Imu pagata in ritardo: ecco come calcolare la mora
Cos succede se si effettua il pagamento in ritardo dell’IMU? L’acconto della tassa sulla casa si versa il 16 giugno e i proprietari di immobili diversi dalla prima casa che hanno pagato la prima rata in ritardo dovranno fare i conti con la mora. Vediamo come calcolare la sanzione e scopriamo cos’è il ravvedimento operoso.
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Siamo già a metà dell’anno e non bisogna dimenticarsi degli impegni che riguardano tantissime famiglie italiane relativamente ad uno dei beni più importanti, ovvero la casa. Stiamo parlando di una delle tasse più odiate, ovvero l’Imu, l’imposta municipale unica. È da poco trascorsa la data di scadenza per il pagamento della prima rata (16 giugno 2025) e i contribuenti avrebbero dovuto versare l’acconto, pari al 50% dell’importo complessivo annuale. Il saldo IMU 2025, la seconda rata, andrà effettuato entro lunedì 16 dicembre 2025. Con la scadenza dell’ultimo mese dell’anno, va versato il restante 50% della somma complessiva dell’anno solare. Ma cosa succede in caso di ritardo nel pagamento?
Coloro che hanno versato l’acconto dell’Imposta Municipale Propria in ritardo, devono corrispondere imposta dovuta, oltre alle sanzioni ridotte e agli interessi. Vediamo come calcolare la mora.
Pagamento Imu in ritardo: come calcolare la mora

Cosa succede se si paga l’Imu dopo la scadenza del 16 giugno? Come anticipato, i contribuenti devono corrispondere l’imposta dovuta, oltre alle sanzioni ridotte e agli interessi. È doveroso precisare che maggiore è il numero di giorni di ritardo e più alta è la percentuale della sanzioni che viene applicata. La sanzione ordinaria vale fino al 30% dell’imposta dovuta, ma il contribuente e ha un anno di tempo per versare l’importo dovuto con un’agevolazione particolare sugli interessi e sanzioni grazie al ravvedimento operoso:
- Ravvedimento sprint con un ritardo fino a 14 giorni che vede una sanzione dello 0,1% al giorno fino al massimo di 1,4% nel limite dei 14 giorni a cui si aggiungono gli interessi attualmente dello 0,3% (Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze 13 dicembre 2017, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 292 del 15 dicembre 2017).
- Ravvedimento breve dai 15 ai 40 giorni, la sanzione sale al 1,5 % più interessi dello 0,3%.
- Ravvedimento medio dai 30 ai 90 giorni, la sanzione sale al 1,67 % più interessi dello 0,3%.
- Ravvedimento lungo dai 90 giorni ad un anno, dove la sanzione sale al 3,75% più interessi dello 0,3%.
Come si calcola l’Imu
Ricordiamo che l’IMU prima casa viene versata unicamente dal proprietario di immobili residente in abitazioni di categoria A/1, A/8 e A/9, ovvero case signorili, ville e castelli, mentre l’imposta deve essere versata in ogni caso per la seconda casa, qualunque sia il suo utilizzo, ovvero data in affitto, vuota o concessa in maniera gratuita.
Per quanto riguarda il calcolo Imu, il pagamento della prima rata 2025 deve avvenire con l’aliquota Imu stabilita dal Comune per la seconda rata del 2025 e il procedimento di calcolo è il medesimo di quello utilizzato per pagamento di Imu e Tasi negli anni precedenti. Si parte dalla rendita catastale:
- rivalutare la rendita del 5%
- moltiplicare la rendita rivalutata per il coefficiente di ogni immobile per cui si effettuano i versamenti
- moltiplicare il risultato così ottenuto per le aliquote deliberate da ogni singolo Comune.