La seta come filo conduttore, la sperimentazione come mezzo, la bellezza come fine
Laboratorio Taroni è un hub sperimentale che esprime nuove visioni creative e da vita a progetti che vanno oltre la moda grazie a collaborazioni con realtà internazionali.

C’è amore, dedizione e passione nella storia di Taroni, la più antica seteria comasca, fondata nel 1880. Con oltre 140 anni di eredità, rappresenta un punto di riferimento per la seta destinata all’alta moda e al prêt-à-porter di fascia alta. Negli anni si è affermata a livello internazionale per la qualità, il know-how artigianale e la costante ricerca nell’innovazione. Un percorso che oggi evolve ulteriormente con l’apertura del Laboratorio Taroni: un hub creativo che esplora nuovi orizzonti, spingendo la seta oltre i confini della moda.
La seta oltre la moda
Il Laboratorio Taroni è nato da una serie di piccoli ma potenti momenti di intuizione. Abbiamo iniziato sperimentando con i ritagli di seta – pezzi non destinati al mercato tradizionale ma ancora ricchi di bellezza e potenzialità. Nello stesso periodo abbiamo cominciato a fotografare i tessuti in modi che ne rivelavano le qualità scultoree, e ci siamo resi conto che la seta poteva essere interpretata come molto più di un semplice materiale per la moda. Da lì il progetto si è ampliato. Taroni Laboratorio non si limita a lavorare con i ritagli: significa anche creare nuovi colori, nuovi tessuti tecnici e idee completamente nuove che spingono oltre i confini di ciò che la seta può diventare. Per noi è un processo continuo di sperimentazione, dove le possibilità sembrano infinite -un modo per mostrare la seta come un tessuto senza tempo ma anche come un mezzo artistico dinamico, raccontano Maximilian Canepa CEO e Creative Director di Taroni e l’artista Lillian Grant.

Direzione design
Un progetto che si inserisce nella tradizione della seteria ma che guarda anche al futuro del design, sperimentando nuovi orizzonti creativi.
Il nuovo laboratorio affonda le sue radici nella storia della serica comasca, ma allo stesso tempo indica nuove direzioni per il design. In Taroni sviluppiamo costantemente nuovi colori che entrano a far parte delle cartelle colori dei nostri tessuti classici – tessuti da noi in fabbrica da generazioni. Questi colori arrivano poi nelle collezioni delle grandi maison di moda e sulle passerelle, proseguendo una lunga eredità di eccellenza. Taroni Laboratorio spinge oltre la tradizione. Alcuni dei tessuti che creiamo sono così complessi dal punto di vista tecnico che possono essere utilizzati solo da pochi designer, ma la loro stessa esistenza testimonia una dedizione all’innovazione e al saper fare. Guardando al futuro, crediamo che la seta sia molto più che un materiale solo per abbigliamento: può e deve trovare spazio anche nella vita quotidiana – negli interni, negli oggetti di design, negli spazi dove la sua bellezza possa essere apprezzata oltre la moda, proseguono Canepa e Grant.

Recupero e trasformazione
C’è quindi un attento lavoro di recupero dagli archivi Taroni grazie a un processo che si è sviluppato in modo del tutto naturale.
Quando Lillian ha iniziato a visitare Taroni, ha notato i sacchi di ritagli e avanzi accantonati nelle sale taglio e in varie aree della fabbrica. Per curiosità, ha cominciato a lavorare con questo materiale, sperimentando cosa fosse possibile creare. Così, invece di smaltire avanzi e rotoli con piccole imperfezioni, abbiamo iniziato a mettere da parte queste rimanenze per selezionarli ed esaminarli con attenzione. Ci siamo resi conto che quasi nulla doveva davvero essere scartato: ogni pezzo di seta contiene la possibilità di essere trasformato, svela Canepa.
Ogni tipologia di scarto serico ha quindi trovato il suo scopo: alcune per cuscini, altre per accessori per capelli, pupazzi o capi di abbigliamento, molte sono state incorporate in composizioni tessili. In questo modo, ogni tessuto ha avuto una seconda vita speciale, permettendo a tutte le diverse qualità di seta prodotte da Taroni di continuare a essere celebrate in nuove forme.

L’incontro tra due tradizioni
Ed è proprio da questo principio guida di sperimentazione e recupero che nasce la collezione di tappeti e arazzi tessuti a mano, progettati dall’artista Lillian Grant e realizzati in collaborazione con Casa Amar, azienda di tappeti marocchini.
La collaborazione con Casa Amar è iniziata quasi per caso. Avevamo visitato il loro atelier a Milano per cercare tappeti per casa nostra. Lì abbiamo incontrato per la prima volta la tecnica Boucherouite. Quell’incontro ha piantato un seme, e mesi dopo è nata l’idea di realizzare tappeti in seta. È stato un momento di visione condivisa — due tradizioni che si incontravano in perfetto allineamento per creare qualcosa di nuovo. Le artigiane marocchine hanno infatti portato una dimensione preziosa alla collezione. Noi abbiamo creato i disegni, pensando fin dall’inizio alla loro traduzione in tessitura. Abbiamo ragionato sulle possibilità del telaio — sulle forme e sulle strutture che conosciamo dalla tradizione tessile Taroni — mantenendo però uno stile equilibrato, simmetrico e ricco di colore. Al tempo stesso abbiamo lasciato spazio all’interpretazione. Non ci aspettavamo una riproduzione esatta dei disegni, ma abbiamo incoraggiato le tessitrici ad adattarli ai loro metodi e alla loro sensibilità. Questa apertura ha trasformato il processo in una vera collaborazione. I tessuti e i disegni partivano dall’Italia e ciò che tornava era spesso una sorpresa — opere che portavano in sé sia la nostra visione che il tocco unico delle artigiane marocchine. Il risultato è una collezione profondamente personale, arricchita dal dialogo tra due tradizioni artigiane, dice Canepa.

La connessione tra artigianato e design internazionale
Le tradizioni seriche italiane hanno così trovato un dialogo naturale con le tecniche Amazigh e Boucherouite, soprattutto per lo spirito comune di creatività e ingegno. I tappeti Amazigh sono composizioni vivaci ed eclettiche, spesso realizzate riutilizzando tessuti e filati per rendere ogni pezzo unico.
Anche noi lavoravamo con ritagli e frammenti di seta, il che significava non avere sempre abbastanza di un singolo colore per completare un intero disegno. Così abbiamo introdotto nuovi colori in corso d’opera, rispecchiando l’approccio Amazigh, dove la varietà diventa parte integrante della bellezza”. Una visione che si fonde sullo scambio e la condivisione anche in un contesto internazionale. “La nostra visione si fonda sullo scambio e sulla collaborazione. Crediamo sia fondamentale continuare a condividere idee e tecniche con artigiani qualificati in tutto il mondo. Quando due tradizioni diverse si incontrano – per esempio quando un artigiano lavora per la prima volta con un materiale nuovo – il risultato è imprevedibile. Non corrisponde sempre all’idea iniziale, ma spesso nasce qualcosa di unico e sorprendente, conclude Canepa.
La seta come filo conduttore, la sperimentazione come mezzo, la bellezza come fine: foto e immagini