Parere Eurostat: i crediti del superbonus non sono pagabili

Autore:
Francesca Agata Cavaleri
  • Laurea in Direzione Aziendale
Tempo di lettura: 5 minuti

Arriva il parere Eurostat sui crediti da Superbonus, e non è per nulla positivo. Ecco quindi cosa ha detto l’ufficio europeo.

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Bandiera Unione Europea
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Il superbonus ha creato delle difficoltà alle casse dello Stato e delle imprese che hanno lavorato alle ristrutturazioni di immobili oggetto di intervento. L’Eurostat ha valutato la situazione italiana in merito all’argomento, dando il proprio, e definendo i crediti da superbonus “non pagabili”.

Parere Eurostat, perché è così importante

Lavori nel campo edile
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Vivere all’interno dell’Unione Europea significa anche sottoporti al giudizio dei vari organi che lo compongono. E così arriva il parere Eurostat sui crediti prodotti dal superbonus. Un’agevolazione che ha creato non pochi problemi ai conti pubblici dello Stato, e che continua a crearne. Troppi i crediti ancora impigliati per le imprese che hanno operato nel settore. E dall’altra parte la difficoltà delle casse dello stato di riuscire a coprire quanto dovuto con i fondi insufficienti messi a disposizione.

Ma a dire la sua ci ha pensato anche l’Eurostat che si ricorda essere un ufficio statistico dell’Unione europea che raccoglie ed elabora i dati provenienti dai singoli stati Membri. Con lo scopo di creare un processo armonico della metodologia  statistica tra di stati stessi, garantendo una maggior trasparenza e confrontabilità dei dati. Ecco perché senza dubbio il parere di questo ufficio  è importante sia per l’Italia nel contesto europeo.

Parere Eurostat, i crediti sono “non pagabili”

Secondo l’Eustosta i crediti dovuto al superbonus non sono pagabili. Ma cerchiamo di capire che cosa vuol dire. I crediti “pagabili” sono quelli per cui l’ammontare del credito supera il debito d’imposta e viene pagato al beneficiario. Mentre i crediti “non pagabili” sono quelli limitati all’ammontare del debito d’imposta, perché la parte non compensata con i debiti viene persa dal beneficiario.

Quanto questa situazione si verifica i crediti pagabili sono contabilizzati negli anni del loro utilizzo. Mentre i crediti non pagabili entrano nel bilancio nell’anno in cui si matura il diritto alla detrazione. Quindi in altre parole è confermata la classificazione come “Credito di imposta dovuta” per il superbonus attivato negli anni 2020-2023. Invece adesso l’impatto del Superbonus sull’indebitamento sarà spalmato negli anni successivi, quindi dal 2024 in poi.

Cosa rimane oggi del superbonus in Italia

Il Superbonus è l’agevolazione fiscale disciplinata dall’articolo 119 del decreto legge n. 34/2020 (decreto Rilancio), che consiste in una detrazione del 110% delle spese sostenute a partire dal 1 luglio 2020 per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici.

Tuttavia tra gli interventi agevolati rientra anche l’installazione di impianti fotovoltaici e delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici. Il Governo Meloni ha un pò modificato le regole a causa della difficoltà di far fronte a i moltissimi crediti vantati. Oggi il superbonus spetta fino al 31 dicembre 2025, nelle seguenti percentuali:

  • 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023;
  • 70% per le spese sostenute nel 2024;
  • 65% per le spese sostenute nel 2025.

Possono usufruire dell’agevolazione le persone fisiche, i condomini e le imprese. La detrazione va ripartita in quattro quote annuali di pari importo. Mentre è stata vietata del tutto la cessione del credito e lo sconto in fattura da parte di chi ha vanta il credito. Cosa succederà dopo il 2025? Ancora non si sa, ma sicuramente il superbonus è stata una misura fallimentare per il nostro Paese.

Case e interventi da Superbonus: foto e immagini