Storytelling: De Castelli
L’azienda veneta De Castelli da anni guarda al metallo come una superficie da valorizzare nella sua espressività oltre che interpretarne le possibilità tecniche.

In anni dove il valore dell’artigianalità e dei mestieri d’arte vengono tenuti in gran conto anche dal design la storia dell’azienda veneta De Castelli è particolarmente esemplare. Nata vent’anni fa, ha riportato il metallo al centro del progetto e ora è riconosciuta a livello internazionale per aver introdotto il linguaggio del progetto nella lavorazione dell’acciaio, del rame e dell’ottone.
Questione di maestria: quella profusa da sapienti mani in grado di lavorare i metalli nobili in chiave sperimentale, esplorandone il valore espressivo, con finiture inedite, unito a quello di un’impresa tecnologicamente up to date per tecnologie e macchinari di ultima generazione. Diventando così l’interlocutore privilegiato dei maggiori studi di architettura internazionali fino a consolidare la propria posizione di partner di progetto.
Gli inizi: dai vasi in acciaio all’interior con gli architetti
La storia dell’azienda inizia dal 1800 ed è da subito centrata sulla lavorazione artigianale del metallo. Sono quattro generazioni di una famiglia che ha sempre lavorato nel settore e di cui Albino Celato, attuale proprietario, continua l’eredità fondando nel 2003 l’impresa che inizialmente produce grandi vasi d’acciaio per uso esterno.
Ma è la collaborazione con gli architetti, in occasione di eventi speciali come la Biennale di Architettura di Venezia o il Salone del Mobile di Milano, a fare da trampolino di lancio per progetti internazionali sempre più sfidanti. Ricordiamo a questo proposito la realizzazione dell’opera Copycat, di Cino Zucchi, Menzione d’Onore alla Biennale di Architettura.
Nel 2015 con il trasferimento nella nuova sede a Crocetta di Montello si diversificano le attività: dai complementi d’arredo – (quasi) mai prima prodotti in metallo – in collaborazione con designer di fama, alle collezioni di superfici e rivestimenti che completano prestigiose realizzazioni e progetti site-specific e contract nati dalla collaborazione con noti architetti.
Come, di recente, il rivestimento di tutti i desk check-in e gates del rinnovato aeroporto Linate di Milano con il progetto di Studio Gnosis e, nel 2021, le lobby del complesso Corso Como Place progettate da PLP Architecture.


La ricerca nel design

Dove è altrettanto evidente il savoir faire e la capacità di dare vita ogni volta a lavorazioni sorprendenti è la collezione di arredi. Le ultime novità, presentate al Salone 2022, declinano in forme e trattamenti l’universo dei metalli nobili.
Si va dalla creazione di texture formate da un cannetté di tondini in metallo – acciaio spazzolato, ottone spazzolato, rame spazzolato – di diversi diametri che giocano con la rifrazione della luce (consolle Canneto di Adriano Design), a tecniche di piegatura come quella del modulo la cui costa disegna una successione di triangoli nel basamento del tavolo Coste di Luca Pevere. Qui i diversi toni di ossidazione delle facce creano un effetto chiaroscurale che ne accentua il volume.
Dove il know how diventa scultura – dalla curvatura, formatura e martellatura di una lastra di ottone – è nello sgabello Efesto di Martinelli Venezia, privo di giunti meccanici e dimostrativo del know-how produttivo. Entrando nel dettaglio delle finiture, il tavolo Plateaux of Mirror di Elisa Ossino, altra presenza scultorea, ha base e top in acciaio inox dall’effetto délabré, mentre la madia Sculpt di Francesco Forcellini è resa preziosa e “vibrante” dalle tecniche di martellatura e bombatura di ottone e rame, forse da considerare un primo accenno a Biomorphic, l’interessante ricerca su queste tecniche utilizzate a fine ‘800 e ormai dimenticate, che De Castelli intende reinterpretare e condurre a progetti di forme organiche e attuali.
Questa costante riflessione sulla cultura dell’artigianato si è espressa quest’anno a Venezia con la partecipazione a Homo Faber, l’esposizione tenutasi a maggio sull’isola di San Giorgio, realizzata dalla Michelangelo Foundation e curata da Alberto Cavalli. Qui il tributo ai mosaici della Basilica di San Marco, trasposti da Zanellato/Bortotto in sei straordinari pannelli in mosaico di rame, ottone e acciaio trattati con tecniche di ossidazione.
Il flagship store milanese progettato da Cino Zucchi in via Visconti di Modrone 20, è uno spazio di fascino nel centro di Milano che interpreta e rappresenta tutte le potenzialità dell’azienda, un luogo dove clienti, partner, architetti condividono esperienze e idee sul mondo progettuale.
De Castelli: foto e immagini
Chiudere il cerchio: sostenibilità e produzione
Con il nuovo assetto aziendale, il trasferimento nella nuova sede e la riorganizzazione logistica, De Castelli ha iniziato un percorso per rendere il ciclo produttivo ancora più sicuro e sostenibile: gli scarti delle lastre metalliche vengono raccolti, differenziati per materiale quindi reimmessi nel circuito della laminazione dove vengono lavorati, diventando materiale pronto forno per le varie acciaierie e fonderie.
Mentre tutta la soluzione utilizzata per l’ossidazione e il lavaggio è convogliata in un sistema di raccolta e successivamente stoccata per essere smaltita correttamente da aziende specializzate.
In termini di approvvigionamenti, l’azienda lavora esclusivamente con metalli certificati. Con la recente capsule collection Rame at Home, ha potenziato l’utilizzo del rame avviando una sperimentazione che ne preserva le proprietà antibatteriche.
De Castelli ciclo produttivo: foto e immagini
Storytelling De Castelli: foto e immagini
L’azienda De Castelli coniuga la manualità artigianale con la produzione tecnologica sotto la guida di un’impeccabile organizzazione industriale: il risultato è un nuovo sguardo verso la lavorazione dei metalli che in mano a designer ed architetti diventano pelli con cui rivestire e dare forma ai progetti più diversi.