Milano Design Week 2025, le anteprime internazionali da non farsi sfuggire
Tra gli infiniti pensieri progettuali della settimana più internazionale che ci sia, abbiamo colto lo sguardo di 7 designer e brand innovativi, audaci e rigorosamente stranieri. Per una visione cosmopolita a effetto “wow”

Sperimentazione, tecnologia e quel pizzico di divertimento che la creatività pura richiama sempre a sé. La Milano Design Week promette, come ogni anno, tantissime novità, firmate dai designer più famosi come dai nomi emergenti del settore. Con uno sguardo aperto sul mondo e quell’immancabile stile internazionale che anima tutta la settimana. Ecco perché ci siamo concentrati sugli stranieri: brand di spicco, ma anche designer meno noti, che presenteranno sedute, lampade, tappeti, oggetti e progetti pronti ad emozionare e sorprendere per la loro estetica ed innovazione.

Quest’anno LAYER, la “design agency” del designer britannico Benjamin Hubert, compie 10 anni e li festeggia con un evento a tutto tondo, durante la Design Week 2025: 101010, la retrospettiva nello spazio 10 Corso Como, in Corso Como 10, appunto. La location non è casuale: il concept store che da sempre incrocia visioni ibride di architettura, fashion e design, è il luogo perfetto per esplodere il tema della mostra che, guarda caso, unisce una retrospettiva dei 10 anni di storia del brand ad una nuova collezione tutta orientata al futuro e ai prossimi 10 anni. Nella Project Room del concept store di Carla Sozzani, infatti, ad andare in scena saranno ben sei prototipi pionieristici di design sociale. Un progetto corale che annovera brand importanti del design e della moda come RÆBURN, Kvadrat, MDF Italia, Muuto, Orrefors, Raeburn, Bitossi, Andreu World, tutti invitati ad aprire una riflessione sulle sfide globali di oggi: dalla biodiversità urbana alla resilienza climatica, dall’autosufficienza all’artigianato sostenibile.
Giochi di luce

Maestro della luce, Michael Anastassiades ci ha abituati alle sue geometrie essenziali, quasi esili, poetiche eppure di forte espressività. Il suo marchio omonimo, nato nel 2007, non smette di tracciare atmosfere trasognate e metafisiche, che oggi vengono completate da una nuova collezione di luci modulari. Al Fuorisalone le troveremo alla Fondazione Jacqueline Vodoz e Bruno Danese a Palazzo Danese, che riapre i battenti dopo 20 anni. Sono tre – Cygnet, Frame e la nuova lampada portatile progettata e prodotta in collaborazione con Alessi – e promettono di avvolgerci in un’installazione sensoriale e spettacolare che mixa oggetti d’archivio della Fondazione con aquiloni illuminati, celle tetraedriche e pendenti geometrici. Chi conosce Michael Anastassiades lo sa: il suo design minimale è un gioco di illusioni e sovrapposizioni o, come direbbe lo stesso designer cipriota, una “libertà di espressione senza compromessi”.
La nuova casa milanese di Moooi

“Experience a life extraordinary!” è il motto di Moooi che in questa edizione del Salone del Mobile aspetta tutti non solo in fiera, ma anche all’inaugurazione del primo negozio monomarca milanese, in centro città. Marcel Wanders (che nel 2001 ha fondato Moooi insieme a Casper Vissers), lo ammetto, è da sempre uno dei miei designer preferiti, ma non c’è bisogno di essere di parte per scommettere l’effetto WOW del nuovo spazio in via Turati 2. Dagli interni immersivi ai paesaggi sensoriali, Moooi ci ha sempre proiettati in spazi domestici al confine tra l’immaginifico e l’eleganza pop, offrendoci un modo sempre nuovo di vivere il design. Non resta che varcare la soglia della nuova casa “made in Italy” per scoprire, come preannuncia il brand, la magia dell’illuminazione dinamica, i tessuti tattili, che accarezzano i sensi e i materiali inaspettati che mescolano l’heritage del passato con lo sguardo sul futuro.
Un salto nel futuro dell’arredo

Dal Giappone a Milano: a proporci il viaggio è 130 (Onethirty), il brand di design della giapponese MagnaRecta, che con un debutto visionario al Fuorisalone ci presenta il futuro del design generativo. Per capire cosa ci aspetta basta dare uno sguardo a MagnaRecta e al suo dna: azienda pioniera nello sviluppo di sistemi avanzati, robotica, intelligenza artificiale e artigianato, per affacciarsi al mondo dell’arredo non poteva che sviluppare una tecnologia avanguard e 3d. La nuova e decisamente inaspettata collezione di arredo The Grid, infatti, è un insieme di sculture viventi, modulari e mutanti, che viaggiano sul filo del rasoio tra arredamento e architettura e spingono l’upcycling con ecosistemi riciclabili. Poltrone, divani, pareti divisorie e lampade nascono da una struttura reticolare e interconnessa realizzata completamente in PET monomateriale, riciclabile, leggero, resistente e ovviamente sostenibile. La vera magia è proprio qui: Malu, Trapper, Zabu, Throne, infatti, possono essere riparati e rigenerati, senza mai perdere la loro essenza.
Progetto sedia

“Immagino prodotti – liberi come la moda – che si integrano perfettamente nella vita delle persone, dotati di dettagli gentili e delicati che possono accompagnarli per molti anni” ha dichiarato Taiju Yamashita, designer e architetto giapponese che ha fondato DRAFT nel 2008 e nel 2022 DAFT about DRAFT. La nuova sedia No.15 è l’emblema della sua filosofia: morbida, fluida, elegante e avvolgente, No.15 è il quindicesimo sketch contenuto nel libro degli schizzi di Taiju Yamashita. 15 prove, per arrivare a creare, tutto intorno allo schienale in rattan, un design che definisca toucourt il “progetto di una sedia”. Il potenziale per diventare un pezzo iconico c’è tutto, non resta che sedersi e lasciarsi avvolgere dal suo comfort assoluto.
Uno sguardo tra arte e design

Nel 2020, durante una cena a Beirut, Gregory Gatserelia, interior designer cosmopolita e Joy Herro, libanese esperta d’arte con una passione per il design italiano, hanno fondato The Great design disaster con l’intento di trasformare il collezionista in un progettista (e infatti il brand mette in contatto clienti e artisti per creare pezzi unici e originali). La missione è sempre stata quella di avvicinare le persone al mondo dell’arte e del design in modo naturale. E Joy Herro, ex gallerista di vocazione, per Milano Design Week 2025, ha scelto due luoghi d’eccezione: Nilufar Depot, dove presenterà la sua collezione di tavolini Overdrive, e Alcova Milano, a cui dedica due scenografie: una per il progetto VOIDS di Object of Common Interest per The Breeder Gallery e l’altra per The Library Show di Eleftheria Tseliou Gallery. Non vi sembra abbastanza? Per farci scoprire il suo mondo e la bellezza che si cela nel confronto creativo, Joy Herro ci aspetta, dal 7 aprile, anche nel suo nuovo spazio in Via della Moscova 15.
Arte al tappeto

A una prima occhiata sembra quasi una bandiera e in effetti Hong Kong Walk On I, il maxi tappeto taftato a mano e sviluppato in collaborazione con anothermountainman, alias il celebre artista Stanley Wong, è una sorta di bandiera manifesto. Considerato uno dei più rilevanti tappeti mai realizzati dalla manifattura di Hong Kong in settant’anni di storia, questo tappeto fa parte dell’iconica serie artistica Red White Blue, iniziata nel 2001 da anothermountainman e ispirata al tessuto tricolore in nylon emblema di Hong Kong. A farne un pezzo straordinario, però, non è solo la fama della serie che ha portato alla ribalta l’artista contemporaneo originario dell’isola e che oggi conta oltre 200 opere. Oltre ad avere dimensioni imponenti (3 x 6 m), infatti, Hong Kong Walk On I ha un disegno e una lavorazione così complessi (e per la prima volta non in nylon) da sfidare i modelli digitali e le più avanzate tecnologie manifatturiere. Il progetto prevede due modelli: il primo è arrivato da Art Basel Hong Kong a Tai Ping a Milano per il Fuorisalone (nello showroom di Piazza San Simpliciano), per vedere il secondo invece (con la decostruzione grafica dello skyline dell’isola) bisogna volare fino all’Heritage Museum di Hong Kong.