si può sedere, ma solo appoggiare vestiti e oggetti personali. L’idea nasce infatti dall’osservazione di un’abitudine comune, quella di accumulare i vestiti sulla sedia della propria camera da letto.

Giuseppe Arezzi, Ragusa

Classe 1993, Giuseppe Arezzi è un furniture e interior designer laureato al Politecnico di Milano e con base a Ragusa, in Sicilia. La sua ricerca, profondamente legata alla sua esperienza e al territorio d’origine, dà vita a prodotti e spazi contemporanei caratterizzati da trasformabilità e multifunzionalità. Ad Alcova, a Villa Bagatti Valsecchi, ha presentato la prima collaborazione con l’azienda Exto. Atrio è una l’interpretazione contemporanea dello specchio multifunzionale, realizzato in legno laccato lucido e cristallo, dalle proporzioni generose. Può essere utilizzato sia come cornice che come specchio ed è disponibile in versione quadrata o rettangolare. Oltre a questo progetto, Arezzi era protagonista nella nuova sede di Convey, in via Rosolino Pilo 14, con Brando per Campeggi: una reinterpretazione del letto da campo a fisarmonica, realizzato in legno di frassino e tessuto. Infine, in zona Tortona, in via Savona 35, ha partecipato al progetto Next Place Hotel, curato da Giulio Cappellini, Luca Fois e Roberto Cuneo, che esplorava l’evoluzione dell’ospitalità contemporanea, con Campo x Nerosicilia: una mattonella in pietra lavica decorata con vetro verde, che astrae geometricamente i motivi tradizionali delle maioliche siciliane, evocando un prato della campagna Iblea.

Chiara Pellicano ed Edoardo Giammarioli/Millim Studio, Roma

Millim Studio, il duo creativo composto da Chiara Pellicano ed Edoardo Giammarioli, con base a Roma, lavora all’intersezione tra arte, design e narrazione visiva, sviluppando progetti che giocano con la percezione e le emozioni. Le loro opere instaurano connessioni profonde tra materiali, tecniche artigianali e sensibilità contemporanea, con l’obiettivo di ridefinire il concetto di bellezza attraverso una visione poetica e sperimentale. Alla Triennale di Milano, hanno partecipato all’esposizione ORObyRUFFINO – The Art of Connection – racconto immersivo che celebra il legame tra vino, design e convivialità – con il progetto Omnes: una panca scultorea impreziosita da dettagli in oro, simbolo di trasformazione, elevazione e di condivisione. Il duo ha preso parte anche alla mostra Magnificat, alchimie e devozione nel nuovo design, curata da Paola Casicci nello spazio (e scenografia) di Vito Nesta, in via Ferrante Aporti 16. Qui hanno esposto la collezione Metalique, una serie di elementi in metallo lavorati a tornio che celebrano “la bellezza nell’assenza” distinguendosi per la loro unicità, frutto del lavoro umano e di processi non del tutto controllati.

Homo Faber, Today’s Masters Meet Tomorrow’s Talents

Interessante anche la mostra Today’s Masters Meet Tomorrow’s Talents presso la Casa degli Artisti in corso Garibaldi 49, curata dalla Michelangelo Foundation – ideatrice del celebre evento Homo Faber a Venezia – che ha messo in mostra una collezione di oggetti progettati e realizzati a mano da 23 duo creativi, ciascuno formato da un maestro artigiano e da un talento emergente. Frutto del programma di formazione Homo Faber Fellowship, queste opere, ispirate all’Art Déco, esaltano antichi mestieri in un proficuo scambio di competenze e di punti di vista. Dietro a ogni opera si nasconde una storia affascinante: un maestro ceramista norvegese che trasmette la sua conoscenza della cottura a legna al suo fellow; un intagliatore spagnolo esperto che, ispirato dal giovane collega, reinventa i soffitti a cassettoni Mudéjar per ambienti contemporanei; un burattinaio britannico e il suo apprendista che ridanno vita al mestiere della costruzione delle marionette ormai in via di estinzione.

Anteprima Milano Design Week 2025, giovani designer promettenti: foto e immagini.