Simone Guidarelli Walldesign: le nuove carte da parati eco, l’intervista
Simone Guidarelli Walldesign: in occasione della Milano Design Week 2021, abbiamo incontrato ed intervistato Simone Guidarelli che ha presentato la nuova collezione di carte da parati in collaborazione con Officinarkitettura e con Matrix International.
Al centro del progetto la sostenibilità delle materie prime impiegate e le infinite opportunità di personalizzazione: la grande novità è infatti la nuova carta da parati Eco di Simone Guidarelli totalmente realizzata in cellulosa, PVC free e traspirante.
In che modo si sta evolvendo, oggi, il settore dell’arredamento, vista anche la pandemia di Covid-19, che ci ha fatto riscoprire l’importanza della casa durante il lockdown?
“Abbiamo scoperto che i nostri spazi abitativi sono sempre più piccoli e abbiamo sempre più bisogno di soluzioni logiche nel gestire gli spazi. Abbiamo capito che dobbiamo rendere il nostro spazio abitativo una specie di rifugio piacevole per noi e le persone che lo condividono con noi. C’è un ritorno alla qualità e all’attenzione ad esempio, ai tessuti che utilizziamo, a oggetti come sedie, divani e poltrone che siano trasformabili e che possano essere spostati facilmente per dare più anime all’ambiente nel quale viviamo. Il settore dell’arredamento ha ricominciato a studiare.”
Dopo la pandemia e il lockdown, quali sono le sfide del futuro che dovranno affrontare le aziende che producono design?
“Sicuramente dovranno lavorare sul produrre oggetti sempre più leggeri, tecnologici e sicuramente eco. L’obbiettivo è una produzione 100% Green.”
Quali invece saranno le tendenze su cui puntare?
“Secondo me dobbiamo puntare sul rendere le nostre case e i luoghi nei quali stiamo qualcosa di piacevole per i nostri occhi. Io ad esempio con le mie carte da parati e le mie stampe cerco di rendere i luoghi luminosi e rilassanti. Viviamo una vita frenetica, dobbiamo andare a stimolare tutti i nostri sensi in modo piacevole, per far sì che riusciamo a rilassare la nostra mente.”
Come sarà la casa del futuro secondo Simone Guidarelli?
“La casa del futuro secondo Guidarelli? Dei piccoli box in cui natura e luce si fondono. Mi immagino una casa come un enorme serra di vetro con spazi molto luminosi circondata da piante (graminacee che amo alla follia). Per me la casa deve essere un mix perfetto tra passato ( i ricordi, i pezzi di un viaggio, alcune foto appoggiate a terra) e il futuro, pezzi di giovani artisti o illuminazioni super avanguardistiche. Un po’ come se qualcuno entrando nella tua casa potesse subito capire lo spirito di chi la abita.”
Ci racconta le novità della collezione 2021?
“Novità assoluta essere riuscito dopo 2 anni a fare la carta eco al 100%, togliere tutte le plastiche sia dalle colle che dai colori. I colori sono ad acqua. Riuscire a fare questo per me era già un enorme successo, ma anche realizzare delle lastre di kerlite con i miei disegni. È stato un bel traguardo. Sono lastre fatte a mano e ogni pezzo è un pezzo unico. Ho intrapreso la strada verso un mondo più sano e pulito.”
Qual’è stato il concept dell’allestimento per la Design Week 2021?
“La mia idea era quella di mostrare alle persone il mondo e le stanze di Guidarelli. Entrare nel mio mondo onirico dove la carta si estende fino al soffitto. Amo guardarla quando sono steso sul divano a testa in su e penso. Odio vedere i soffitti bianchi quando hai la carta intorno, hanno qualcosa di non finito. La sfida è di dimostrare agli altri che puoi avere una stanza con stampe diverse e creare un’armonia senza che ti giri la testa. Dobbiamo osare, abbiamo solo questa vita per farlo. Al massimo passiamo una mano di bianco… ahahahah.”
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Qual è la “cosa” più contemporanea, forte e promettente che si sta manifestando a suo avviso sulla scena del design contemporaneo?
“La domotica sicuramente. Anche se ci stiamo impigrendo piano piano a fare le cose, ma credo che la tecnologia applicata al design sia la cosa più promettente nel futuro.”
Una domanda che è anche un po’ una provocazione, esiste ancora uno stile italiano nel design?
“Secondo me no! Esiste nel nostro immaginario, ma tutto il design degli anni 60-70 non esiste più! Non esistono più quei geni e quel modo di pensare alle case. Sono cambiati gli architetti e il modo di costruire gli interni. Abbiamo perso il nostro stile, siamo esterofili. Continuiamo a guardare fuori annzichè guardare dentro, anche dentro di noi.”
Cosa significa per te il concetto di Made in Italy?
“Per me è un concetto fondamentale. Io produco, stampo e realizzo in Italia. Una fatica inenarrabile. Ma solo qui trovi persone che possono passare giorni a difettare una gamba di un mobile, a realizzare dettagli che solo l’esperienza tramandata, solo l’eleganza intellettiva italiana, solo la sapienza di mani che hanno lavorato una vita a fare la stessa cosa e farla sempre meglio. Made in Italy è per me l’unicità di alcuni umani italiani di pensare e realizzare l’impossibile, a volte fidandosi solo del loro istinto.”