Protagonista il sughero

Autore:
Ali Filippini
  • Giornalista
Tempo di lettura: 5 minuti

Con la rubrica Le mani del Design Pianeta Design continua il viaggio nel mondo dell’artigianato italiano incontrando questa volta l’architetto e imprenditore vicentino Manuel Cason che con Greencorks ha dato una nuova identità a un materiale generalmente poco considerato come il sughero, puntando su un’idea decisamente green.

Protagonista il sughero
Cork Pouf

Il sughero deriva da un vero e proprio ciclo di economia circolare, dalla pianta alla lavorazione dei tappi di vino, fino al suo ritorno in granuli gettati in stampi con resine naturali, per riprendere vita in un nuovo oggetto. È questo il manifesto degli artigiani dietro all’impresa eco sostenibile, esempio di green economy all’italiana, che scopriamo da vicino con questo servizio.

Protagonista il sughero

Da dove nasce il progetto dell’impresa Greencorks?

Tutto ha avuto inizio nel 2009 dall’idea di riciclare i tappi in sughero delle bottiglie per ricavare un materiale utilizzabile per realizzare altro. La sfida, va detto, non è stata facile e abbiamo impiegato circa cinque anni per sviluppare il primo prodotto, nel 2014. Si trattava infatti di capire come legare il materiale ottenuto dall’agglomerazione del sughero e, solo dopo aver sperimentato che per un materiale naturale serviva un legante naturale come il lattice di caucciù, si è dato avvio alla produzione. Se usassimo delle colle chimiche, infatti, la sensazione al tatto dei nostri prodotti sarebbe simile a quella di una superficie in plastica.

 

Protagonista il sughero

Il primo prodotto, nato quasi per gioco, è Corkpouf, uno sgabello che riproduce in scala proprio un tappo da spumante e che per la sua iconicità diventa subito oggetto di attenzione e richieste, da lì in poi la collezione si è ampliata con altri complementi fino a includere le luci e più recentemente accessori come i set per servire a tavola dove la farina di sughero è inclusa al vetro pirex o soffiato.

Protagonista il sughero Protagonista il sughero

Strada facendo – continua Cason – abbiamo iniziato a capire sempre meglio il materiale e le sue caratteristiche. Abbiamo così iniziato a lavorare due tipi di sughero: quello biondo, che dopo essere stato adeguatamente trattato assume un colore giallo bruno, e quello cosiddetto nero, perché tostato. Quest’ultimo piace molto ai creativi ed è più vellutato al tatto e pregiato, poiché è più compatto e più leggero dato che i pezzi tritati, portati ad alte temperature, aumentano di volume e diminuiscono di massa. Abbiamo anche introdotto una variabile che è un mix dei due. La maggior parte della produzione per il sughero biondo deriva dai tappi, mentre il sughero nero proviene dal riciclo di prodotti per la coibentazione edilizia.

Interessante è il fatto che i tappi provengano dalla raccolta svolta dalle scuole del territorio che attraverso il progetto Greencorks@school conferisce i tappi raccolti ricevendo in cambio dei buoni per l’acquisto di materiale didattico, contribuendo così al riciclo di materiali che finirebbero invece in filiere del riciclo errate.

Protagonista il sughero

Protagonista il sughero

Come si articola il processo produttivo?

Abbiamo due impianti di macinatura, per cui da una linea esce un calibro nero e dall’altra il biondo. Successivamente gli addetti in laboratorio decidono come scegliere il calibro della materia prima secondo le dimensioni del progetto, in base al disegno del pezzo da produrre, al suo volume; quindi, si passa alla fase di assemblaggio e di trattamento della superficie. Usiamo degli stampi perché le macchine a controllo numerico con le quali si potrebbe lavorare un blocco di materiale ci limitano nelle dimensioni. Con lo stampaggio possiamo scalare l’oggetto in dimensioni diverse e soprattutto creare anche forme complesse. E poi partire da una massa sarebbe poco sostenibile per gli sfridi: la nostra idea di partenza è di riciclare il materiale ricomponendolo.

Protagonista il sughero
Up 5, cork special edition, B&B Italia

 

Quindi possiamo parlare di una produzione totalmente artigianale..

 

Per la maggior parte del processo è così. Anche se noi usiamo degli stampi per riprodurre “serialmente” i pezzi, tutta la fase di compressione viene realizzata a mano dall’artigiano così come la levigatura per ottenere una finitura qualitativamente perfetta, più compatta. Il trattamento viene fatto con carte abrasive, come avviene per esempio nell’ambito della carrozzeria, per ottenere una finitura levigata, vellutata, al tatto. La parte artigianale, in definitiva, è imprescindibile.

Il know -how di anni d’attività ha portato l’azienda nel 2021 a realizzare la versione in sughero della nota poltrona Up 5 disegnata da Gaetano Pesce per B&B Italia. Una bella soddisfazione per Greencorks che, oltre a collaborare con la sua rete di architetti e designer per le varie commesse soprattutto in ambito contract, realizza anche forniture per aziende del Made in Italy interessate a introdurre questo materiale nelle loro collezioni.

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Origine, Gumdesign

Il sughero attrae e ispira anche i designer, come nel caso – solo per citarne alcuni – dello studio LATOxLATO con la scultorea chaise longue Cocoon, dimostrativa della versatilità d’utilizzo e di impiego del materiale. O dello studio Gumdesign, dove Gabriele Pardi e Laura Fiaschi abbinano il sughero al marmo Grolla nella collezione Origine, e alla trasparenza del Cristalmood nel lavabo Bolgheri di antoniolupi.

Tutti i prodotti di sughero possono essere personalizzati e colorati con tinte a scelta, o essere stampati con scritte e decorazioni grazie all’incisione a laser che ne “brucia” la superficie. O essere completati con l’inserimento di altri elementi, come i cuscini per gli sgabelli, per un’ulteriore customizzazione.

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Cocoon, latoxlato

Protagonista il sughero: foto e immagini

Ali Filippini
Ali Filippini, laureato in design al Politecnico di Milano, dottore di ricerca in Design, affianca all'attività didattica quella professionale in ambito editoriale collaborando come giornalista pubblicista per riviste di settore (Abitare, Auto&Design) e a progetti dedicati alla cultura del design. Per Pianeta Design i suoi contributi vertono maggiormente sui temi della tecnologia e dell’innovazione.