Tessile sostenibile: da scarti a pavimenti e grucce
Il progetto Wetex pone le basi per il tessuto sostenibile. Attraverso una particolare lavorazione e grazie all’invettiva di aziende e imprenditori che hanno creduto nell’idea, è infatti possibile dare nuova vita a tutto ciò che prima era destinato alla discarica.

Viviamo in un mondo sempre più avvezzo allo spreco e al consumo e l’industria tessile non è certo esonerata. Qui materiali di ogni tipo vengono ogni giorno destinati alle discariche, in quanto impossibili da recuperare. O almeno così era fino a questo momento.
Il distretto tessile pratese ha infatti unito le forze attraverso l’invettiva di diverse aziende locali e sviluppato una soluzione innovativa per dare seconda vita agli scarti tessili e di pelletteria. Nasce quindi nel 2016 il progetto Wetex, che coinvolge aziende del settore per il riciclo dei materiali attraverso una particolare lavorazione.
L’obiettivo principale è quello di dare nuova vita a rifiuti tessili indifferenziati, diminuendo in questo modo l’impatto ambientale, valorizzando al tempo stesso dei materiali che, in caso contrario, sarebbero destinati alla discarica. Un progetto che pone le basi per una maggiore consapevolezza anche da parte degli imprenditori del settore tessile.
Tessile sostenibile: il progetto Wetex

Le prime basi del progetto sono state gettate nel 2016, anno in cui imprese come Fortex, Cormatex, Coedil, EndiAsfalti, Mcp partners appartenenti al distretto pratese del tessile si sono unite per dare vita a Wetex Engineering srl. Sebbene all’inizio potesse sembrare un’idea fin troppo utopica, le imprese hanno sempre creduto fermamente nel progetto, profondendo impegno e competenze che hanno consentito di proporre soluzioni differenti per rispondere alle singole esigenze.
Nel 2022 arriva la svolta con la partecipazione al bando Pnrr e la selezione del progetto che ha potuto in questo modo attivare un primo impianto pilota alla Cormatex tra il 2023 e il 2024. L’intenzione è di ampliarlo in futuro e potenziarlo entro il 2027. Da quando è attivo questo ha infatti prodotto risultati promettenti, consentendo il recupero di chili di materiale.
Dai tessili dell’abbigliamento è infatti possibile ricavare grucce, sedie ergonomiche, piastrelle e moquette, mentre la pelle delle borse può dare vita a mattonelle, pannelli antirumore ed isolanti. Al fine di rendere tangibile questa innovazione sono stati già portati avanti alcuni casi di successo.
Un esempio è la realizzazione di una tipologia di mattonelle resistente, che ha superato il test di passaggio di veicoli. Ecco quindi che, ciò che prima era buttato adesso diventa un asfalto innovativo contenente scarti tessili per la pavimentazione di una pista ciclabile, come nel caso di Sesto Fiorentino.
Una ricerca continua

Per rendere davvero efficiente questo progetto è però necessario continuare con la ricerca. L’impianto a oggi è ancora limitato per il riciclo del solo settore tessile, ma l’idea è quella di estenderlo in futuro anche in altre applicazioni e settori.
Si tratta di un passo importante nell’economia circolare, volto a promuovere lo spreco di tessile. Questo è infatti sempre più alto da parte non solo dei consumatori finali, ma delle stesse imprese che potrebbero quindi trovare giovamento dal riutilizzo.
Tessile sostenibile: immagini e foto
Da un’idea comune del distretto tessile pratese nasce il progetto Wetex. L’obiettivo è quelli di ridurre gli scarti tessili dando loro nuova vita in altre applicazioni. Ecco quindi che vecchie maglie e borse diventano elemento di arredo o anche pannelli e mattonelle insonorizzate per la costruzione.