Food design per vivere esperienze uniche
Il fine principale del cibo, oggi, non è solo nutrire o soddisfare il senso del gusto, ma sorprendere, meravigliare, far vivere esperienze uniche, trasmettere emozioni.


Il moltiplicarsi di show gastronomici, blog e, soprattutto post sui canali social, conferma che l’attenzione al cibo è in continuo aumento: attenzione al cibo salutare, sostenibile. al made in Italy, alla provenienza delle materie prime, al chilometro zero e la consapevolezza della relazione tra nutrizione e salute, ha portato allo sviluppo di nuove tendenze, dalla nouvelle cuisine, alla cucina molecolare, fino ad arrivare al Food Design.

Il Food Design, letteralmente ‘progettazione del cibo, comprende gli studi progettuali e le ricerche che portano alla nascita di nuovi prodotti legati al cibo. Può essere annoverato nel disegno industriale, in quanto racchiude i requisiti indispensabili per poter parlare di design, inteso nel suo autentico significato di processo per progettare un prodotto, un servizio o un’esperienza: ricerca, sostenibilità, innovazione e tecnologia.
Tutto è progetto, anche (e soprattutto) il cibo
affermava Bruno Munari nel suo libro Good Design, pubblicato per la prima volta nel 1963.

Nato in Italia grazie a Paolo Barichella, Mauro Olivieri, Ilaria Legato, Marco Pietrosante e Francesco Subioli, un gruppo di professionisti con specializzazione ed esperienze diverse, il Food Design è entrata ufficialmente in ADI – Associazione per il Disegno Industriale – con una Commissione Tematica, che ha ideato e scritto l’ADI Food Design Manifesto, che spiega, in undici punti, cos’è il Food Design e il modo per raggiungere i due obiettivi che si pone: la promozione dello sviluppo economico nel rispetto delle risorse legate all’alimentazione e il miglioramento delle condizioni di vita di tutti.


Il Food Design pone l’accento sul valore simbolico del cibo, propone idee e progetti che possano condurre a un’esperienza gastronomica polisensoriale, in cui la bellezza estetica ha la stesso valenza degli altri sensi.
Oggetti, ma anche luoghi funzionali e attraenti, studiati per accogliere le fasi di lavorazione del cibo e il suo consumo, sempre con attenzione verso la sostenibilità.
Le categorie del Food Design

Nel Food Design si possono identificare diverse categorie:
– Design with Food, che è la progettazione vera e propria del cibo, considerato come un oggetto di design: dal materiale alla forma, per poi proporlo in maniera insolita, rispetto a come si è abituati, come Espesso, il primo espresso solido, che si mangia e non si beve, creato dallo chef spagnolo Ferran Adrià (definito il padre della cucina molecolare) per Lavazza.


– Il Food Product Design, i cui protagonisti sono prodotti commestibili sono solitamente progettati per la produzione di massa, come, particolari forme di pasta: i designer Gianni Veneziano e Luciana Di Virgilio hanno ‘disegnato’ Rigacuore, un maccherone che riprende la forma di un cuore progettato per La Molisana.
Altro esempio di Food Product Design è la Cookie Cup di Lavazza disegnata da Luis Sardi, la tazzina/biscotto con uno strato interno di zucchero, da mangiare dopo aver bevuto il caffè in essa contenuta.


– Il Design For Food riguarda tutti gli strumenti per la preparazione delle pietanze: coltelli, utensili, contenitori, mixer, frullatori…, come la serie di ‘aiuti per la cucina’ Plissè, disegnata da Michele De Lucchi per Alessi.
In questa categoria si inseriscono anche il packaging, che deve essere studiato per stimolare l’approccio sensoriale che spinge l’acquirente a posare lo sguardo su determinati prodotto, piuttosto che altri e i colori delle confezioni e degli stessi attrezzi da cucina.

– Il Design About Food studia gli oggetti non creati con il cibo, ma che ne riproducono le forme. Un esempio è la poltroncina Magritta, disegnata da Sebastian Matta e prodotta dallo Studio Simon Gavina, che riproduce il famoso quadro di Magritte ‘Uomo con la mela’.


– Il Food Space Design o Interior Design For Food, interessa la progettazione degli spazi del food: dai ristoranti alle loro cucine, dai bar alle pasticcerie, fino alle panetterie, prestando attenzione a creare dei locali che possano suscitare, assieme al cibo che viene offerto, sensazione particolari ed esperienze uniche.
Il Food Designer


Il lavoro del food designer opera in diversi settori: quello del design industriale, con la progettazione di soluzioni eleganti e accattivanti legate al cibo: dal piatto, alla tavola, dagli strumenti, al packaging, con occhio attento alla sostenibilità e all’economia circolare, a nuovi luoghi, dove tutto è valutato per offrire al consumatore un’esperienza indimenticabile da ripetere; quello gastronomico, con la preparazione dei piatti e il disegno della forma degli ingredienti stessi (come ad esempio quella della pasta).
Il Food designer è anche un esperto di marketing, che organizza, tra l’altro, eventi e iniziative, in cui il cibo è il tramite per creare aggregazione e socialità; infine è pure sociologo e psicologo, perché studia le tendenze e i bisogni della clientela e dei ristoratori.