A New York una vecchia canonica diventa una meravigliosa abitazione multipiano. Con atelier d’artista incluso.
La ristrutturazione dello studio GRT Architects ha mantenuto lo spirito neogotico dell’edificio originale, creando uno spazio eclettico dall’architettura audace

Abitare in una ex canonica non capita certo tutti i giorni. Se poi l’ex canonica viene trasformata da una firma internazionale del calibro di GRT Architects in un’abitazione per un artista con atelier annesso, la vicenda assume risvolti favolosi. Eppure, è proprio questa la storia vera della Rectory of St. Thomas – situata nel quartiere di Harlem a New York, progettata da Thomas Henry Poole e risalente ai primi anni del Novecento – che è rinata dopo un lungo periodo di abbandono e degrado.

L’opportunità di riportare in vita questa struttura di quattro piani si è presentata quando un pittore di fama mondiale, impegnato a lavorare su opere monumentali nella chiesa adiacente, ha scoperto la proprietà. Il cambio di destinazione d’uso, da canonica a residenza familiare e atelier d’artista, ha spinto lo studio di architettura newyorkese a una significativa quanto stimolante rivisitazione sia dell’esterno che dell’interno.
Riconfigurazione spaziale e funzionale

La sfida principale è stata ripensare la disposizione della pianta originale per far circolare in maniera più fluida luce e persone all’interno dello spazio. La soluzione è stata trovata nella realizzazione di volumi a doppia altezza e nell’installazione di una scala in metallo perforato bianco che collega in verticale tutti gli ambienti e culmina in un lucernario.

La residenza si sviluppa su cinque livelli principali. Al piano giardino è stato creato un appartamento per gli ospiti, di fatto completamente autonomo. Il corpo centrale della struttura, esteso su tre piani e mezzo, costituisce la residenza principale della famiglia: al piano terra si trovano la cucina e l’adiacente sala da pranzo; salendo la scala si arriva al livello superiore, dove si apre lo spazio più scenografico dell’abitazione, ovvero il soggiorno a doppia altezza.

Qui, la precedente divisione tra i piani è stata sottolineata da un cambio di rivestimento, passando dall’intonaco bianco a una boiserie in legno cannettato. Una libreria sul soppalco, con uno spazio di lavoro integrato, offre la vista dall’alto. Le camere da letto dei due figli si affacciano sul soppalco incastonato nel rivestimento in legno. Le camere da letto sono disposte su tre piani lungo un unico lato dell’edificio, una sopra l’altra. La suite principale è accessibile da una parete con mobili in legno e si collega a un bagno dalle linee morbide e arcuate.

All’ultimo piano, il tetto originale è stato rialzato di 1,2 metri per ospitare il nuovo studio di pittura dell’artista, uno spazio che può accogliere opere alte fino a 4,4 metri e comprende anche una suite per amici e collaboratori. La luce è protagonista grazie al grande lucernario.
Ristrutturare con metodo

Il restyling ha mantenuto l’identità neogotica dell’edificio, conservando le aperture ad arco a sesto acuto. La facciata tripartita – con la base in pietra arenaria, il corpo centrale e il coronamento in mattoni rossi – è stata restaurata con attenzione. I nuovi rivestimenti sono stati applicati utilizzando volutamente materiali di colore leggermente diverso rispetto agli originali, per evidenziare la convivenza fra due epoche. In particolare, le riparazioni in pietra arenaria sono state eseguite con colori delicatamente contrastanti, distinguendo chiaramente il nuovo dal vecchio.
Un intervento significativo sulla facciata – semplice a vedersi, ma piuttosto complicato da realizzare tecnicamente – ha consentito di riunire due finestre ad arco a sesto acuto per crearne una monumentale e allungata nel soggiorno a doppia altezza. I resti del davanzale e dell’architrave ad arco originali sono stati mantenuti come testimonianza del passato. A regalare una nota eccentrica è l’aggiunta di un mosaico in pietra di produzione italiana nella parte superiore dell’edificio, all’interno di un oblò circolare, raffigurante la Medusa, che simbolicamente veglia sulla casa.

Il progetto ha integrato anche funzionalità moderne per aumentare il comfort e la sicurezza, come per esempio l’isolamento su tutti i lati, una robusta struttura in acciaio nascosta per rinforzare la muratura, un ascensore fino al quinto piano, sistemi di umidificazione e ventilazione con recupero di energia, tende a rullo nascoste, sistemi di sicurezza/controlli remoti centralizzati e un impianto d’illuminazione generale curato da Focus Lighting.
Un interior non convenzionale

Gli interni sono caratterizzati da una palette luminosa che spazia dai toni neutri a tocchi di viola e blu. Il legno di rovere sbiancato cannettato è un materiale protagonista nella zona giorno, rivestendo la metà superiore del living a doppia altezza e l’intera cucina, dove è abbinato a superfici in terrazzo riciclato nei toni del grigio, rosso e avorio.

L’adiacente sala da pranzo presenta un camino su misura con piastrelle sfaccettate in cemento rosa disegnate da GRT Architects in collaborazione con Kaza Concrete, ispirate all’architettura classica. Il pavimento è caratterizzato da piastrelle esagonali bianche e nere che richiamano la forma delle gambe del tavolo da pranzo in rovere.

Nella zona notte, la suite principale è impreziosita da tappeti persiani e tende di Adam Pogue e da una vivace gamma di colori e texture esotiche. Il bagno padronale, ispirato alle volte gotiche e agli hammam turchi, si distingue per le pareti e il soffitto in gesso marocchino color crema e per un pavimento ricoperto da un arcobaleno di piccole piastrelle esagonali che imitano un tappeto.
Collaborazioni d’autore

Amici, artigiani e designer di fama internazionale hanno contribuito all’arredo dell’abitazione, in un mix originalissimo di arte, moda e interior design. Il soggiorno a doppia altezza è dominato dal divano in pelle trapuntata Camaleonda disegnato da Mario Bellini per B&B Italia, sormontato da un gigantesco lampadario personalizzato di Michael Anastassiades con diffusori a forma di globo. Notevole anche il tavolino da caffè di Misha Kahn, mentre la palette cromatica si abbina perfettamente alle opere d’arte di Lorna Simpson, Michael Young e Jasper Johns.

L’illuminazione è uno dei focus più scenografici della residenza: una spettacolare lampada Noguchi a quattro piani, ideata dall’artista Danh Vo (amico del cliente), attraversa la tromba delle scale, aggiungendo un tocco originale che fa da fil rouge lungo tutti i livelli. Fra i tanti contributi d’artista, anche i mattoni a vista di Theaster Gates e le maniglie delle porte in ghisa di Nairy Baghramian.

Oltre a progettare gli arredi integrati e a selezionare tutte le finiture, GRT ha contribuito con elementi realizzati su misura: insieme alle già citate piastrelle per il camino, lo studio ha disegnato il tavolo da pranzo Poole Tables, le cui gambe in rovere riprendono la forma esagonale delle piastrelle del pavimento. Il progetto paesaggistico, infine, è stato realizzato in collaborazione con Laura MacDonald.