Time Space Existence: Venezia teatro dell’incredibile progetto di casa dello studio Mitsubishi Jisho Design
Alla Biennale di Architettura di Venezia lo studio con sede a Tokyo, ha portato a termine un progetto innovativo la cui attenzione è puntata sull’importanza del riciclo e l’uso di materiali di scarto alimentare.

Gli architetti Takaaki Fuji, Hiroya Inage e De Yuan Kang di Mitsubishi Jisho Design hanno progettato la sala da tè per la mostra Time Space Existence organizzata dal Centro Culturale Europeo durante la Biennale di Architettura di Venezia di quest’anno.
Il progetto ha preso il nome di Veneti-An, una combinazione che nasce dalle parole veneziano e An e che, tradotto in giapponese, ha il significato di piccola capanna. Un’espressione, questa, utilizzata spesso nella cultura nipponica proprio per identificare le sale da tè.
Andando oltre la sua denominazione, comunque, questa visione è nata dalla volontà di offrire ai visitatori un luogo in cui sperimentare una cerimonia del tè giapponese e, al tempo stesso, riflettere su come le persone si connettono dopo la pandemia di Covid.
Lo scopo di questa mostra è esplorare, usarla come un laboratorio, per far riflettere le persone – ha detto De Yuan Kong – Si tratta di creare conversazioni.
Una struttura ecosostenibile

Oltre il suo valore simbolico e sociale, la sala da tè presenta anche un’importanza ecosostenibile ben precisa. Questa, infatti, è stata costruita con vari materiali ricavati da rifiuti alimentari, tra cui fondi di caffè e pasta, alimenti comuni nella cultura italiana.
Nello specifico l’architettura è composta e realizzata grazie a 7.165 tubi di carta e 128 pannelli di pavimento in sughero, con l’aggiunta di 74 pannelli realizzati con macinato di caffè e 2.324 componenti di giunzione realizzati con pasta di scarto. Secondo gli architetti, i componenti di giunzione a base di pasta prodotti da Fabula sono durevoli come il cemento.
E’ sempre più chiaro, ormai, che il materiale esterno da utilizzare in architettura è sempre più limitato – ha spiegato Fuji – per questo motivo il nostro intento è quello di esplorare nuove tecnologie nella costruzione, che potrebbero tradursi in identità ed espressioni regionali più forti.
Il collegamento con la città

L’angolo dei montanti che compongono il padiglione è stato fissato a 45 gradi. Questa scelta particolare nasce dalla volontà di collegare il progetto alla città in cui è collocato. La misurazione, infatti, corrisponde alla latitudine di Venezia.
Adattando la forma del giunto alla latitudine del luogo in cui è collocato, si crea un’identità distintiva per quanto riguarda la forma. In questo modo, inoltre, la casa da tè riesce a far entrare o schermare in modo ottimale la luce solare in risposta all’ambiente locale
ha affermato il team di architetti.
Oltre a questo aspetto, poi, Veneti-An è impermeabile poiché i suoi componenti sono stati trattati con un liquido a base di silicio dal produttore giapponese di rivestimenti SilicaGen. Il team, infine, misurerà e registrerà le modifiche ai materiali utilizzati durante la mostra di sei mesi come parte della sua ricerca sui materiali sostenibili, rispondendo al tema generale della Biennale – Laboratorio del futuro. Al termine della manifestazione la sala da tè sarà smantellata e ricostruita in mobili.
La sala da tè Veneti-An: foto e immagini
Per conoscere più nel dettaglio i particolari di questa installazione sostenibile sfogliate le immagini inserite in galleria