Superbonus 2024: come ripartire i crediti residui nel prossimo decennio

Autore:
Umberto Panella
Tempo di lettura: 6 minuti

Si intensifica l’attenzione sulle modalità di dilazione dei crediti di imposta. In particolare, sugli strumenti di spalma-crediti e spalma-detrazioni.

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Monete e banconote
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Per i beneficiari di crediti derivanti da Superbonus, Sismabonus e Bonus barriere architettoniche, è prevista una misura “spalma-crediti” o “spalma-detrazioni” che consente di utilizzare gradualmente detrazioni e crediti di imposta nell’arco di 10 anni.

Il recente Decreto Legge 39/2024, emanato dal Governo, ha reso più stringenti le regole per la cessione del credito, portando nuovamente l’attenzione su questi meccanismi di “spalmatura” dei benefici fiscali. Vediamo di capire come funzionano e quali potrebbero essere i cambiamenti in futuro.

Guida allo spalma-crediti: come funziona e quali vantaggi offre

Gestione delle finanze
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Una nuova regola introdotta per facilitare l’utilizzo dei crediti d’imposta è stata resa operativa attraverso il decreto aiuti quater (D.L. 176/2022, modificato dall’articolo 2, comma 3-quinquies, del D.L. 11/2023). Questa normativa prevede che i contribuenti possano dilazionare l’utilizzo dei crediti, anche quelli derivanti da comunicazioni di cessione o sconto in fattura inviate all’Agenzia delle Entrate entro il 31 marzo 2023.

Tuttavia, c’è una condizione: l’opzione dello spalma-crediti può essere esercitata solo se gli importi non sono stati dichiarati nel modello 730/2023 o nel modello Redditi 2023. Questo significa che, per godere di questo beneficio, i contribuenti devono fare attenzione a non aver già riportato tali importi nella dichiarazione dei redditi.

Inoltre, il comma 8-quinquies dell’articolo 119 del decreto Rilancio stabilisce che il pagamento effettuato dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022 è irrevocabile e deve essere esercitato nelle dichiarazioni dei redditi per l’anno 2024.

Estensione dello spalma-crediti: discussa la possibilità di dilazione in 10 anni

In corso c’è un dibattito su un piano volto a rafforzare due strumenti simili per migliorare l’uso degli incentivi fiscali nel settore edilizio, sia per il governo che per i cittadini. Secondo questa proposta, il periodo per recuperare i benefici fiscali potrebbe essere esteso fino a 10 o addirittura 15 anni anziché i 4 attuali, coinvolgendo anche le comunicazioni inviate al Fisco dopo il 31 marzo 2023.

Secondo alcune fonti, il Governo sta considerando una revisione del noto meccanismo dello “spalma-crediti” e dello “spalma-detrazioni”. Questi strumenti combinati potrebbero rendere più efficaci le detrazioni, spesso poco convenienti per la maggior parte dei contribuenti.

L’estensione del periodo di compensazione da 4 a 10 anni porterebbe a una riduzione dell’importo annuale che ciascun contribuente o impresa può detrarre, contribuendo a una gestione più agevole delle proprie finanze.

Quali lavori ammessi nello spalma-crediti?

Ecco gli interventi idonei per richiedere i crediti d’imposta:

  • Superbonus;
  • Ecobonus;
  • Agevolazioni per l’adeguamento delle abitazioni per persone con disabilità;
  • Incentivi per la riqualificazione sismica degli edifici.

Se non si utilizza completamente una rata annuale di credito d’imposta, è possibile dividerla in 10 rate annuali di uguale importo, partendo dall’anno successivo a quello di riferimento della rata originaria.

La ripartizione riguarda:

  • gli anni 2022 e successivi, per i crediti derivanti da comunicazioni di prima cessione o sconti in fattura inviate all’Agenzia delle Entrate entro il 31 ottobre 2022 per l’ecobonus;
  • gli anni 2023 e successivi per i crediti derivanti dalle comunicazioni inviate all’Agenzia delle Entrate dal 1° novembre 2022 al 31 marzo 2023 per l’ecobonus, nonché per le comunicazioni inviate fino al 31 marzo 2023 per gli interventi di riqualificazione sismica degli edifici e per l’adeguamento delle abitazioni per persone con disabilità.

Se una rata annuale di credito d’imposta non viene utilizzata, è possibile dividerla in dieci rate annuali di uguale importo, partendo dall’anno successivo a quello di riferimento della rata iniziale. Anche coloro che hanno già iniziato a pagare le rate possono prendere questa decisione definitiva.

Ricorda che se hai bisogno di dilazionare i pagamenti fiscali, devi dichiararlo nel modello di dichiarazione dei redditi per il 2024, utilizzando il 730/2024 o il reddito PF 2024. Inoltre, assicurati che le spese che desideri includere non siano già state incluse nella dichiarazione fiscale del 2022 presentata nel 2023.

Come funziona la rateizzazione?

Accedere ai crediti
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Ogni rata annuale aggiuntiva che deriva dalla ripartizione della rata precedente:

  • può essere utilizzata solo in compensazione dal 1° gennaio al 31 dicembre dell’anno a cui ci si riferisce;
  • non può essere ridistribuita a terzi o ripartita ulteriormente.
  • la parte del credito d’imposta non utilizzata nell’anno di riferimento non può essere utilizzata negli anni successivi ne richiesta come rimborso.

Come fare per accedere allo spalma-crediti?

Calcolo delle tasse
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Le linee guida per compilare il modello 730/2024 forniscono chiarimenti su come ottenere la detrazione dilazionata in dieci anni, utilizzando la consueta procedura con il quadro E – Oneri e Spese. La sezione III A, in particolare, deve essere completata. Questa sezione riguarda le spese per restauri edilizi, interventi antisismici, bonus per le facciate e bonus per il verde. Ricorda che puoi solo estendere l’utilizzo del Superbonus se le spese non sono state dichiarate l’anno precedente.

Nella pratica, devi inserire gli importi nelle righe da E41 a E43, assegnando una nuova riga ogni anno per ogni unità immobiliare.

Comunicare l’opzione per lo spalma-crediti del 2024 all’Agenzia delle Entrate

Il decreto 2023/132123 delinea il procedimento per adottare la suddivisione in dieci rate annuali dei crediti inutilizzati derivanti dalla cessione o dallo sconto in fattura riguardanti le detrazioni previste. Inoltre, stabilisce i requisiti per la comunicazione all’Agenzia delle Entrate.

Per richiedere il servizio, il detentore dei crediti deve inviare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate, indicando:

  • Il tipo di credito;
  • L’ammontare della rata annuale da suddividere nei successivi dieci anni.

È possibile inviare più comunicazioni nel tempo, suddividendo la rata rimanente e altri crediti eventualmente acquisiti.

Questa comunicazione è vincolante e non può essere modificata o annullata una volta inviata. In mancanza di questa scelta, i crediti seguiranno il percorso originario di utilizzo, che prevede quattro o cinque anni, a seconda del caso.

La comunicazione deve essere trasmessa attraverso il servizio online “Piattaforma cessione crediti”, accessibile nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate.

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