Riforma dei condomini: tutte le novità da conoscere

Autore:
Raffaele Di Ciano
  • Laurea in Belle Arti
Tempo di lettura: 5 minuti

La riforma dei condomini, approdata alla Camera, introduce importanti novità nella normativa che regola la vita condominiale che è bene conoscere. I 17 articoli del disegno di legge presentato da Fratelli d’Italia a prima firma Gardini fanno molto discutere: ecco le tematiche più calde.

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Riforma dei condomini: tutte le novità da conoscere
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Fratelli d’Italia ha presentato un disegno di legge a prima firma Gardini, che nei giorni scorsi è arrivato alla Camera e che contiene 17 articoli di riforma della normativa sui condomini. Si tratta di una proposta che, già prima dell’approdo alla Camera, aveva fatto parecchio discutere, e che continua a sollevare perplessità e polemiche tra gli operatori del settore. Il disegno di legge, infatti, introduce diverse novità nella regolamentazione della vita condominiale, che toccano sia gli amministratori di condominio che i condòmini stessi.

In particolare, la proposta consiste in una serie di modifiche al Codice Civile sulla disciplina delle parti comuni del condominio, sulla nomina e le attribuzioni dell’amministratore di condominio e del revisore condominiale, così come sulle attribuzioni dell’assemblea. Ecco una panoramica di tutte le novità che il disegno di legge introduce nella normativa di riferimento, e cosa cambierà sia per i professionisti che per i proprietari.

Riforma dei condomini

amministratore di condominio
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Il disegno di legge di Fratelli d’Italia prevede requisiti più stringenti per l’accesso alle professioni e di affidare al ministero delle Imprese e del Made in Italy il compito di verificarne il possesso. Questa è la prima grande novità della proposta, che in buona sostanza vuole superare la figura del condomino amministratore, e che impone agli amministratori di condominio di possedere almeno una laurea di primo livello. Presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, viene quindi istituito un apposito albo per questa professione, a cui si aggiunge anche la figura del revisore condominiale, indispensabile nei condomini con più di 20 proprietari.

Come si legge nel testo, la figura è necessaria in quanto:

“il 35% del contenzioso civile in Italia è rappresentato da controversie condominiali e, tra queste, le impugnazioni dei rendiconti e i procedimenti per la riscossione forzosa dei contributi condominiali rappresentano una parte sempre più significativa”.

Da qui, un’altra novità che sta facendo sorgere numerose polemiche: per i debiti dei morosi che il condominio non riesce a recuperare, dovranno pagare gli altri condòmini.

Morosità, contanti e altre misure

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Sul testo, infatti, si legge che:

“i creditori possono agire sulle somme disponibili sul conto corrente condominiale per l’intero credito vantato e, in via sussidiaria, sui beni dei condòmini nella misura della morosità di ciascuno. Per il residuo debito dopo l’infruttuosa escussione dei morosi, i creditori possono agire nei confronti dei condòmini in regola con i pagamenti, i quali rispondono in proporzione alla quota di partecipazione alla spesa e hanno azione di regresso contro i morosi per quanto ancora dovuto da ciascuno di essi”.

Ancora, il testo introduce il divieto dei pagamenti in contanti per le spese condominiali, in quanto tutti i pagamenti effettuati per conto del condominio e in favore di esso devono essere eseguiti su specifico conto corrente, sia postale che bancario, intestato al condominio stesso. Insomma, dalla laurea per gli amministratori di condominio al recupero delle morosità passando per chi paga regolarmente, la riforma dei condomini fa parecchio parlare gli operatori del settore, che rischiano indagini e revoca della mansione molto più spesso, ma non solo, poichè l’aggiunta di una figura professionale in più comporta direttamente una spesa maggiore per i condòmini, cosa che non piace affatto e a nessuno.

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