Salone del Mobile 2022 Plank: innovazione e patrimonio storico, l’intervista a Michael Plank
Salone del Mobile 2022 Plank: un’intensa ricerca di innovazione tecnologica e allo stesso tempo la valorizzazione del patrimonio storico dell’azienda. La lunga collaborazione con i designers Konstantin Grcic e Naoto Fukasawa come anche la nuova partnership con Björn Dahlström. Ne abbiamo parlato con il CEO dell’azienda Michael Plank e Biagio Cisotti, Art Director.
Ci racconta la storia di PLANK?
PLANK (www.plank.it) nasce nel 1893 come falegnameria fondata da Karl Plank a Bolzano e si specializza sulla produzione artigianale di sedie in legno nel 1953. Nel 1969 Martin Plank, precedente direttore e proprietario dell’azienda, prende la decisione strategica di industrializzare la produzione di sedie in legno che formerà il futuro di PLANK. Nel 1997, insieme al figlio ed attuale direttore Michael Plank, a base dei cambiamenti dello stile e il tipo di produzione, si decide di lavorare con designers di fama internazionale. In linea con la filosofia aziendale volta alla ricerca, l’obiettivo di base è di indagare le possibilità tecnologiche e unirle finemente ai principi del design. La collezione si distingue in diverse tipologie di prodotto: sedie, poltroncine, sedute lounge, sistemi di tavoli e sgabelli. I prodotti PLANK ad oggi hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, come il XXII Premio Compasso d’Oro ADI per la sedia MYTO e l’IF Product Design Award – Gold selection per lo sgabello MIURA. Per la loro natura culturale-formale tutti gli oggetti sviluppati devono essere di una qualità che dura nel tempo allungando il loro ciclo di vita. Questo porta a creare dei “classici” che già oggi sono presenti in diversi musei. Sono esposti nelle collezioni permanenti dei più importanti musei del mondo, tra cui il Museum of Modern Art (MoMA) di New York, il Design Museum di Londra e l’Art Institute di Chicago.
Su quali valori si fondano l’identità e la filosofia produttiva di PLANK?
PLANK da sempre sviluppa prodotti durevoli nello stile come anche nella materialità. La produzione avviene indipendentemente dal materiale, l’aspetto tecnologico per noi è un fattore fondamentale. Abbiamo la volontà di superare i limiti del possibile, spingerci oltre i limiti e comunque rimanendo fedeli al nostro DNA. I primi decenni dell’azienda erano contrassegnati dall’utilizzo del legno, dagli anni 1990 in poi abbiamo cambiato rotta iniziando ad introdurre altri materiali e dislocando la produzione e lavorando con partner fidati specializzati.
In che modo si sta evolvendo, oggi, il settore, vista anche la pandemia di Covid-19, che ci ha fatto riscoprire l’importanza della casa durante il lockdown?
La tendenza è quella di apprezzare nuovamente l’arredamento e di investire di più su certi pezzi di alta qualità. Durante la pandemia, dovendo rimanere a casa per forza, la gran parte delle persone ha iniziato a riprogettare ed imbellire le proprie case e investendo sia in mobili per balconi e terrazzi come anche in mobili da cucina. Infatti, il settore casa si è sviluppato ulteriormente negli ultimi due anni. Molte aziende come noi hanno ridotto il business sull’area office e si sono concentrati sul settore residenziale. Con la crescita del lavoro a remoto da casa c’è stato un ulteriore ripensamento. I prodotti adesso devono potersi adattare a molteplici aree di applicazione, il settore pubblico si merge con il privato e viceversa.
Vi siete posti nuovi obiettivi in ottica green o nuove soluzioni eco-sostenibili?
Penso che il punto più importante, quando si progetta un prodotto, sia che possa essere usato il più a lungo possibile. Per me questo è il modo migliore per produrre in modo più sostenibile. Non produciamo molti nuovi design ogni anno. Ci prendiamo il tempo per pensare e riflettere su ciò che vogliamo dire come marchio. Ci sforziamo di creare prodotti durevoli e senza tempo che non seguono le tendenze.
Dopo la pandemia e il lockdown, quali sono le sfide del futuro che dovranno affrontare le aziende che producono design?
Bisognerà approfondire le ricerche sulle esigenze del mercato e non limitarsi a proporre nuove forme. Il tema dell’economia circolare è evidente e cruciale adesso o lo diventerà sempre di più. Bisogna ancorare fortemente l’aspetto ambientale nel processo di sviluppo. Dobbiamo farci delle domande: c’è la veritiera necessità per un determinato prodotti, ha senso o è solo un prodotto per far emergere un’ulteriore novità?
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Quali invece saranno le tendenze su cui puntare per il futuro del settore?
Prima di creare prodotti, fare delle ricerche approfondite, porsi domande sui materiali. L’incollaggio, per esempio, è un problema importante nello sviluppo dei prodotti. Incollato troppo fortemente diventa difficile da scomporre in singoli componenti alla fine del ciclo di vita. Bisogna produrre meno prodotti, pochi ma buoni. Fare delle fiere non ogni anno ma ogni 2 anni, bisogna rallentare ma migliorare. Dopo la pandemia c’è un grande desiderio di fare cose nuove, l’impulso a fare ancora di più si è intensificato. Invece, secondo me, bisogna fare un passo indietro, osservare, valutare e prendere decisioni sostenibili.
Ci racconta le novità della collezione 2022?
Quest’anno PLANK presenta tre progetti completamente diversi l’uno dall’altro, sia per quello che riguarda le tipologie di prodotto, sia per i tempi di sviluppo. VELIT, pensato da Björn Dahlström, è un progetto altamente tecnologico pur apparendo molto semplice. È un prodotto che si distingue dai prodotti outdoor per l’altissima qualità della lavorazione con saldature invisibili. PLANK da sempre non è un marchio di massa, rimane nella nicchia. I nostri prodotti sono tecnologicamente sofisticati e si contraddistinguono per un design elementare. Il fascino dei progetti di Naoto Fukasawa si rivela in tutta loro personalità al secondo sguardo. La perfezione nelle dimensioni è un tratto distintivo dei suoi lavori. Questo vale anche per TO side table che presenteremo in fiera. Konstantin Grcic parte da un design molto concreto con forte intuizioni di innovazione, portandoci in questo modo a fare sempre nuove ricerche. Tutti designers hanno un linguaggio diverso e noi come azienda produttrice dobbiamo trovare la giusta tecnologia per ciascuno di loro.
Quale sarà il concept dell’allestimento per la Design Week 2022?
Biagio Cisotti, art director: La presentazione di PLANK al Salone del Mobile 2022 è caratterizzata da un’intensa ricerca di innovazione tecnologica e allo stesso tempo si rifà al patrimonio storico dell’azienda. La lunga collaborazione con i designers Konstantin Grcic e Naoto Fukasawa come anche la nuova partnership con Björn Dahlström ora risultano nel lancio di nuovi oggetti di design: BENCH, TO e VELIT. L’architettura dello stand riprende la propria tradizione della comunicazione dello spazio in relazione all’oggetto esposto. Il gioco di volumi tra colonne, soffitto e pavimento, attenuato da un deciso uso di tonalità bianche, mira ad esaltare i prodotti proponendo una sceneggiatura limpida, pura e trasparente.
Com’è la casa del futuro secondo PLANK?
C’è una forte tendenza verso la naturalezza per quanto riguarda colori e materiali. La plastica riciclata è sicuramente un materiale del futuro, ha un linguaggio formale ed una malleabilità con la quale si può e potrà sperimentare. Oggigiorno gran parte delle persone sono disposte ad investire sull’arredamento della propria casa, i prodotti si armonizzano l’uno con l’altro. I mobili devono essere flessibili, adattabili e combinabili con altri oggetti per creare degli spazi omogenei.
Qual è la “cosa” più contemporanea, forte e promettente che si sta manifestando a suo avviso sulla scena del design contemporaneo?
Una delle macro-tendenze è che il design sta diventando più semplice. Le forme calme stanno tornando. La materialità, la naturalezza dei materiali avranno un ruolo sempre più importante. I materiali saranno conservati e riutilizzati per dare vita a forme sempre nuove. Ci si allontana dalla pretesa di perfezione, il legno, per esempio, ha una propria personalità. Non c’è più grande differenza tra arredamento per esterno o per interno, versatilità e flessibilità son diventati fattori fondamentali. Una comunicazione trasparenti di valori aziendali è fondamentale per convincere un consumatore sempre più attento alle dinamiche produttive.
Una domanda che è anche un po’ una provocazione: esiste ancora uno stile italiano nel design? Cosa significa per voi il concetto di Made in Italy?
Biagio Cisotti, art director: Assolutamente sì. Si può dire che lo stile internazionale è influenzato fortemente dal design italiano. Lo stile italiano, il Made in Italy, si distingue per il rapporto fra designer e l’industria. In tanti paesi questo stretto rapporto è complicato se non quasi impossibile. Un tessuto produttivo che accomuna tecnologie, esperienze ed energie creative non esiste in altri paesi. In Italia sussiste una gran voglia di sperimentazione, una curiosità innata che vede il design come un processo a 360 gradi e permette di eccellere a livello mondiale.