Direttiva case green, via libera finale: ecco cosa cambia

Autore:
Verdiana Sasso
  • Giornalista
Tempo di lettura: 3 minuti

Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva la Direttiva case green che ha come obiettivo quello di migliorare gli standard energetici dell’edilizia europea. Classe energetica E entro il 2030, stop alle caldaie a gas e zero emissioni nel 250: vediamo cosa prevede la versione finale della direttiva e cosa è cambiato dalla versione originale.

Casa green
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Dopo diversi interventi, il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva le nuove regole per ridurre il consumo energetico e le emissioni di gas a effetto serra del settore edilizio. Stiamo parlando della Direttiva case green che ha avuto il via libera dal Parlamento con 370 voti favorevoli, 199 voti contrari e 46 astensioni.

Lo scopo della revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia è di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030 e pervenire alla neutralità climatica entro il 2050. Tra gli obiettivi figurano anche la ristrutturazione di un maggior numero di edifici con le prestazioni peggiori e una migliore diffusione delle informazioni sul rendimento energetico. È doveroso precisare che per diventare legge, la direttiva dovrà ora essere approvata formalmente anche dal Consiglio dei ministri. Ora, vediamo cosa prevede la nuova normativa e quali sono gli obiettivi che l’Europa dovrà perseguire.

Cosa prevede la Direttiva case green

Casa green
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La nuova normativa parla di nuovi edifici a emissioni zero a partire dal 2030, mentre i nuovi edifici occupati o di proprietà delle autorità pubbliche dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Gli Stati membri potranno tenere conto, nel calcolare le emissioni, del potenziale impatto sul riscaldamento globale del corso del ciclo di vita di un edificio, inclusi la produzione e lo smaltimento dei prodotti da costruzione utilizzati per realizzarlo. Per quanto riguarda gli edifici residenziali, i Paesi membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035.

La nuova direttiva prevede che gli Stati membri debbano ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica. Inoltre, i Paesi membri dovranno garantire l’installazione graduale di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in base alle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030, nel caso in cui ci siano i presupposti.

Stop caldaie a combustibili fossili

Qual è il destino delle caldaie a combustibili fossili? In sostanza, ci sarà l’eliminazione graduale dei combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffreddamento entro il 2040. Le cose cambieranno a partire dal 2025 poiché sarà vietata la concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili. Saranno ancora possibili incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento che usano una quantità significativa di energia rinnovabile, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.

Esenzioni

In quali casi non si applica la nuova normativa? Sono esenti dalle nuove regole gli edifici agricoli e gli edifici storici, e i Paesi membri possono decidere di escludere anche gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto.

Direttiva case green: immagini e foto