Casa Petite a Torino: piccoli spazi, grandi passioni

Autore:
Daniela Giambrone
  • Giornalista

A Torino un piccolo appartamento dimostra che “less is more” rimane un principio di grande valore nell’interior design.

Casa Petite a Torino: piccoli spazi, grandi passioni
Casa Petite, Torino: la zona giorno – Foto Massimiliano Sticca

Il buon gusto non ha bisogno di dilungarsi su troppi metri quadri. Anzi, potremmo dire che è proprio negli spazi intimi e contenuti che risalta maggiormente e che si fa apprezzare per soluzioni genuinamente creative, mantenendo fede all’impegno originario del design: bello e funzionale.

Con questo obiettivo in mente, l’architetta torinese Fabrizia Parlani, attualmente basata a Hong Kong, ha realizzato il progetto di Casa Petite, un appartamento di 80 metri quadri, situato in un palazzo degli anni Cinquanta di San Salvario a Torino.

La sua pianta prevede un grande ingresso che si dirama poi nel soggiorno con cucinino e in altre due camere, più bagno e ripostiglio. L’idea di partenza della proprietaria era di destinare l’appartamento a un affitto temporaneo per turismo, per questo il progetto si è concentrato sulla creazione di spazi conviviali d’effetto. Nel corso dei lavori, però, la padrona di casa ha deciso di trasformare Casa Petite nella sua abitazione principale. Così ci racconta Isabela:

Prima vivevo in un appartamento molto minimal, molto bianco. Qui invece volevo che la casa fosse tutto tranne che asettica, che avesse tanta personalità e allo stesso tempo fosse molto accogliente. Sono una designer, posso garantire che i colori hanno giocato un ruolo importantissimo nel raggiungere questo obiettivo.

La trasformazione dell’appartamento

Casa Petite a Torino: piccoli spazi, grandi passioni
Casa Petite, Torino: la sala da pranzo – Foto Massimiliano Sticca

L’intervento più importante ha previsto la demolizione della parete divisoria fra soggiorno e cucina, per dare più respiro alla zona giorno e creare un unico ambiente. Sono poi stati rinnovati gli impianti di cucina e bagno, i serramenti ed è stata ricavata una controsoffittatura che caratterizza ingresso, soggiorno e bagno.

Fabrizia mi ha garantito una ristrutturazione del tipo ‘minimo sforzo, massima resa’ trovando soluzioni intelligenti, accontentando i miei bisogni con soluzioni funzionali senza sforare il budget di 30 mila euro tutto incluso.

Un esempio? In un angolo del salone è stata collocata una scrivania per consentire di lavorare da remoto. Attrezzata con cura, è costituita da un computer super slim, una lampada da tavolo minimale e qualche pianta per aiutare la creatività e migliorare la produttività.

Casa Petite a Torino: piccoli spazi, grandi passioni
Casa Petite, Torino: l’angolo attrezzato per home working – Foto Massimiliano Sticca

Codice colore

Casa Petite a Torino: piccoli spazi, grandi passioni
Casa Petite, Torino: il living – Foto Massimiliano Sticca

Il colore è lo strumento che Fabrizia Parlani ha usato per regalare un’anima a ciascuna stanza.

L’uso del colore può cambiare totalmente i connotati a un appartamento tradizionale, anche senza opere murarie (o quasi).

I colori decisi dell’ingresso, arancione e viola, anticipano la zona living, dove il soffitto caramello sorprende senza sovrastare, consentendo un abbinamento fluido con gli arredi presenti.

A dividere visivamente la cucina dalla zona pranzo ci pensa un riquadro verde bottiglia, che abbraccia le colonne frigo e forno, davanti alle quali è stata ricavata una piccola zona snack, una sorta di angolino gaudente per coccolarsi anche in casa.

Casa Petite a Torino: piccoli spazi, grandi passioni
Casa Petite, Torino: la cucina, dove lavabo e rubinetti sono Franke, e l’angolo snack – Foto Massimiliano Sticca

In camera da letto due pareti colore cacao smussano le spigolosità di un letto geometrico, sia nella forma sia nel tessile d’arredo. Una nota albicocca scalda l’atmosfera, mentre l’azzurro cielo dell’abat-jour crea un morbido contrasto.

Casa Petite a Torino: piccoli spazi, grandi passioni
Casa Petite, Torino: la camera da letto – Foto Massimiliano Sticca

Ogni stanza ha un colore differente, in tutto otto se includiamo anche quello base. Ma non sembrano mai di troppo perché fanno tutti parte della stessa palette polverosa. Inoltre, il progetto è stato concepito in modo tale che non si vedano mai più di tre colori insieme dalla stessa prospettiva. Questo gioco è molto divertente, ma soprattutto consente a ogni stanza di avere la sua personalità e di essere illuminata in modo particolare, diverso

racconta Isabela.

Il confort dei materiali naturali

Casa Petite a Torino: piccoli spazi, grandi passioni
Casa Petite, Torino: dettaglio del tavolo Sklum di Ikea – Foto Massimiliano Sticca

La sensazione di comoda intimità che trasmette Casa Petite arriva anche dall’uso di materiali naturali, semplici e rassicuranti. Il legno chiaro del parquet torna anche negli arredi del living – dove diventa l’alleato naturale del pavimento in graniglia di marmo – e in camera da letto.

Casa Petite a Torino: piccoli spazi, grandi passioni
Casa Petite, Torino: il bagno – Foto Massimiliano Sticca

Così come in bagno, dove un bianco ottico diventa originale grazie all’uso di piastrelline tridimensionali di 41zero42 posizionate dietro la parete attrezzata. I dettagli neri dei rubinetti Gessi Emporio risaltano con un bel contrasto, mentre la luce dietro lo specchio Leroy Merlin evidenzia la plasticità delle piastrelle regalando ritmo.

La collezione design

Casa Petite a Torino: piccoli spazi, grandi passioni
Casa Petite, Torino: dettaglio del living – Foto Massimiliano Sticca

Oltre all’uso insolito del colore, l’altro elemento di interesse di Casa Petite consiste nel garbato mix and match di arredi low budget e oggetti collezionati nel tempo da Isabela.

Sono nata e cresciuta in Brasile, da dieci anni vivo in Italia, ma ho vissuto anche a Londra e ho sempre viaggiato molto. Sono stata in più di 35 paesi e di ogni posto ho portato qualcosa con me. Per lo stesso motivo, ho fatto diversi traslochi, quindi ho imparato l’importanza (o l’inutilità) degli oggetti, so bene cosa voglio tenere con me. Nel tempo ho collezionato oggetti funzionali, ma mai banali, che raccontano la cultura e il design dei posti dove sono stata: da vasetti di soya a piatti e lampade particolari.

A un occhio attento non sfugge pertanto l’abbinamento fra pezzi low cost – come il divano Applaryd di Ikea o i tavoli e le sedie acquistati online su Sklum – e pezzi design dalla storia importante. Per esempio, la lampada Flowerpot VP1 di &Tradition, nelle versioni a sospensione in cucina e da comodino in camera da letto, disegnata da Verner Panton nel 1968. Oppure, nel living, la lampada a sospensione Formakami JH5, sempre di &Tradition: una creazione di Jaime Hayón che ha interpretato in versione contemporanea la classica lanterna di carta asiatica, con l’intento di realizzare una lampada che illuminasse la vita delle persone, letteralmente e simbolicamente.

Casa Petite a Torino: piccoli spazi, grandi passioni
Casa Petite, Torino: dettaglio della lampada in carta di riso Formakami JH5  – Foto Massimiliano Sticca

Curiosando con attenzione qua e là si può riconoscere nell’ingresso una stampa serigrafica originale di Leonetto Cappiello della SEI, da una tiratura di 150 esemplari, trovata in un mercatino. Oppure dei quadri dipinti con inchiostro serigrafico realizzati a mano libera dalla sorella di Isabela. O ancora un vaso acquistato in Grecia da una ceramista locale. Conclude Fabrizia:

Non è importante il budget, se a sostenere il concept c’è un’idea forte. In particolare, è fondamentale mettere il proprietario e le sue esigenze al centro del progetto. La casa deve rispecchiare chi ci vive.

 

Casa Petite: foto e immagini