Nuovo catasto: cosa cambia?

Autore:
Maria Metta
  • Laurea in Giurisprudenza
Tempo di lettura: 4 minuti

Gli edifici attualmente non sono accatastati con il valore esatto e aggiornato. La riforma individua con strumenti nuovi, il giusto classamento e valore di ogni edificio. Ciò semplifica di gran lunga il sistema di tassazione per i cittadini. Vediamo insieme come.

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Nuovo catasto: cosa cambia?
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Con l’ennesima legge delega è stata attuata anche la riforma del catasto, che entrerà in vigore pare nel 2026. Il Governo Meloni si attribuisce il potere di scegliere nuovi elementi per individuare il valore esatto di una casa o di un appartamento nell’ottica della semplificazione dei tributi, eliminando i cosiddetti “micro-tributi”.

Considerando che l’ ultima modifica del settore è avvenuta negli anni Ottanta, è un risultato degno di nota, da sempre obiettivo della destra italiana. Sempre sperando che non ci siano cambiamenti dell’ultimo momento. Fino al 2026 ci sarebbe tutto il tempo.

Ma cos’è il catasto?

Nuovo catasto: cosa cambia?
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È l’inventario dei beni immobili di uno Stato e fornisce le informazioni relative alla localizzazione geografica, estensione e consistenza di un bene immobiliare, la sua destinazione d’uso e le caratteristiche, relativi redditi.

Catasto deriva dal greco katástikhon, letteralmente “registro” oppure “riga per riga” e si riferisce alla raccolta o registrazione di oggetti, mappe o documenti.

Novità della riforma

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Le principali novità:

  • individuazione di nuovi criteri di classamento (ossia valutazione della qualità e della classe delle particelle catastali al fine di determinarne il reddito imponibile). Tra questi indicatori sono compresi la posizione geografica, le dimensioni, la manutenzione dell’immobile e le sue caratteristiche specifiche.
  • i metri quadrati sostituiranno i vani
  • mappatura degli immobili presenti sul territorio
  • attribuzione di una rendita in linea con il mercato
  • adeguamento periodico di tutti i dati, molto più frequente del precedente
  • la razionalizzazione e semplificazione del sistema, anche mediante la riduzione degli adempimenti e l’eliminazione dei micro-tributi
  • viene meno la rendita aggiornata in base al valore patrimoniale.

Gli immobili di interesse storico e artistico subiranno importanti riduzioni del proprio valore patrimoniale, in modo da considerare eventuali costi più rilevanti circa la manutenzione e conservazione e anche dei vincoli legislativi alla destinazione, all’utilizzo, alla circolazione giuridica e al restauro.

Il fatto che insieme alla rendita catastale, per ciascun immobile dovrà essere determinato il valore patrimoniale e una rendita calcolata sui parametri del mercato, non potrà non incidere sull’ammontare delle tasse che i cittadini versano relativamente al proprio patrimonio immobiliare.

Oggi le rendite catastali sono calcolate sulla base di tariffe d’estimo individuate diversi anni fa e quindi, nonostante vengano rivalutate grazie all’applicazione dei rispettivi moltiplicatori, non  determinano il valore corrente effettivo del bene.

Nuovi indicatori

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Ad incidere sulla valutazione degli immobili, con la riforma, ci saranno invece indicatori di cui sopra, così la valutazione immobiliare sarà non solo più trasparente ma anche più equa permettendo ai cittadini di comprendere come il valore delle loro proprietà viene determinato.

Saranno introdotti strumenti a disposizione dei comuni e dell’Agenzia delle Entrate per individuare gli immobili non censiti che:

  • non rispettano l’effettiva reale consistenza o destinazione d’uso o categoria catastale
  • dei terreni divenuti edificabili, ma ancora censiti come agricoli
  • degli immobili abusivi.

E anche le tasse, conseguentemente, saranno adeguate al reale valore dell’immobile. Una volta adeguati, registrati e raccolti tutti i dati sarà creato dunque un nuovo registro cui far riferimento per ogni movimento relativo ai beni immobili.

A cambiare saranno sicuramente l’Imu, anche se ancora è impossibile valutare la variazione, le imposte catastali e di registro e, presumibilmente, anche l’Isee.