D Line introduce il servizio di ricondizionamento per aumentare il ciclo di vita dei suoi prodotti a 100 anni

Autore:
Tiziana Morganti
  • Giornalista

Il marchio di design danese ha introdotto un servizio di ristrutturazione che incoraggia i clienti a restituire prodotti hardware e sanitari usurati in modo che possano essere rifiniti e rimontati come nuovi.

Un particolare degli arredi per bagno della D Line.
Photo by D Line

Le problematiche climatiche e quelle relative al dispendio di energia sono al centro di molte discussioni. Non ultime quelle riguardanti il mondo del design e, soprattutto, le diverse fasi produttive.

Per questo motivo, dunque, non stupisce che sempre più aziende stiano iniziando a cercare delle soluzioni a riguardo. Una di queste è quella proposta dal marchio danese D Line. Questo, infatti, ha lanciato il servizio chiamato Re-handle. Si tratta di un nuovo sistema circolare che mira a ridurre l’impronta di carbonio del marchio dal 54 al 91% a seconda del prodotto.

Attualmente i prodotti D Line, che comprendono ferramenta architettonica, sanitari e soluzioni per vivere senza barriere, sono coperti ciascuno da una garanzia di 20 anni. Con il nuovo sistema, si potrebbe ottenere un implemento pari a quattro volte.

Questo vuol dire che il periodo di garanzia di 20 anni verrebbe rinnovato in modo che ogni prodotto possa vivere per un minimo di 100 anni. Almeno secondo quanto dichiarato da D Line.

I vantaggi del ricondizionamento

Particolare dei sanitari di D Line.
Photo by D Line

Far ricondizionare o, se vogliamo, ristrutturare un preciso elemento ha dei vantaggi ben precisi. Tra questi spicca sicuramente il prezzo. Questo, infatti, è inferiore del 60% rispetto a un articolo di nuova produzione e viene fornito con una completa divulgazione della sua impronta di carbonio per sottolineare esattamente quale sia il potenziale di riscaldamento globale su un prodotto rinnovato rispetto a uno di nuova produzione.

In questo ambiente sempre più attento ai rifiuti, architetti e produttori cercano soluzioni che siano completamente documentate e pensate all’interno del loro ambiente” – ha affermato il marchio in una nota – Ora più che mai, assistiamo a un movimento verso un processo decisionale basato sui dati e orientato al futuro. Sebbene le dichiarazioni ambientali siano un potente strumento per tenere conto del consumo di energia e risorse, nonché degli impatti durante l’intero ciclo di vita, è necessario che un prodotto sia completamente dichiarato nella sua interezza al fine di prendere decisioni pienamente informate.

Il consumo di energia

Un particolare delle rubinetterie di D Line.
Photo by D Line

Oggi è obbligatorio dichiarare il consumo di energia e di risorse del prodotto solo durante la sua fase di produzione e non per il resto del ciclo di vita. Per questo motivo, D Line ha deciso di divulgare completamente il potenziale di riscaldamento globale (GWP) completo di oltre il 40% del suo portafoglio. Ciò tiene conto dell’intero ciclo di vita del prodotto, dalla produzione, all’utilizzo e ricondizionamento fino al riciclaggio.

In questo modo, D Line può affermare con sicurezza che, rinnovando uno dei suoi diversi prodotti, i clienti potrebbero ridurre l’impronta di carbonio tra il 54 e il 91% rispetto all’acquisto di un oggetto del tutto nuovo.

Lanciata nel 1971 con una linea coordinata di prodotti per l’architettura in acciaio inossidabile creata da Knud Holscher per il St Catherine’s College di Oxford, D Line è rinomata per i suoi hardware ed i sanitari dall’architettura senza fronzoli e dalle linee pulite create in collaborazione con designer danesi, tra cui Arne Jacobsen. Il marchio ha affermato, inoltre, che la sua ambizione è quella di essere universalmente conosciuto, ambito e ammirato per la resistenza senza compromessi del suo design, artigianalità e qualità.