Affitti brevi turistici, è dibattito sulla scelta del tar fiorentino
Gli affitti brevi turistici sono un tema caldo di questa estate 2024. Soprattutto grande interesse ha suscitato quanto successo a Firenze, città che aveva vietato il divieto di iscrivere affitti turistici brevi nell’area Unesco del centro storico della città, ecco cosa è successo.

Firenze è senza dubbio una città affascinante. E lo dimostra il fatto che è spesso presa d’assalto da turisti proveniente da tutto il Mondo. Tanto che il Comune toscano ha pensato prendere delle misure di limitazione contro l’overtorurism, ma che non sono piaciute ai giudici del tar. Una decisione che interessa diverse città europee e su cui è molto vivo il dibattito.
Affitti brevi turistici, cosa è successo a Firenze?

Per visitare le città spesso si saltano le strutture alberghiere classiche per prendere in locazioni alloggi privati. Un fenomeno che sta dilagando ormai in tutta Europa. Ma la città di Firenze aveva tentano di arginare quanto meno il fenomeno introducendo di iscrivere affitti turistici brevi nell’area Unesco del centro storico della città. Non solo, la norma era stata inserita come variante al regolamento urbanistico, ma poi non confermata dal nuovo piano operativo comunale.
La delibera urbanistica comunale sugli affitti turistici brevi, voluta dal sindaco Nardella, aveva ricevuto il parere positivo dal Consiglio del capoluogo fiorentino. Da qui però erano partiti una serie di ricorsi contro tale divieto. Tra questi ci sono: Codacons, Confedilizia, Property Managers Italia, Apartments Florence, ClearBnb, Colony Capital, Etesian oltre che a normali proprietari.
La decisione del tar Toscano

Il tar toscano si è pronunciato dicendo che la norma sugli affitti brevi è da considerarsi decaduta, per mancato inserimento in piano operativo. Pertanto, è sempre lo stesso tar della Toscana a dichiarare tutti i ricorsi, contro la norma, di per se improcedibili. Diciamo che il Tar non è proprio entrato nel merito della decisione contro il divieto, ma si è limitato a dire che la norma non è da considerarsi in vigore per mancato inserimento sul piano operativo.
Dal Tar arriva anche il richiamo a una gestione corretta «della pianificazione urbanistica» che «richiede scelte univoche e non tollera la coesistenza di regole contraddittorie la cui composizione finirebbe per restare affidata a criteri arbitrari». Ecco che però la neo sindaca di Firenze, Sara Funaro, contrattacca dichiarando che con molta probabilità nella prima seduta utile della giunta si porterà avanti l’approvazione della variante per ribadire lo sto agli affitti brevi nel centro storico della citta.
La reazione degli operatori del settore
Il tema è caldo e coinvolge diversi operatori che basano la propria attività proprio sulle locazioni brevi per conto dei proprietari. Ad esempio Airbnb, in merito alla sentenza del Tar, ha diffuso una nota: “La decisione del Tar è una buona notizia per le famiglie fiorentine che vorrebbero condividere le loro case per far quadrare il bilancio familiare. Airbnb rappresenta un sostegno per migliaia di italiani”.
Si ricorda che gli affitti brevi prevedono anche una serie di adempimenti fiscali e relativi pagamenti d’imposta, per una corretta gestione del proprio immobile. Oltre al fatto che occorre farsi assegnare il codice identificativo per la banca dati univoca, prima di inserire la propria casa sul mercato delle locazioni turistiche. Quindi anche i proprietario di immobili nel centro della città hanno festeggiato alla decisione del tar. Per il Codacons si tratta di una sentenza «che riconosce pienamente le ragioni dell’associazione dei consumatori e dei proprietari».