EDIT Napoli 2025: il design in movimento, tra storia e nuove visioni

Autore:
Francesca Guerini Rocco
Tempo di lettura: 6 minuti

La settima edizione di EDIT Napoli, in programma dal 10 al 12 ottobre, apre nuove prospettive del design. E trasforma la città in un palcoscenico diffuso tra sostenibilità, inclusione, memoria e paesaggi visionari

EDIT Napoli 2025: il design in movimento, tra storia e nuove visioni
EDIT Napoli 2025, Napoli

Napoli ha un talento raro: trasformare ogni evento in un’esperienza che coinvolge corpo, mente e immaginazione. Dal 10 al 12 ottobre 2025 torna EDIT Napoli, la fiera dedicata al design editoriale e d’autore che, giunta alla sua settima edizione, sceglie il tema del movimento come filo conduttore. Un concetto che non è solo fisico, ma culturale, sociale, narrativo: il design si sposta, cambia prospettiva, si lascia contaminare dai luoghi e dalle persone. E si apre a nuovi sguardi.

La Santissima: un laboratorio tra storia e futuro

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La Santissima altares Ph. Alessandra Mustilli

Il cuore dell’evento quest’anno si sposta dall’Archivio di Stato a La Santissima, antico complesso monastico dei Quartieri Spagnoli, oggi restituito alla città come spazio rigenerato. Questo ex monastero è il luogo più indicato per dare vita ad una piattaforma di creatività, perché porta in sé la contraddizione verace di Napoli: radici profonde e uno sguardo costantemente proiettato avanti. Qui troveranno casa i designer indipendenti, gli editori e i produttori che, in un racconto collettivo, traducono in sostanza la vocazione curatoriale di EDIT: via libera al design intelligente, sostenibile, accessibile. Gli allestimenti sono firmati da Lemonot, duo che lavora tra architettura e arti performative e gioca con contrasti poetici: strutture sospese come vele portuali, tessuti cianotipati che ricordano onde marine, panche in pietra lavica che dialogano con le volte affrescate. Una scenografia coreografica, da vivere tra leggerezza e materia.

Dal Vomero al mare: EDIT Cult e la città come palcoscenico

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Domitilla Dardi e Emilia Petruccelli Ph. Eller Studio

Anno dopo anno – racconta Domitilla Dardi, co-founder e curatrice, con Patrizia Petruccelli nel ruolo di direttrice – la curatela di EDIT costruisce contenuti che mettono in dialogo design e città. La nostra cifra distintiva è un racconto capace di intrecciare luoghi storici e creatività contemporanea, generando una crescita costante.

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Certosa di San Martino Chiostro grande, Courtesy of Direzione regionale Musei nazionali Campania, Ministero della Cultura, Courtesy of Direzione regionale Musei nazionali Campania, Ministero della Cultura

E infatti tra i tanti gli spunti offerti da EDIT, spicca il nuovo programma EDIT Cult, ospitato nei Musei Nazionali del Vomero: Castel Sant’Elmo, Certosa di San Martino, Villa Floridiana. Tre luoghi iconici che diventano teatro di installazioni site-specific: arte, architettura e progetto si intrecciano in un dialogo che, siamo certi, saprà sorprenderci ancora una volta.

EDIT Napoli 2025: il design in movimento, tra storia e nuove visioni
Pet Lamp Gurunsi: Schadows ©petlamp.jpeg

Chi ama Napoli lo sa, questa è l’occasione giusta per perdersi tra i suoi palazzi e lasciarsi avvolgere dalla sua memoria, perché ogni angolo promette una storia. A Certosa, per esempio, le bottiglie di plastica intrecciate dalle tessitrici ghanesi diventano gli arazzi luminosi PET Lamp Gurunsi: Shadows firmati dal designer spagnolo Álvaro Catalán de OcónAzucena, invece, sempre qui propone Unseen Visions, un confronto “a due voci” tra architetti contemporanei chiamati a misurarsi con gli arredi di Luigi Caccia Dominioni e Bethan Laura Wood firma per Poltronova Terrazzo Quarry, una seduta giocosa che rilegge in chiave radicale il terrazzo veneziano.

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PLATFORM Bethan Laura Wood 2025 © Jo Underhill for the Design Museum

Poco distante, a Castel Sant’Elmo, la Piazza d’Armi diventa playground tra giraffe, gorilla e dinosauri in acciaio di Luca Boscardin per Magis mentre il progetto Paisaje de Reflejos di Diego Rivero Borrell (TANAT) per Ranieri trasforma la pietra lavica in ponte narrativo tra Napoli e Città del Messico.

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Magis, Animal Factory

Alla Villa Floridiana, nel cuore del parco Vomero, la collezione Il Tempo della Forma di Marta Sala Éditions celebra dieci anni di ricerca artigianale, mentre Elena Salmistraro, con Nomadaria, suggerisce un nuovo stile dell’abitare, poetico, sostenibile, nomade. Infine, Tomás Alía gioca con le persiane napoletane e le trasforma in un filtro scultoreo, Finestra Celata, tra luce e ombra, intimità e condivisione.

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Talenti, premi e nuove contaminazioni

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Claire Laurent

EDIT Napoli però non è solo una vetrina, ma è anche trampolino per tutti i creativi. Il Premio EDIT Napoli per il miglior progetto inedito sarà assegnato da una giuria internazionale che vede protagonisti Álvaro Catalán de Ocón, Claire Laurent, Alessandro Valenti ed Ermanno Zanini. Chi vince potrà esporre gratuitamente nella prossima edizione. Il Seminario invece, è dedicato agli under 30 e alle realtà emergenti: un incentivo ai linguaggi non convenzionali che vede, tra i progetti più attesi, Shellf Life di Felicia Neuhof, ovvero gusci di molluschi al posto del cemento edilizio e D Lab di Davide Balda, un tessuto all’avanguardia realizzato recuperando fibre riciclate, grazie alla collaborazione con LABÒ Cultural Project.

Napoli come manifesto di design

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Castel Sant’Elmo panorama e vista sulla Certosa di San Martino, Courtesy of Direzione regionale Musei nazionali Campania, Ministero della Cultura

Questo, per la città, è sicuramente un anno speciale, perché celebra i 2500 anni della sua fondazione. Ecco perché EDIT Napoli si presenta come un vero manifesto: il design diventa linguaggio in movimento, capace di esaltare ogni angolo della città intrecciandosi con la storia, i luoghi, la comunità. Percorrere i chiostri della Certosa, attraversare la Piazza d’Armi di Castel Sant’Elmo o passeggiare nei giardini della Floridiana: EDIT Napoli 2025 è un invito a guardare al design come a un flusso vitale, che si muove con la città, che la racconta e la trasforma. Un movimento perpetuo che continua a interpretare la vitalità partenopea e ci regala continue scenografie dell’abitare.

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