Salone del Mobile 2022 DOM Edizioni: purezza delle forme e cura per il dettaglio l’intervista a Domenico Mula
Salone del Mobile 2022 DOM Edizioni: progetti d’arredo chiavi in mano sotto il segno della purezza delle forme, la cura per il dettaglio e una vocazione a innovare sempre. Ne abbiamo parlato con Domenico Mula, direttore artistico e presidente di DOM Edizioni.
Ci racconta la storia di DOM Edizioni?
Ho votato la mia vita al design a vent’anni. Dopo un’importante esperienza in Francia, dopo sette negozi con cui ho messo a frutto un lavoro curatoriale centrato su pezzi inconfondibili, ho assecondato la voglia di creare la mia linea. DOM Edizioni (www.domedizioni.com) e? nata per tradurre in pratica le mie idee artistiche, dando forma concreta a una passione accesa per l’eleganza e il bello. Ne è nata una collezione di mobili di circa 300 pezzi che proponiamo per progetti residenziali e contract. Con me i miei due figli, Ludovica e Filippo, che mi accompagnano in questa avventura.
Su quali valori si fondano l’identità e la filosofia produttiva di DOM Edizioni?
Lusso, calma e volutta?: una formula resa celebre da Baudelaire e da Matisse riassume lo sguardo di DOM Edizioni sul bello e sugli ambienti da vivere. Purezza delle forme, paziente cura per il dettaglio e vocazione a innovare guidano la celebrazione che DOM Edizioni fa della speciale attitudine italiana per un gusto equilibrato ma di spiccato carattere.
In che modo si sta evolvendo, oggi, il settore dell’arredo, vista anche la pandemia di Covid-19, che ci ha fatto riscoprire l’importanza della casa durante il lockdown?
C’è sempre più attenzione alla cura dei dettagli, alla provenienza dei materiali, alla qualità.
Vi siete posti nuovi obiettivi in ottica green o nuove soluzioni eco-sostenibili?
Le collezioni sono interamente realizzate in Italia, dove chi lavora i materiali ha una capacita? ineguagliata di trarre il massimo dalle loro caratteristiche. Abbiamo introdotto nuovi legni, come il faggio non trattato, naturalmente bello per le sue imperfezioni, esaltandone le caratteristiche naturali, o il legno di castagno. I trattamenti sono ad acqua o oli vegetali. Ci siamo posti l’obiettivo di produrre sempre meno scarti.
Dopo la pandemia e il lockdown, quali sono le sfide del futuro che dovranno affrontare le aziende che producono design?
La sfida più grande è quella di saper trasmettere nel mondo digitale, che arriva ovunque nel mondo, l’altissima qualità del Made in Italy. Imprescindibile la presenza fisica.
Quali invece saranno le tendenze su cui puntare per il futuro del settore?
Sempre più progetti chiavi in mano. Una collezione che sappia venire in contro alle esigenze di architetti o privati che vogliono costruire ambienti total-look.
Ci racconta le novità della collezione 2022 che avete presentato in occasione della Design Week?
La collezione 2022 vede novità di varie categorie: imbottiti come il divano Doem o Portofino, entrambi modulari, i nuovi tavoli come Spider e Belmont, ma anche complementi come gli specchi Max. Una collezione completa che si declina anche nella Collezione Riviera, una linea fresca e solare prevalentemente dedicata alle case estive.
Qual era il concept dell’allestimento per la Design Week 2022?
L’allestimento al Salone del Mobile si divideva in otto grandi ambienti living e dining, dove le collezioni precedenti si alternavano alle nuove proposte 2022, divise tra ambienti bianchi e neri, e ambienti con grande prevalenza di legni naturali. Nello showroom di Milano, le novità rimarranno esposte per permettere a clienti e visitatori di toccare con mano le ultime creazioni.
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Qual è la “cosa” più contemporanea, forte e promettente che si sta manifestando a suo avviso sulla scena del design contemporaneo?
Un grande ritorno all’artigianalità, al fatto bene, al fatto con un pensiero.
Una domanda che è anche un po’ una provocazione, esiste ancora uno stile italiano nel design?
Certamente, lo stile italiano esiste e dobbiamo continuare a proteggerlo per poterlo esportare nel mondo.