Verifica sismica: cos’è, come si fa e a cosa serve

Autore:
Mancuso Alessandro

Nel ristrutturare casa assume importanza la verifica sismica. Scopriamo la procedura da seguire, a chi rivolgersi, come funziona, se è obbligatoria e le eventuali detrazioni ammesse.

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Il nostro è un paese ad alto rischio sismico. Nella costruzione di nuovi edifici bisogna adottare tutta una serie di misure destinate a garantire i più elevati standard di sicurezza.

Quando però decidi di ristrutturare la tua casa o il tuo appartamento, è fondamentale prestare attenzione alla necessità di effettuare la verifica sismica, una procedura a volte obbligatoria prima di iniziare i lavori.

Scopriamo cos’è nello specifico, a chi rivolgersi e perché assume una così grande valenza.

Verifica sismica: cos’è

Quando sei in procinto di ristrutturare la tua abitazione, tra le tante incombenze da fare non puoi assolutamente dimenticare la “Verifica Sismica”. Di cosa si tratta? Semplice, è un’apposita procedura per valutare la sicurezza della struttura nell’eventualità si verifichi un evento sismico. Un’importante misurazione per qualsiasi immobile.

Se il coefficiente ha un valore più basso rispetto a quello di riferimento, è necessario procedere ad interventi diretti al miglioramento della struttura dell’edificio, per prevenire possibili crolli in caso di sisma.

Si tratta di opportuni calcoli da far eseguire a un professionista su un immobile da ristrutturare. Ad esempio per interventi edili che riguardano le fondamenta o l’edificazione di un nuovo fabbricato adiacente ad uno già esistente.

È opportuno sottolineare che se non sono previsti lavori, la verifica sismica non è obbligatoria per legge.

Verifica sismica: come si fa

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È necessario rivolgersi ad un professionista del settore, ad esempio un ingegnere, incaricato di eseguire i rilievi necessari. La normativa in vigore sottolinea chiaramente come la verifica sismica di un immobile deve essere effettuata per lavori di sopraelevazione di edifici o interventi sulla struttura degli stessi per modificarne la destinazione d’uso.

Si parte da una prima fase conoscitiva in cui vengono eseguiti i rilievi planimetrici e altimetrici. Si passa quindi a valutare lo stato della struttura per evidenziare eventuali deformazioni dell’edificio.

Lo step seguente si basa sull’analisi storica dell’immobile, prendendo in esame tutti i lavori e le modifiche eseguite dall’anno della sua costruzione. Infine vengono valutate le capacità di resistenza e alle sollecitazioni dei materiali. Solitamente si tratta di indagini eseguite in laboratorio o direttamente in loco con macchinari idonei. Si arriva così a determinare l’analisi della struttura, valutandone il livello di vulnerabilità.

Il professionista incaricato della verifica sismica propone gli interventi di adeguamento che reputa necessari, predisponendo un’analitica valutazione col rapporto tra costi e benefici. L’obiettivo è rendere l’immobile sicuro nel tempo, evidenziandone il grado di vulnerabilità. Spieghiamo meglio questo concetto e cosa considerare nello specifico nel prossimo paragrafo.

Vulnerabilità degli edifici

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Per esaminare il livello di vulnerabilità degli edifici è necessario tener conto di una serie di elementi.

In primo luogo assume importanza l’indice di pericolosità dell’area in cui è ubicato l’immobile. Si disporrà così della probabilità del verificarsi di un terremoto di una determinata intensità. Le analisi storiche e statistiche assumono parecchia rilevanza in questa fase.

A seguire si analizza il grado di esposizione, in termini di numero di residenti e di immobili sul territorio in quella specifica area. Si passa dunque all’esame della vulnerabilità vera e propria, indicata con una scala di valori che evidenzia se l’edificio, in caso di sisma di una certa intensità, registrerà danni. Strettamente collegata a questa fase è la corretta valutazione del livello di rischio, per una stima di danni a cose e di perdite di vite umane.

Nel report da segnalare l’importanza della magnitudo, un valore che sta ad indicare la forza di un sisma. A tal fine viene adottata la nota scala Richter.

Classificazione sismica Italia

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Ricordiamo che il nostro paese è suddiviso in quattro diverse zone che vanno ad indicare il rischio di sismicità. Secondo la classificazione al 31 dicembre 2019 del dipartimento della protezione civile, il territorio nazionale è così suddiviso:

  • 1: rischio sismico alto (la zona più pericolosa, probabilità alta che si verifichi un forte terremoto).
  • 2: rischio sismico medio-alto (sono possibili forti terremoti).
  • 3: rischio sismico medio-basso (forti terremoti meno probabili).
  • 4: rischio sismico basso (zona meno pericolosa con basse probabilità di terremoto).

Verifica sismica: a cosa serve

Un documento obbligatorio nel caso di ampliamento di edifici tramite opere connesse alla struttura dell’immobile.

Come anticipato, è una rilevazione che assume molta importanza per evidenziare la vulnerabilità sismica di un fabbricato, ovvero la propensione a subire danni nel caso si verifichi un terremoto di una certa intensità.

Il professionista incaricato una volta ultimati i suoi studi, proporrà quali sono gli interventi necessari sulla base di un rapporto analitico tra costi e benefici, riportando l’indice di vulnerabilità e i lavori da compiere per ridurre tale valore.

Ricordiamo che le spese legate ad interventi volti a migliorare il grado di sismicità degli edifici si possono portare in detrazione grazie alle speciali agevolazioni legate al sisma bonus.

Conclusioni

Ancora non siamo in grado di prevedere quando si verificherà un evento sismico ma grazie alle maggiori conoscenze nel settore e all’esperienza pregressa, è possibile intervenire per limitarne i danni e ridurre il rischio di crolli, la causa principale della perdita di vite umane.

Oggi grazie ai passi da gigante compiuti nell’evoluzione tecnologica, si può rendere un edificio più sicuro, forte e resistente ai terremoti.