Affitti, come funziona la cedolare secca nel 2023
Affitti, cos’è e come funziona la cedolare secca nel 2023? Quando può essere applicata e quali sono i contribuenti che ne possono usufruire? Andiamo a scoprire tutte le novità di questa misura, i requisiti per accedere all’agevolazione e quando si applica.

Anche nel 2023 sarà possibile optare per la cedolare secca sugli affitti, il regime facoltativo, che si sostanzia nel pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali (per la parte derivante dal reddito dell’immobile).
In più, per i contratti sotto cedolare secca non andranno pagate l’imposta di registro e l’imposta di bollo, ordinariamente dovute per registrazioni, risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione.
Facciamo un esempio pratico: quando un soggetto propone in affitto un appartamento, il problema più grande riguarda le tasse da pagare che molto spesso risultano salate. Tuttavia, la legge offre la possibilità di scegliere un regime agevolato, permettendo agli interessati di risparmiare notevolmente.
Questa novità è stata introdotta da qualche anno e così è possibile scegliere tra un’imposta fissa al 21% o al 10%. In questo modo si evita di far aumentare i redditi complessivi rischiando di dovere pagare tasse fino al 43%.
Quando può essere applicata

La cedolare secca può essere applicata per unità immobiliari appartenenti alle categorie catastali da A1 a A11 (esclusa l’A10 – uffici o studi privati) locate a uso abitativo e per le relative pertinenze, locate congiuntamente all’abitazione.
Oppure, ancora, con contratto separato e successivo rispetto a quello relativo all’immobile abitativo, a condizione che il rapporto di locazione intercorra tra le medesime parti contrattuali, nel contratto di locazione della pertinenza si faccia riferimento al quello di locazione dell’immobile abitativo e sia evidenziata la sussistenza del vincolo pertinenziale con l’unità abitativa già locata.
L’opzione per la cedolare secca può essere fatta anche per i contratti di locazione di tipo strumentale stipulati nel 2019. I locali commerciali devono essere classificati nella categoria catastale C/1 e avere una superficie fino a 600 metri quadrati, escluse le pertinenze. L’aliquota applicabile è del 21%.
Chi può scegliere la cedolare secca
Possono optare per il regime della cedolare secca le persone fisiche titolari del diritto di proprietà o del diritto reale di godimento (per esempio, usufrutto), che non locano l’immobile nell’esercizio di attività di impresa o di arti e professioni.
Può optare per la cedolare secca al 21% anche chi si avvale del regime delle locazioni brevi.
Per contratto di locazione breve si intende un contratto di locazione di immobile a uso abitativo, di durata non superiore a 30 giorni, stipulato da persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa.
A esso sono equiparati i contratti di sublocazione e quelli di concessione in godimento a terzi a titolo oneroso da parte del comodatario.
Quando si pagano le tasse
Con la cedolare secca, i contribuenti sono tenuti a versare un acconto ed un saldo ogni anno. L’acconto deve esser versato seguendo il seguente calendario:
- in un’unica soluzione: entro il 30 novembre, se l’importo è inferiore a 257,52 €;
- in due rate se l’importo dovuto è superiore a 257,52 €; la prima, del 40%, deve essere versata entro il 30 giugno, mentre la seconda, del restante 60%, entro il 30 novembre;
- Entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di riferimento deve essere versato il saldo.
Nel caso in cui servisse fare ulteriore chiarezza relativamente alla questione affitti e divisione delle spese varie, ecco una guida per approfondire.