Dalla Svezia arriva il transistor in legno, un’opzione capace di rendere l’informatica biodegradabile
Dopo un secolo esatto dalla sua invenzione, questo elemento essenziale assume una nuova forma rivoluzionaria. Nonostante possa essere ingombrante e lento, infatti, apre la via a delle interessanti soluzioni biodegradabili.

Nella storia dell’evoluzione scientifica ci sono delle invenzioni che, pur apparendo piccole ad un primo sguardo, in realtà sono risultate particolarmente importanti per lo sviluppo di alcuni settori. Una di queste è, senza alcun dubbio, il transistor. Inventato nel 1925 dall’ingegnere austriaco Julius Edgar Lilienfeld, ha rappresentato un componente essenziale per il buon funzionamento dei dispositivi elettronici.
Ma di cosa è composto esattamente? Prevalentemente è formato da silicio o germanio. Materiali che hanno garantito sempre il suo funzionamento. Nonostante questo, però, la sensibilizzazione verso delle soluzioni biodegradabili, hanno condotto alla realizzazione di un prototipo esclusivamente in legno. A progettarlo sono stati i ricercatori dell’Università di Linköping che, in questo caso, hanno deciso di utilizzare un materiale vegetale vivente.
Caratteristiche del transistor in legno

Ovviamente si tratta di un modello iniziale, una sorta di prototipo che dovrà passare attraverso diverse evoluzioni. Nonostante questo, però, dimostra già la propria funzionalità. Uno dei suoi limiti evidenti, però, consiste nelle dimensioni. Rispetto alle misure millimetriche della versione metallica, in questo caso ci troviamo di fronte ad un modello che va oltre i 3 centimetri di diametro. Oltre a questo, poi, presenta una frequenza pari solo ad un un hertz. Nonostante questi aspetti, però, i suoi inventori difendono strenuamente il prodotto.
Abbiamo escogitato un principio senza precedenti – ha detto Isak Engquist, professore associato senior presso il Laboratorio di elettronica organica dell’Università di Linköping – Sì, il transistor in legno è lento e ingombrante, ma funziona e ha un enorme potenziale di sviluppo.
Il legno utilizzato

L’elemento innovativo di questa probabile soluzione alternativa è, indubbiamente, l’utilizzo di un materiale naturale come il legno. Ma quale tipologia specifica è stata utilizzata? Si tratta del legno di balsa. Una scelta pensata e finalizzata all’utilizzo del transistor. La tecnologia, infatti, richiede un materiale ed una superficie senza venature e che si presenti in modo uniforme. Il legno, poi, è stato ulteriormente trattato.
Questo vuol dire che è stata rimossa la lignina. Un procedimento grazie al quale sono state ottenute delle lunghe fibre di cellulosa con canali vuoti. Questi ultimi, poi, sono stati riempiti con una plastica conduttiva chiamata PEDOT:PSS. Terminati tutti i processi, dunque, il risultato che si ottiene è quello di un materiale ligneo elettricamente conduttivo.
Le prospettive del transistor di legno

Nonostante le diverse fasi di lavorazione, il prototipo ottenuto lavora con un’evidente lentezza. Questo vuol dire che impiega un secondo per lo spegnimento e ben cinque per l’accensione. Nonostante ciò, però, il mondo scientifico e tecnologico sta guardando alla soluzione con un grande interesse, riponendo più di una speranza. Non è un caso, infatti, che anche l’Università di Pisa stia lavorando su questo progetto in modo del tutto indipendente rispetto al team svedese.
E’ evidente, dunque, che il prototipo sviluppato presenta dei vantaggi da non sottovalutare. Uno di questi, ad esempio, sono i canali del transistor più ampi. Dimensioni maggiori, infatti, potrebbero potenzialmente tollerare una corrente più elevata rispetto ai normali modelli organici. Resta improbabile, comunque, che possa essere applicato ad un’elettronica complessa. Stabilito questo, dunque, dove troverebbe la sua funzionalità? Un impiego probabile potrebbe essere come interruttore on/off per altri componenti, ad esempio celle solari, batterie o sensori. Importante è saper aspettare e tenere d’occhio i prossimi sviluppi.