Casa Zoe
A Palermo, un’abitazione che non è stato e non sarà mai un progetto concluso perché accompagna le mutevoli esigenze di chi lo abita. In una situazione in costante divenire, la luce è l’elemento costante e ordinatore nella distribuzione degli spazi.
Non a caso Maria Eliana Madonia – sesto appuntamento della nostra rubrica Trasite! Antologia dello spazio domestico – ha chiamato la sua abitazione Casa Zoe, che dalla filosofia greca è traducibile con la “vita qua vivimus”, cioè l’essenza stessa della vita. Perché secondo il pensiero dell’architetta, questo spazio non è e non sarà mai un progetto definito, ma resta la concretizzazione di un crogiolo di emozioni e sensazioni in divenire che si aggiungono, si trasformano e mutano. Con la costante di una luce intensa – ma anch’essa inevitabilmente mutevole – che invade gli ambienti.
Quello che vorrei dipingere è la luce del sole sulla parete di una casa
(cit. Edward Hopper)
Casa Zoe
La casa che amo è «dipinta» dalla luce, la luce disegna il tempo che trascorre nel suo spazio. Il tempo delle ore del giorno, delle stagioni dell’anno, delle stagioni della vita.
Abitiamo questa casa da 22 anni, un tempo che ha cambiato noi e lei con noi.
L’abitazione si trova in un edificio degli anni ’30 di cui conserva volutamente le caratteristiche peculiari. A tutt’oggi non è il risultato di un progetto definito, realizzato e concluso in un preciso momento, ma rappresenta piuttosto l’essenza della nostra vita in questi anni, il divenire di tanti progetti, espressione di momenti diversi, testimonia innesti al ritmo di nuove esigenze, trasformazioni, completamenti, condivisioni e mediazioni.
Il nome che più le si addice è Zoe, in greco l’essenza della vita.
Questa casa non è un’architettura concretizzazione di un pensiero, è la dimensione concreta di un fluire di pensieri sull’architettura. Come un caleidoscopio, è uno strumento che attraverso la luce consente di osservare istante dopo istante immagini di bellezza. Come nel caleidoscopio, la luce genera geometrie e simmetrie specchiate, l’occhio osserva visioni ordinate e mutevoli più o meno complesse a seconda del movimento e dell’accortezza con cui i frammenti di vetro colorato sono posti al suo interno. Sono frammenti materiali – colori, texture, materie, oggetti – e frammenti immateriali – ricordi, emozioni, sensazioni, sentimenti – che compongono insieme immagini mutevoli nel tempo e nello spazio.
La prima volta che sono entrata in questa casa, sono stata attratta dalla luce che proveniva dalle stanze in fondo, dove grandi porte finestre si aprono sul giardino. Una luce intensa e definita che conduce inaspettatamente a squarci di cielo su un verde rigoglioso abitati dal cinguettio degli uccellini.
Ogni volta che ho messo mano al disegno del suo spazio, alla distribuzione degli ambienti, alle direttrici dei percorsi, alla collocazione degli arredi, la luce è stato l’elemento ordinatore alla ricerca dello stupore.
Caleidoscopio è anche una figura retorica, in letteratura descrive una narrazione che progredisce intrecciando le storie di più personaggi. In tal senso la nostra casa trascrive e ri-compone le storie delle persone che la abitano, insieme a me, Stefano mio marito, Irene e Sara le nostre figlie, e da qualche anno la nostra cagnolina, arrivata in un momento particolare della nostra vita, di nome Zoe.
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Architetto dal 1997, ha curato temi di restauro, di progetto urbano, spazi aperti, commerciali, didattici, per l’accoglienza e spazi domestici, con una cura specifica al progetto d’interni e alla ricerca di una ‘poetica della luce’ come misura dello spazio e del suo movimento. Guarda al progetto di una casa come espressione di reciprocità, di complicità con il committente, di dialogo costruttivo con le maestranze nella prassi del cantiere, sintesi formale che muove dalla contaminazione di materiali e significati tra tradizione e innovazione, e tende a produrre bellezza e utilità in modo sostenibile, etico e ludico.
PhD e Docente in Progettazione architettonica presso la Facoltà di Architettura di Palermo e nella Scuola Internazionale di Studi Avanzati “Agrigento, città del Mediterraneo Architettura, Paesaggio, Archeologia”, Visiting Professor presso l’Universität Gesamthochschule Kassel (Francoforte, Germania), la University of Jordan (Amman, Giordania), la Al Al-Bayt University (Almafraq, Giordania) e la Misr University for Science & Technology (Cairo, Egitto), Docente di Storia dell’Arte e Disegno, ha lavorato in campo internazionale e ha partecipato a numerosi progetti di ricerca finanziati nazionali e internazionali. Suoi scritti e progetti sono stati pubblicati su volumi scientifici, riviste specializzate e quaderni didattici, testi di divulgazione e siti web.
