Direttiva case green: il precedente che potrebbe salvare la situazione
Case green: la direttiva europea parla chiaro. Se dovesse passare, a partire dal 2030, gli edifici dovranno essere sottoposti a ristrutturazione per aumentare l’efficienza energetica. Il precedente che sembra venire incontro alle famiglie italiane.

E’ sulla bocca di tutti la recente approvazione da parte del Parlamento Europeo del provvedimento della Commissione che rende, di fatto, obsolete, milioni di abitazioni e case in Italia, costringendo così le famiglie italiane ad adeguare il loro patrimonio immobiliare.
Noto con il termine di case green, in base a quanto deciso in Europa, è stato stilato un pacchetto di norme a cui adeguarsi, in modo da migliore l’efficienza energetica degli edifici.
Occorre dire però che il testo passerà all’attenzione del negoziato finale tra Consiglio Ue ed esecutivo europeo prima di fare ritorno in Plenaria.
Allo stato attuale delle cose, il primo termine è fissato al 1° gennaio 2030, quando tutti gli immobili residenziali avranno l’obbligo di rientrare nella classe energetica E. Nel 2033 invece, il limite sarà fissato alla classe D. Adeguandosi a questi paletti, il taglio dei consumi energetici, secondo le stime degli esperti, si aggirerà intorno al 25%.
Il testo è stato licenziato dagli eurodeputati con 343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astenuti.
Quali interventi saranno richiesti
Per raggiungere gli step fissati, gli interventi previsti sono i “classici”, ovvero quelli che rientrano nel Superbonus 90% (110% ancora per pochi), quali il cappotto termico, la sostituzione degli infissi, l’installazione di caldaie a condensazione oltre a pannelli solari e fotovoltaici.
Obbiettivo dell’intervento dell’Europa è di raggiungere, entro il 2050, il target delle emissioni zero.
Per ciascun stato rimarrebbe la possibilità di esentare dal rispetto della norma fino ad un massimo del 22% degli immobili. Esclusi invece in partenza monumenti, case vacanza, palazzi storici ufficialmente protetti, chiese ed edifici di culto. Rimangono fuori anche gli edifici indipendenti purché abbiano una superficie inferiore a 50 metri quadrati.
Passerà la legge?

Lo scenario dei prossimi anni sembra quello di un paese come l’Italia dove i cantieri dovrebbero spuntare come funghi da un giorno all’altro, mettendo così in moto il settore edilizio in maniera ancora più decisa rispetto a quello che ha fatto il Superbonus, con tutti i problemi annessi.
C’è però un precedente che, a seconda degli interessi, fa sperare chi non ha la minima intenzione ( e possibilità economica) di iniziare lavori di ristrutturazione.
Proprio poche settimane fa, dopo aver ricevuto per due volte il via libera dalla Camera Europea, la direttiva riguardante le auto a benzina e diesel, che sarebbe dovuta entrare in vigore a partire dal 2035, è stata bloccata da una minoranza che ha così fermato la ratifica dei 27 Stati membri dell’Ue per poter entrare in vigore.
Ricordiamo che sarà compito dei governi nazionali decidere il tipo di sanzioni da applicare ai proprietari di case che non di dovessero mettere in regola con la norma, qualora entrasse davvero in vigore.